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I giovani dicono no ai social e alla tecnologia, la moda in Usa

Un gruppo di giovani a Brooklin si danno appuntamento sulle scale della biblioteca per dedicarsi alla lettura, al disegno e alla musica. Una scelta dovuta al senso di inadeguatezza che deriva dai social

di GUIDO GUIDI GUERRERA -
22 settembre 2023
No social

No social

Sono ragazzi di appena diciassette anni, abitano a Brooklin e stanno imprimendo una svolta epocale al mondo dei cellulari e a quello dei social. Un gruppo di giovani che in nome della salute mentale e di un migliore e ‘intelligente’ impiego del tempo libero stanno determinando un vero e proprio cambiamento di rotta nelle proprie abitudini e dei loro coetanei.

Cellulari spenti e libri aperti

Si danno appuntamento sulle scale della Central Library e invece di accendere smartphone e tablet si dedicano alla lettura, al disegno o alla musica. Sembrano ragazzi d’altri tempi ma è proprio il tempo che intendono recuperare perché la dimensione virtuale in cui i social tendevano a immergerli non solo non li entusiasma più, ma ha finito con il generare in loro una forma di rifiuto quando non di repulsione.
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Si danno appuntamento sulle scale della Central Library e si dedicano alla lettura, al disegno o alla musica

In poche parole, un modo per dire di no a codici indotti da un sistema che lentamente ma inesorabilmente riescono ad avere la meglio sulle barriere subliminali, creando una vera e propria dipendenza. Il loro club ha pure un nome: si chiama Luddite ed è stato coniato dalla mamma di Logan, la ragazzina che ha dato la stura a questo inedito fenomeno. Il termine deriva da tale Ned Ludd, un operaio che nel diciottesimo secolo era diventato famoso per aver distrutto un telaio, segno temibile della moderna industrializzazione di quell’epoca. Il ‘luddismo’ era così finito per divenire un movimento a cui avevano aderito in molti e al quale si sarebbero ispirati anche i contestatori del futuro.

Un calo dell'autostima alla base del "No ai social"

Ma cosa aveva spinto Logan ad appena undici anni verso una decisione irreversibile, quella di cancellarsi definitivamente dai social? Semplicemente il fatto di essere stufa di doversi rapportare quotidianamente con ragazze belle, spigliate, vincenti e sempre con il sorriso sulle labbra, pronte a sedurre con le loro forme e la brillantezza delle loro idee. Era stufa di sentirsi per questo inadeguata e fuori partita con un avvilente calo della propria autostima. Questo la rendeva chiusa, scontrosa e insofferente, mentre il suo rendimento scolastico andava calando in modo disastroso e allarmante. La pandemia la aiuta in questo processo di disintossicazione e proprio l’isolamento imposto dal Covid le facilita le cose: semplicemente sparisce da un giorno all’altro dal mondo social e decide di disfarsi dello smartphone. Un cellulare basic di quelli a conchiglia basta e avanza per comunicare telefonicamente.
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La scelta nasce dal senso di inadeguatezza che deriva dai canoni veicolati sui social

È una sorta di rivoluzione copernicana della sua esistenza condita dal piacere dimenticato di godere di molto più tempo da impiegare in tantissime attività che aveva finito col dimenticare. Leggere, ascoltare musica dal giradischi, passeggiare, godere di un panorama senza doverlo per forza fotografare, andare al cinema, cucire i propri stessi abiti.

Come nasce "Luddite"

Poi una sera Logan incontra a un concerto Jameson, un’altra ragazza che fa sfoggio di un Nokia antidiluviano. Alle due ragazze si unisce ben presto Odile, poi Max, l’unico ragazzo della piccola squadra che però con il suo silenzioso ma efficace esempio comincia a influenzare fasce sempre più ampie di giovani stanchi di dover sottostare alle leggi spesso anche crudeli dei gruppi social. Non va dimenticato come, pesanti fenomeni di bullismo, vere e proprie forme di violenze declinate nelle maniere più disparate, atteggiamenti ostili o basati sull’ostentazione pericolosa di sé, possono essere causa di gravi conseguenze: talmente gravi da portare in certi casi le vittime al suicidio. Le nuove generazioni per mille motivi legati specialmente alla giovane età e alla relativa inesperienza sono spesso il bersaglio preferito dal meccanismo inventato dai gruppi di intrattenimento virtuale. Adolescenti che si sentono protagonisti della loro esistenza quando invece non sono altro che pedine di un mega inganno responsabile di lasciar confondere troppo spesso dimensione virtuale con quella reale. Il risultato è devastante e le statistiche parlano chiaro quando si soffermano ad esempio sui tanti incidenti stradali causati da un comportamento sconsiderato e irresponsabile, quasi si fosse costantemente alla consolle di un videogioco. Eppure qualcosa sta cambiando e c’è da scommettere che, come accade ormai per tutto, l’onda lunga proveniente dall’America si propaghi espandendosi nel resto del pianeta. Prova ne è che il processo detox in atto sta ormai diventando moda anche da noi suscitando l’attenzione da parte dell’industria della telefonia che, sempre attenta ai cambiamenti di rotta, punta adesso verso l’immissione nel mercato di telefonini dotati esclusivamente di dotazioni minimal.
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La moda sta portando le industrie telefoniche a realizzare strumenti sempre più minimal

Le misure contro la dipendenza

Nel frattempo le istituzioni, preoccupate del fenomeno dipendenza, stanno studiando misure per impedire l’uso del cellulare a scuola e vietarne del tutto l’utilizzo a chi ha un’età inferiore ai dodici anni. Tutto questo per evitare l’aggravarsi di problematiche sociali che rischiano di coinvolgere la sfera emotiva e intellettiva con il verificarsi di veri e propri casi dissociativi e di grave depressione, come denunciato in diversi casi dalle autorità sanitarie a livello globale. Il fatto che gli stessi ragazzi intendano riappropriarsi dei propri spazi dando un migliore significato alla loro stessa esistenza è un segnale incoraggiante e forse indica che la misura è davvero pericolosamente colma. Poi spetterà agli adulti fare la stessa cosa. Una presa di posizione auspicabile per essere d’esempio a chi di esempi edificanti ha sempre più bisogno.