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Resistance is Techno x Tresor, nella notte di Roma le sonorità della techno underground berlinese

Il 12 aprile, nella cornice del Rashõmon Club di Roma, Resistance is Techno ospiterà i portabandiera del Tresor, storico punto di riferimento del clubbing tedesco. Una collaborazione ormai giunta alla quarta edizione, all’insegna del divertimento e della libertà di espressione.

di MARCO PILI -
11 aprile 2024
Tresor

Tresor

Roma, quartiere Ostiense. Nell’alternarsi di discoteche e locali che animano la vita notturna della città eterna, Resistance is Techno rappresenta una vera e propria istituzione. Punto fisso nel panorama della musica elettronica e techno capitolina, fin dal 2011 incarna lo spirito pulsante e innovativo della scena techno della capitale.

Un collettivo con un solo mantra: esprimere sé stessi in totale libertà, diffondendo quelli che sono i valori di accoglienza e rispetto reciproco tipici dell’ecosistema underground di ogni città. Una tradizione nata tra Berlino e Detroit nel corso degli anni ’90 che, dopo più di 30 anni, incanta con le sue sonorità i frequentatori e le frequentatrici del mondo della notte old school. Una storia fatta di valori ben saldi, frutto non solo di tradizione ma anche di forte innovazione. Ce ne parla Francesco Murino, uno degli organizzatori.

Qual è la storia di Resistance is Techno? Quando è nato questo progetto e quali sono gli ideali e la mission di questa realtà?

"È cominciato tutto alla fine degli anni 2000, nel buio di un piccolo garage nella periferia di Roma, dove ci riunivamo con gli amici per condividere le nostre idee e la passione per la musica elettronica. Da lì, dopo innumerevoli feste selvagge, abbiamo sentito il bisogno di creare un luogo più ampio che potesse accogliere più persone e soprattutto dove tutti potessero sentirsi liberi di essere sé stessi, senza pregiudizi. Così è nato il party Resistance nel 2011.

Questo spirito di apertura e accoglienza è diventato il cuore pulsante della nostra crew, un gruppo eterogeneo di individui uniti dalla stessa fiamma. Che si tratti di fare il DJ, organizzare gli eventi o semplicemente ballare fino al mattino, esprimersi è al centro di tutto ciò che facciamo. La nostra mission è dare voce a chiunque desideri farlo, perché crediamo che ogni voce abbia valore, con l’obiettivo comune di promuovere la libertà di espressione e la solidarietà attraverso la musica e la cultura”.

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Quale stile ha contraddistinto e contraddistingue tutt'oggi il vostro collettivo? Quali sono le influenze che lo hanno plasmato nel tempo?

“Il nostro stile musicale si nutre di una ricca fusione di tradizione e innovazione. Ci piace mantenere viva l'eredità della vecchia scuola della techno degli anni ‘90, ma allo stesso tempo siamo sempre alla ricerca di nuove sonorità che possano arricchire la nostra proposta artistica. Ci ispiriamo quindi alla techno old-school di Detroit e a tutto ciò che ci emoziona tra le novità, mantenendo sempre una solida coerenza. Questa continua ricerca di nuove influenze ci permette di mantenere vivo il nostro sound e di offrire esperienze sempre nuove e coinvolgenti a chi frequenta i nostri party, soprattutto alle nuove generazioni”.

La techno, complici i suoi valori sociali e antropologici tipici della Berlino anni ‘90, non è solo musica elettronica ma anche cultura. In che modo i vostri ideali si fondono con l'ecosistema valoriale di una cultura di rottura come la techno tedesca di quel periodo?

“La techno è un fenomeno culturale che va ben oltre il semplice ascolto della musica. È un vero e proprio movimento che abbraccia una vasta gamma di valori sociali, antropologici e politici. La sua nascita e il suo sviluppo sono stati strettamente legati al contesto urbano e sociale delle città industriali come Detroit e Berlino negli anni '80 e '90 e ai relativi disagi. In quel contesto di trasformazione sociale e culturale, la Techno è emersa come una forma di espressione per le masse, un veicolo per trasmettere messaggi di libertà, di resistenza e di solidarietà.

Tali valori, come l'apertura mentale, la diversità, l'inclusione e il rispetto per l'individualità, sono profondamente radicati anche nei nostri ideali. Difatti, il nostro obiettivo è promuoverli attraverso i nostri eventi e le nostre iniziative con tutte le forze che abbiamo”.

È possibile inscrivere in questo connubio valoriale anche la vostra collaborazione del 12 aprile con Tresor, storico club berlinese che, nel corso degli anni, più ha contribuito allo sviluppo di quella che oggi viene definita e riconosciuta come vera e propria cultura techno?

“Assolutamente sì! Collaborare con il Tresor è un'esperienza incredibile per noi. Siamo al quarto evento insieme, l’ultimo è avvenuto lo scorso febbraio tra le mura del loro club a Berlino. È stato un momento di celebrazione unico, nonché l’occasione per incontrare diversi nostri collaboratori e affezionati provenienti da diverse parti d’Europa.

Sicuramente, se non fosse stato per il Tresor e il suo ruolo determinante, la musica Techno sarebbe completamente diversa oggi, e forse non saremmo neanche a conoscenza della sua esistenza. Per questo motivo ci impegniamo a raccontare e tramandare questi aspetti storici alle generazioni più giovani, per farle avvicinare a ciò che più amiamo”.

Uno sguardo al futuro, quali sono i prossimi progetti di Resistance is techno?

“Vogliamo continuare a diffondere lo spirito di Resistance ovunque sia possibile e guadagnare rispetto per ciò che siamo, ponendoci l’obiettivo di influenzare e non essere influenzati, con la consapevolezza che tutto ciò richiede impegno, perseveranza, e la volontà di sperimentare senza paura.

Continueremo a organizzare i nostri eventi al Rashõmon Club, che è diventato la nostra casa. Ma non ci fermeremo qui. Stiamo esplorando nuove collaborazioni con altri club italiani ed europei, e stiamo lavorando alla realizzazione di un festival di musica techno di alto livello che speriamo possa diventare un punto di riferimento per tutti. Insomma, qualcosa in pentola sta bollendo”.