Marco Ferraiuolo, professione acchiappasogni: "Mai smettere di crederci"

Il mister calcistico e organizzatore di concorsi di bellezza fiorentino: "Per i miei ragazzi e le mie aspiranti miss investo i soldi che non ho"

di CATERINA CECCUTI -
17 luglio 2023
Marco Ferraiuolo, professione acchiappasogni

Marco Ferraiuolo, professione acchiappasogni

Sarebbe bello se, una volta tanto, anche nella vita reale i sogni diventassero realtà. Malgrado le difficoltà, la sofferenza, le porte sbattute in faccia e le occasioni che poi si rivelano fumo negli occhi, c'è ancora qualcuno che a quegli stessi sogni dell'infanzia ci crede ancora e continua a inseguirli con determinazione.
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Marco Ferraiuolo, professione acchiappasogni

Marco Ferraiuolo, fiorentino di origini partenopee, classe 1979, è uno di questi, soprattutto se in ballo ci sono i sogni di persone a cui vuol bene e che hanno bisogno di lui per essere realizzati. Se in città chiedete di Marco può darsi che la gente sappia parlarvi di questo giovane uomo che ha raggiunto una certa notorietà negli ambienti del calcio dilettantistico e dei concorsi di bellezza. Sulla sua storia, nel 2016, è stato scritto anche il libro firmato da Olimpia Sani “In un fischio il futuro”, edito da United Artists. Ma per calarsi a dovere nei suoi panni bisogna prima armarsi di una buona dose di sensibilità e di delicatezza d'animo, le stesse doti cioè che caratterizzano il nostro protagonista.
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Il mister calcistico e organizzatore di concorsi di bellezza fiorentino si racconta a Luce!

Marco viene cresciuto con le sole forze di sua madre perché il padre, alcolizzato, viene allontanato da casa quando il figlio aveva appena 18 mesi. “Mia madre lo mandò via pur rischiando di perdere la casa, che era di proprietà di lui. Infatti, quando avevo 13 anni fu venduta e io e mia madre, dopo varie peripezie, riuscimmo a ottenere un alloggio popolare alle Piagge” spiega. Marisa, così si chiamava la mamma di Marco. Una donna tenera e coraggiosa, che al figlio non ha mai fatto mancare nulla e per il quale si è sempre fatta in quattro. “La mia mamma ha affrontato enormi sacrifici per me, mi ha cresciuto da sola, mi ha dato tutto, mi ha comprato persino la macchina in contanti, pur avendo a disposizione pochi soldi” racconta.
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Marco Ferraiuolo da bambino

Una figura femminile che, nella vita di Marco, gioca un ruolo fondamentale e insostituibile. Una mamma però dalla salute fragile, che purtroppo nel novembre del 2009 si ammala di tumore all'intestino e i medici le pronosticano appena 4/5 mesi di vita. “La cosa più straziante è che fondamentalmente lei non era a conoscenza della gravità delle proprie condizioni. Durante il ricovero ospedaliero pensava che sarebbe guarita, che avrebbe dovuto affrontare un'operazione ma che poi sarebbe tornata a casa” dice ancora. Insomma una storia, quella di Marco, che ferisce. Ma vediamo di partire dal principio.

Marco Ferraiuolo e il sogno chiamato calcio

Marco, come è nata la sua passione per il calcio e fino a dove l'ha portata? “La mia passione per il calcio nasce 'tutta da me'. Era il 1989, avevo 10 anni e in tv davano Fiorentina–Roma, lo spareggio per andare in Uefa. Da quel giorno amore puro!
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L'incontro con Batistuta finì su La Nazione

Ho avuto l'onore di conoscere Batistuta tre anni dopo, quando ero appena stato operato ai reni e La Nazione ospita in redazione Gabriel Omar Batistuta, alla sua prima stagione in viola. Ricordo che il giornale dava la possibilità di chiamare in redazione per parlare con lui. Io riuscii a prendere la linea, era la vigilia di Fiorentina-Juve. Gli chiesi: 'Se segni una rete me la dedichi?'. E lui: 'Certo e ti invito all'allenamento'. Bati segna, mi indica esultando sotto la curva Fiesole, vinciamo 2-0 e il primo martedì in cui posso uscire mi telefona personalmente a casa, mi invita all’allenamento e mi dà un abbraccio bellissimo che ancora ricordo con un piacere immenso, anche perché ero un bambino. Nel 2009 sempre La Nazione rievocò il fatto e pubblicò la foto mia con Batistuta a tutta pagina... Da allora non ho mai abbandonato e sono mister dal 2017”.
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Marco Ferraiuolo per anni ha allenato i ragazzi del Novoli Calcio

Ci racconta la sua esperienza come allenatore dei ragazzi sedicenni del Novoli? “Il calcio è la mia vita. Dal settembre 2017 sono allenatore a livello dilettantistico provinciale e proprio pochi giorni fa ho cambiato squadra. Mi occuperò dell'Euro Calcio, anno 2009. Saluto volentieri il presidente Luigi Russo che mi ha dato questa opportunità. Per me, i ragazzi che alleno sono come figli. Quello che non ho realizzato io nel calcio da ragazzino, col sogno di arrivare in serie A, lo vedo oggi nei loro occhi. A 14 anni ci credi seriamente e io, che sono sempre stato abituato a sognare tanto, ma anche educato a dare prima che ricevere, quando ho un euro da spendere per delle divise nuove, per dei master di aggiornamento, per qualsiasi cosa possa alimentare il loro sogno, lo faccio. Certo, a mio discapito, ma la mia felicità è questa”.

Marco Ferraiuolo, il lato più intimo

Nel libro “In un fischio il futuro” lei racconta che suo padre se n'è andato di casa quando lei aveva solo 18 mesi. Se la sente di spiegarci come andarono le cose? “Non ho problemi a parlarne. Mio padre Luigi, fin da ragazzo, ha avuto problemi importanti di alcolismo. Quando ero solo un neonato rientrava ogni sera barcollante e alticcio, fino a che, al compimento dei miei 18 mesi, mia madre non ce l'ha fatta più e lo ha allontanato da casa. È venuto a mancare il 10 dicembre 2020, all'età di 67 anni”.
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Marco Ferraiuolo da piccolo insieme a mamma Marisa

Sua madre ha significato per lei un punto di riferimento importantissimo. Cosa accadde quando si ammalò? “Un autentico ciclone. È come se ti portassero via il cuore un pezzettino alla volta. La imboccavo, le raccontavo la mia giornata e una lacrima scendeva ogni giorno, sapendo che presto l'avrei persa. E lei non capiva 'Marco ma perché piangi?'. Pregavo ogni giorno, non per un miracolo ma perché non soffrisse. La donna che aveva dedicato trent'anni della sua vita solo e soltanto a me non meritava di soffrire; mentre io, lentamente, mi devastavo. Avevo smesso persino di mangiare. Per mesi, quando non ero in ospedale, mi chiudevo in casa. Ma lei non avrebbe voluto questo e fingere, con un sorriso sempre pronto per lei sulle labbra, è stato l'unico modo per vederla andar via serena. Il 16 marzo 2010 è la data che ha cambiato la mia vita. Con la sua morte, io che non ero abituato a farmi neanche il letto da solo, ho dovuto imparare a occuparmi di tutto: un vero dramma. Ma anche questo ha senz'altro contributo a formare l'uomo che sono adesso”.
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E' agente regionale Toscana del concorso di bellezza nazionale "I bellissimi d'Italia"

Quale fu lo stato d'animo di sua madre durante la malattia? “La mamma non sapeva di morire. Il primario le aveva detto che avrebbe dovuto subire un'operazione, che sarebbe servito del tempo, ma della morte non aveva parlato. Quindi ogni giorno, in ospedale, lucidissima cercava di farsi bella per me: una sistemata ai capelli, un filo di trucco e una sola domanda ripetuta: 'Quando torno a casa?'. Quel silenzio che accompagnava la non risposta non lo dimenticherò mai. Non si può invece descrivere il mio stato d'animo. Durante il suo ricovero in ospedale è come se fossi morto un po' alla volta anche io, ogni giorno insieme a lei. E una parte di me, sicuramente, non esiste più. Ma so che ogni giorno mi protegge”. Lei era ancora giovane quando sua madre morì: come ha fatto a provvedere a tutto, questioni economiche comprese? “Non lo so nemmeno io, anche perché 10mila euro se ne andarono in cure mediche che, purtroppo, alla fine furono inutili. Vendetti la macchina per far fronte alle spese, mi circondai soltanto di quelle due o tre persone che ritenevo veramente buone. Però altre ferite si fecero sentire. Il problema è che con la mia mamma è morta una parte di me e questo vale anche in ambito sentimentale. Purtroppo non riesco a dare amore, perché l’amore mi è stato tolto, e con tutte le donne che sono venute dopo quel giorno non riesco ad essere me stesso. E non riesco a far capire di aver bisogno dei miei spazi o semplicemente di piangere perché mi manca la mamma. Ma, estremizzando, diciamo che ce l'ho sempre fatta attraverso lavori saltuari, anche se adesso son praticamente senza fondi”.
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Marco Ferraiuolo insieme alle miss

Marco Ferraiuolo e i concorsi di bellezza

Sui social è spesso circondato da bellissime ragazze: come nasce la sua passione per i concorsi di bellezza? “Da appassionato di musica, nel 2008, frequentavo spesso un locale fiorentino dove c'era il karaoke. A gestirlo erano Marco Vigiani e Laura Toccafondi che avevano, e hanno tutt'ora, la trasmissione Planet Tv (in onda su Toscana Tv), in cui esplorano i luoghi della movida toscana. Dopo due o tre mesi che vado lì, Marco mi dice di aver bisogno di un cameraman e che è disposto a pagarmi 50 euro per ogni serata che facciamo, con un impegno di una volta a settimana. Accetto e mi ritrovo a girare per la Bussola, la Capannina, il Taotec. In una di queste serate Marco mi porta a riprendere una sfilata di Miss Grand Prix, organizzata da suo fratello Claudio. Finite le riprese, anche Claudio mi dice di aver bisogno di una persona che gli dia una mano per il backstage, per aumentare il numero dei ragazzi e della ragazze in gara (il concorso maschile si chiama 'Mister Italia') e per individuare nuovi locali. E così, dal 2009, sono coinvolto in questa organizzazione. Collaboro a titolo gratuito, magari mi entrano 100/200 euro se le serate si svolgono in un locale che trovo io. Sono Agente regionale Toscana del concorso di bellezza nazionale 'I bellissimi d'Italia', ecco perché ho sempre così tante belle giovani. Ci sarà la finale nazionale a Palinuro dal 12 al 17 settembre. È sicuramente un piacere essere sempre a contatto con ragazze molto appariscenti, ma è altrettanto complicata la gestione del concorso, data la loro giovane età. Il mio obiettivo è regalare alle partecipanti il sogno di entrare nel mondo della moda. Voglio accompagnarle alla gloria, e sono io che compro i trucchi per le concorrenti, che fisso corsi di portamento e provini a pagamento per loro, anche se magari – realmente – poi non ho soldi per la spesa o per le utenze”.
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Sulla sua storia, nel 2016, è stato scritto anche il libro firmato da Olimpia Sani “In un fischio il futuro”

Nonostante i grandi sogni e l'impegno, lei oggi versa in condizioni economiche molto gravi e sta cercando un impiego... “Sì, cerco qualunque tipo di impiego stabile che mi permetta di avere un'esistenza tranquilla. Purtroppo le difficoltà economiche sono costanti per un motivo molto semplice: le spese mensili superano regolarmente le entrate. E a 43 anni per molti lavori ormai sei 'vecchio'. La mia ricerca è giornaliera, con ogni tipo di mezzo: social, portali dedicati, centro per l'impiego. Non mollo mai, ma diventa sempre più dura”.