Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » Giulia Lamarca: “In giro per il mondo con i miei amori. Viaggiare in carrozzina? Mille problemi ma mi arrangio”

Giulia Lamarca: “In giro per il mondo con i miei amori. Viaggiare in carrozzina? Mille problemi ma mi arrangio”

È uscito oggi, 9 marzo, "D-Side: il lato diverso delle cose" programma di Rai per il Sociale in esclusiva su RaiPlay condotto dalla travel blogger. Ma scopriamo meglio chi è

Giovanni Bogani
9 Marzo 2022
giulia lamarca

Giulia Lamarca, travel blogger in carrozzina

Share on FacebookShare on Twitter

Ha trent’anni, un sorriso luminoso e irresistibile, si trova alle Hawaii e sta facendo il giro del mondo. In tempi di Covid, di guerra. E in carrozzina. Perché Giulia Lamarca, undici anni fa, è scivolata da uno scooter. E da allora la sua vita è cambiata. Non può più correre, o giocare a tennis: in compenso, ha deciso di prendere ogni difficoltà come una sfida, quasi come un’occasione. E ha deciso di viaggiare, di vivere, di sorridere. Di sposarsi, di mettere al mondo una bellissima bambina che si chiama Sophie.
Ci sono dodici ore di fuso orario differente, alle Hawaii. La chiamiamo che è, per lei, mattina presto. Ma risponde piena di entusiasmo. “È il primo vero viaggio che facciamo, Andrea – mio marito – ed io, dopo i due anni di Covid. Abbiamo fatto Milano/San Francisco/Hawaii. E non è che l’inizio. Il progetto è il giro del mondo“. Giulia non scherza. In questi anni, il suo profilo Instagram si è riempito di foto da tutti gli angoli del mondo: immagini piene di vita, di sorrisi, di colori.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Giulia Lamarca (@_giulia_lamarca)

Giulia, ha voglia di raccontare il giorno che divide la sua vita fra un prima e un dopo?
“Era il 7 ottobre 2011. Ero in scooter dietro a un ragazzo: siamo scivolati, niente di particolarmente strano. Se non che mi sono rotta la schiena, e da allora sono rimasta in carrozzina. Avevo diciannove anni. Non sono andata in coma, sono sempre rimasta vigile, cosciente”.

Giulia Lamarca, ex psicologa, oggi travel blogger in carrozzina

Come ha affrontato la cosa?
“Hai solo due strade davanti a te: o la accetti, o la rifiuti. Io l’ho accettata. Ci sono e ci saranno sempre giorni in cui la cosa ti pesa di più. Ma ho trovato il mio equilibrio, ho trovato la mia serenità e spesso la mia gioia”.

Come andò con il fidanzato di allora?
“Molto male! Non stavamo propriamente insieme, ma dopo l’incidente mi ha lasciata. In fondo è stata la mia fortuna: in ospedale ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito, Andrea”.

E da allora ha rivoluzionato la sua vita.
“Sì: sono diventata forse più ambiziosa, più esigente. Prima volevo solo diventare una istruttrice di tennis: dopo ho desiderato tantissime cose, mi sono messa a studiare psicologia, sono diventata esigente verso me stessa”.

Come è nata la passione per il viaggio?
“Per gioco. Andrea mi ha detto: quando esci dall’ospedale, andiamo in Australia, così prendi una boccata d’aria. Io per scherzo gli ho detto sì. E poi lo abbiamo fatto davvero”.

Giulia Lamarca con il marito Andrea Decarlini e la piccola Sophie sono partiti per il giro del mondo

E da quel momento…
“Da allora ogni scusa era buona per prendere un volo. Dopo un po’, il blog e i nostri social hanno cominciato ad attirare sempre più gente, e abbiamo trovato il coraggio di abbandonare i rispettivi lavori e di fare del viaggio un lavoro vero e proprio”.

Lei racconta i suoi viaggi in un modo molto originale…
“Sì, non racconto le 5 spiagge più belle o i 10 ristoranti migliori. Racconto le mie emozioni. Ho sempre intuito che alla gente mancasse soprattutto questo, il racconto delle emozioni delle persone”.

Parliamo dei problemi che incontrano le persone con disabilità fisiche nei viaggi…
“Sono mille: molte compagnie aeree sono ancora impreparate, quando fai il biglietto e devi comunicare che sei in carrozzina in molti siti diviene impossibile farlo. In aereo occorre una carrozzina speciale, più sottile: dovrebbero averle tutti gli aeroporti e tutte le compagnie aeree. E naturalmente non è così”.

Le difficoltà per chi viaggia in carrozzina sono ancora molte, ma Giulia ha uno spirito avventuriero ed ha imparato ad adattarsi

Non sono solo gli aerei che creano difficoltà, immagino.
“No. Ma spesso mi arrangio, non mi do per vinta. Se dovessi fare solo le cose ‘accessibili’ sarei arrabbiata e triste tutto il tempo. Se non troviamo un hotel accessibile, prendo una sedia di plastica e faccio la doccia sulla sedia di plastica. Ho scelto di non farmi abbattere da niente”.

Il mondo è lontano da una accessibilità totale.
“Sì. La soluzione per ora è arrangiarsi: se viaggio da sola, io non ho problemi a chiedere aiuto. Non bisogna arrendersi mai. Anche in Italia, ci sono tanti progetti bellissimi, si stanziano molti soldi, ma quando sono andata a controllare i progetti di tante associazioni, in accordo con le amministrazioni comunali, mi sono accorta che in moltissimi casi non era stato fatto niente. Progetti del comune, dello Stato, di singole aziende: vedo siti ‘in aggiornamento’ da anni. Mi prende la rabbia”.

Gli sguardi della gente cambiano?
“L’ho vista, eccome, la differenza fra il prima e il dopo. I primi anni l’ho vissuta male, quegli sguardi che dicono ‘poverina questa qua!’. Invece adesso sono cambiata io. Prima guardavo impaurita, come se fossi in colpa. Adesso sono serena, sorrido di più alla gente e quegli sguardi da ‘poverina’ non ci sono più, o non li vedo più”.

Viaggiare con una disabilità fisica impone anche dei costi diversi?
“Sì. Quello che pesa di più sono gli hotel. Noi non siamo esigenti, non viaggiamo da ricchi: ma per gli hotel l’accessibilità esiste solo da tre stelle in su. È difficile trovare un ‘due stelle’ accessibile. E fare una doccia in modo decente è necessario. Anche in barca, quando si parla di mare, esistono barche ‘accessibili’, ma i costi sono spesso diversi. E allora vado in tutti i tipi di barche, e in qualche modo ci salto su”.

La giovane travel blogger con la figlia Sophie alle Hawaii

La conquista più recente?
“A Bali ho fatto immersioni! Addestrata da un ragazzo che sa come insegnare a fare immersione a una persona come me”.

Sta facendo di tutto…
“Mi sono detta: questa vita è una, e voglio vivermela tutta!”.

Che cosa ama oltre ai viaggi?
“La scrittura. E il cibo. I dolci! E Sophie e Andrea, che mi ha conosciuta così fin dall’inizio, che mi ha amata e continua ad amarmi per quello che sono. Ci sono alti e bassi, come in tutte le coppie, ma c’è amore, c’è la voglia di stare insieme, c’è un futuro che vediamo insieme”.

Potrebbe interessarti anche

L'icona pop Madonna, 65 anni ad agosto
Spettacolo

Madonna aggiunge una data al tour per la comunità queer

28 Marzo 2023
39.454 gli spettatori presenti all'Olimpico di Roma (Instagram)
Sport

Roma-Barcellona, la vittoria del calcio femminile italiano

22 Marzo 2023
Bologna, il laboratorio sartoriale "Gomito a Gomito (Foto di Alessandro Ruggeri)
Lifestyle

Joy, detenuta a Bologna: dopo 4 anni può riascoltare la voce del fratello

24 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Ha trent’anni, un sorriso luminoso e irresistibile, si trova alle Hawaii e sta facendo il giro del mondo. In tempi di Covid, di guerra. E in carrozzina. Perché Giulia Lamarca, undici anni fa, è scivolata da uno scooter. E da allora la sua vita è cambiata. Non può più correre, o giocare a tennis: in compenso, ha deciso di prendere ogni difficoltà come una sfida, quasi come un’occasione. E ha deciso di viaggiare, di vivere, di sorridere. Di sposarsi, di mettere al mondo una bellissima bambina che si chiama Sophie. Ci sono dodici ore di fuso orario differente, alle Hawaii. La chiamiamo che è, per lei, mattina presto. Ma risponde piena di entusiasmo. "È il primo vero viaggio che facciamo, Andrea – mio marito – ed io, dopo i due anni di Covid. Abbiamo fatto Milano/San Francisco/Hawaii. E non è che l’inizio. Il progetto è il giro del mondo". Giulia non scherza. In questi anni, il suo profilo Instagram si è riempito di foto da tutti gli angoli del mondo: immagini piene di vita, di sorrisi, di colori.
 
Visualizza questo post su Instagram
 

Un post condiviso da Giulia Lamarca (@_giulia_lamarca)

Giulia, ha voglia di raccontare il giorno che divide la sua vita fra un prima e un dopo? "Era il 7 ottobre 2011. Ero in scooter dietro a un ragazzo: siamo scivolati, niente di particolarmente strano. Se non che mi sono rotta la schiena, e da allora sono rimasta in carrozzina. Avevo diciannove anni. Non sono andata in coma, sono sempre rimasta vigile, cosciente".
Giulia Lamarca, ex psicologa, oggi travel blogger in carrozzina
Come ha affrontato la cosa? "Hai solo due strade davanti a te: o la accetti, o la rifiuti. Io l’ho accettata. Ci sono e ci saranno sempre giorni in cui la cosa ti pesa di più. Ma ho trovato il mio equilibrio, ho trovato la mia serenità e spesso la mia gioia". Come andò con il fidanzato di allora? "Molto male! Non stavamo propriamente insieme, ma dopo l’incidente mi ha lasciata. In fondo è stata la mia fortuna: in ospedale ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito, Andrea". E da allora ha rivoluzionato la sua vita. "Sì: sono diventata forse più ambiziosa, più esigente. Prima volevo solo diventare una istruttrice di tennis: dopo ho desiderato tantissime cose, mi sono messa a studiare psicologia, sono diventata esigente verso me stessa". Come è nata la passione per il viaggio? "Per gioco. Andrea mi ha detto: quando esci dall’ospedale, andiamo in Australia, così prendi una boccata d’aria. Io per scherzo gli ho detto sì. E poi lo abbiamo fatto davvero".
Giulia Lamarca con il marito Andrea Decarlini e la piccola Sophie sono partiti per il giro del mondo
E da quel momento... "Da allora ogni scusa era buona per prendere un volo. Dopo un po’, il blog e i nostri social hanno cominciato ad attirare sempre più gente, e abbiamo trovato il coraggio di abbandonare i rispettivi lavori e di fare del viaggio un lavoro vero e proprio". Lei racconta i suoi viaggi in un modo molto originale… "Sì, non racconto le 5 spiagge più belle o i 10 ristoranti migliori. Racconto le mie emozioni. Ho sempre intuito che alla gente mancasse soprattutto questo, il racconto delle emozioni delle persone". Parliamo dei problemi che incontrano le persone con disabilità fisiche nei viaggi… "Sono mille: molte compagnie aeree sono ancora impreparate, quando fai il biglietto e devi comunicare che sei in carrozzina in molti siti diviene impossibile farlo. In aereo occorre una carrozzina speciale, più sottile: dovrebbero averle tutti gli aeroporti e tutte le compagnie aeree. E naturalmente non è così".
Le difficoltà per chi viaggia in carrozzina sono ancora molte, ma Giulia ha uno spirito avventuriero ed ha imparato ad adattarsi
Non sono solo gli aerei che creano difficoltà, immagino. "No. Ma spesso mi arrangio, non mi do per vinta. Se dovessi fare solo le cose ‘accessibili’ sarei arrabbiata e triste tutto il tempo. Se non troviamo un hotel accessibile, prendo una sedia di plastica e faccio la doccia sulla sedia di plastica. Ho scelto di non farmi abbattere da niente". Il mondo è lontano da una accessibilità totale. "Sì. La soluzione per ora è arrangiarsi: se viaggio da sola, io non ho problemi a chiedere aiuto. Non bisogna arrendersi mai. Anche in Italia, ci sono tanti progetti bellissimi, si stanziano molti soldi, ma quando sono andata a controllare i progetti di tante associazioni, in accordo con le amministrazioni comunali, mi sono accorta che in moltissimi casi non era stato fatto niente. Progetti del comune, dello Stato, di singole aziende: vedo siti ‘in aggiornamento’ da anni. Mi prende la rabbia". Gli sguardi della gente cambiano? "L’ho vista, eccome, la differenza fra il prima e il dopo. I primi anni l’ho vissuta male, quegli sguardi che dicono ‘poverina questa qua!’. Invece adesso sono cambiata io. Prima guardavo impaurita, come se fossi in colpa. Adesso sono serena, sorrido di più alla gente e quegli sguardi da ‘poverina’ non ci sono più, o non li vedo più". Viaggiare con una disabilità fisica impone anche dei costi diversi? "Sì. Quello che pesa di più sono gli hotel. Noi non siamo esigenti, non viaggiamo da ricchi: ma per gli hotel l’accessibilità esiste solo da tre stelle in su. È difficile trovare un ‘due stelle’ accessibile. E fare una doccia in modo decente è necessario. Anche in barca, quando si parla di mare, esistono barche ‘accessibili’, ma i costi sono spesso diversi. E allora vado in tutti i tipi di barche, e in qualche modo ci salto su".
La giovane travel blogger con la figlia Sophie alle Hawaii
La conquista più recente? "A Bali ho fatto immersioni! Addestrata da un ragazzo che sa come insegnare a fare immersione a una persona come me". Sta facendo di tutto… "Mi sono detta: questa vita è una, e voglio vivermela tutta!". Che cosa ama oltre ai viaggi? "La scrittura. E il cibo. I dolci! E Sophie e Andrea, che mi ha conosciuta così fin dall’inizio, che mi ha amata e continua ad amarmi per quello che sono. Ci sono alti e bassi, come in tutte le coppie, ma c’è amore, c’è la voglia di stare insieme, c’è un futuro che vediamo insieme".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto