“Le proposte di matrimonio alle Olimpiadi oscurano le atlete”. Così Iacopo Melio, attivista, giornalista e consigliere regionale toscano in un lungo articolo in cui ha voluto dire la sua su un fenomeno che ha sicuramente caratterizzato una larga fetta della narrazione dei Giochi olimpici di conclusi meno di una settimana fa.
Un’opinione personale destinata però a far riflettere e discutere: un gesto romantico – almeno nell’immaginario comune –, fatto in modo plateale, letteralmente in mondovisione, può essere letto in realtà come frutto di una cultura machista, maschilista, di un’idea dell’uomo che egoisticamente per ristabilire la gerarchia nella coppia si prende òa scena che era invece della compagna, oscurandone il successo, tornando protagonista di una storia che in quel momento lo aveva reso personaggio in secondo piano? Dietro i riflettori, dietro l’emozione del momento, si potrebbe nascondere l’esasperazione e la rabbia per l’ennesima occasione persa per esaltare il talento e la bravura sportiva di un’atleta e basta?
Chiariamoci, non stiamo dicendo che chi fa la proposta – in questo caso ci concentriamo proprio sull’uomo che fa la proposta alla donna – sia mosso da volontà subdole o malevole, che ci sia l’intento palese di prevalere anche di fronte ai successi di chi si ama: certamente tutto parte (ce lo auguriamo almeno) dall’amore e dal forte sentimento che lega la coppia. E non vogliamo nemmeno rovinare l’idillio di chi, quella proposta, l’ha ricevuta, come la capitana della squadra di ginnastica ritmica italiana, Alessia Maurelli, che appena scesa dal terzo gradino del podio con le compagne si è trovata davanti il fidanzato Massimo Bertelloni in ginocchio con l’anello e la fatidica domanda: “Mi vuoi sposare?”.
Ma vogliamo ragionare con voi, lettori e lettrici, sulla riflessione di Melio. Il quale parte da un episodio che apparentemente c’entra ben poco con la questione ‘proposte alle Olimpiadi’: il caso Fedez-Ferragni a Sanremo 2023. Dove lui, ospite e coinvolto marginalmente nel Festival, finisce per surclassare e oscurare lei – tra esibizioni provocatorie e baci proibiti – che invece era co-conduttrice di ben due serate. Ad accomunare quell’episodio alle proposte di nozze ricevute dalle atlete da parte di colleghi sportivi o comunque dei propri fidanzati è l’idea di mettere da parte per un momento i meriti conquistati sul campo da queste donne, prevaricando lo spazio che era loro destinato, prevalendo agli occhi del pubblico con i propri gesti plateali.
“La narrazione secondo la quale alcuni compagni delle atlete in gara a Parigi abbiano fatto un bellissimo gesto nel chiedere loro di sposarli in mondo-visione, è una narrazione dannosa per le atlete stesse e questa romanticizzazione non può essere un’attenuante rispetto a un Fedez di turno che avrebbe agito soltanto per se stesso – scrive il politico toscano –: dobbiamo finirla col racconto che più l’amore viene ostentato e più ha valore in quanto ‘dichiarato’, e quindi più vero. D’altronde chi ci dice che chi ama in silenzio, dietro le quinte, facendosi lecitamente da parte nel momento opportuno, ami di meno?”.
Il caso più eclatante, per noi italiane e italiani, è stato ovviamente quello della ginnasta Maurelli, che da parte sua continua a dichiararsi ben felice della proposta ricevuta in diretta televisiva, sul campo gara appena scesa dal podio dove aveva ricevuto la seconda medaglia olimpica della sua carriera. Una proposta attesa, come rivela lei stessa sui social: “Era da un anno che gli chiedevo di farmela” risponde a una fan dal box domande. Che forse non si aspettava di ricevere proprio lì, in quel momento, ma che la 27enne dice di essere stata ancora più bella di quanto avesse mai sognato da bambina (sempre su Instagram). Plateale è stata plateale, esagerata – dipende dai gusti, sicuramente per chi vi scrive decisamente sì – pure, ma prevaricante su quanto appena fatto dall’atleta?
Melio su questo non ha dubbi: “La conseguenza maggiore di questo gesto plateale è stata in realtà quella di rubare la scena al podio della sua fidanzata, ai suoi anni di sacrifici e al talento che l’hanno portata fino a lì”. E porta come esempi le ricerche fatte sui motori di ricerca nelle ore subito successive, in cui non si fa minimamente cenno alla gara ma solo a quel momento successivo, quasi nemmeno citando la ragazza ma solo il suo futuro marito. “Nonostante le buone intenzioni che nessuno mette in discussione[...] ciò che indirettamente muove un simile gesto resta una forma di egoismo, magari inconsapevole, che non possiamo giustificare perché prevarica comunque la carriera, e di conseguenza la libertà, di una donna della quale si è finito con il parlare molto poco del suo traguardo e molto più delle future nozze”, prosegue.
Sarebbe stato quindi meglio scegliere un momento diverso, magari privato (?) o comunque distinto da quello dell’evento sportivo per eccellenza, quello agognato, conquistato, sudato con fatica e con anni di allenamento e rinunce da parte di una donna che si vede mettere da parte come sportiva e esaltare come “futura sposa di”.
Oppure si tratta di una lettura esasperata di, invece, un gesto puramente romantico, accolto con gioia vera e amore incondizionato in un momento già di per sé felice?