Diciotto anni fa, quando “Il Diavolo veste Prada” usciva al cinema, ero una ragazzina delle scuole medie decisa a inseguire – non sapevo bene come – il sogno di fare la giornalista, di scrivere quello che accadeva intorno a me, di raccontare il mondo. Inevitabile, quindi, fu per me fare il tifo per Andy, neolaureata e alle prese con quello che sembrava, anche in un film, anche nell’America dove i sogni si realizzano, un mestiere precario, senza certezze, senza futuro se non a costi altissimi. Andy, che sogna di fare la reporter, di scrivere per le grandi testate giornalistiche, finisce così a fare un colloquio a Runway, famosa rivista di moda diretta dalla tirannica quanto leggendaria direttrice Miranda Priestly, e ottenendo così l'ambito ruolo di sua seconda assistente.
Quello che le appariva come un primo impiego temporaneo, di passaggio, per farsi le ossa in quel mondo ancora sconosciuto (“Lavori un anno per lei e poi trovi lavoro in tutte le riviste che vuoi”), sappiamo bene – se non lo sapete perché non lo avete mai visto beh… peggio per voi – che si trasformerà in qualcosa di molto diverso, fatto di sacrificio ma anche di compromessi, di chi si piega al potere e rinuncia a una parte di sé, perdendo affetti e valori prima incrollabili. Infine la scelta: di non farsi più ‘calpestare’ (nemmeno dai tacchi a spillo firmati Jimmy Choo), di non lasciarsi sopraffare e di stabilire dei limiti a quello a cui si può rinunciare per un lavoro e quello che invece resta più importante.
*Spoiler* alla fine Andy troverà la sua strada, che non è quella di Runway, che non è la moda, nonostante si sia lasciata tentare dal fascino di quel mondo, ma soprattutto sceglierà di mettere al primo posto se stessa, i propri interessi e desideri, la propria vita, anche a costo di lasciare un posto che “un milione di ragazze ucciderebbe” per avere.
La reunion del cast dopo 18 anni
Ecco perché quando Miranda Priestly, Andy ed Emily Charlton sono tornate insieme dopo 18 anni, il 24 febbraio, sul palco degli Screen Actors Guild Awards 2024 a Los Angeles, non ho potuto non pensare che la reunion del cast del “Diavolo veste Prada” non poteva arrivare in un momento più opportuno.
Intanto perché ho riso fino alle lacrime nel vedere il siparietto sul palco prima dell’annuncio del vincitore nella categoria miglior attore in una serie comica (a Jeremy Allen White per The Bear).
Meryl Streep (Dio la benedica) praticamente va a sbattere contro l’asta del microfono, spiegando poi al pubblico di aver dimenticato due cose fondamentali: gli occhiali e la busta. Oggetti che le vengono immediatamente portati da Emily Blunt e Anne Hathaway, le che da perfette sssistenti non si sono lasciate sfuggire l'occasione di punzecchiare l'attrice che interpretava la temibile direttrice.
"In ogni caso, fai tutto con la massima calma, sai quanto questo mi entusiasmi”, si sente dire citando una famosa battuta di Miranda.
E poi ancora “Meryl e Miranda Priestly sono praticamente gemelle!,” ha scherzato Blunt, quando Streep si è chiesta dove inizi il personaggio e dove finisca l’attore presentando Allen White.
“Non penso di essere assolutamente come Miranda Priestly!” ha lamentato fintamente offesa la tre volte Premio Oscar. “No, no, non credo che questa fosse una domanda…” ha replicato Hathaway.
La vendetta, si sa, va servita fredda: beccati questo, Miranda!
Andy: un’ispirazione per le ragazze
L’altro pensiero che mi è subito venuto in mente è che la reunion di quelle tre straordinarie attrici è esattamente quello che tutte ci meritiamo. Soprattutto alla luce di quello che è oggi il mondo del lavoro, che seppero tratteggiare con ironia e realismo per il film già quasi vent’anni fa e che oggi non è poi tanto diverso.
Ci meritiamo di assistere a quella gag non solo noi giornaliste trentenni ormai alle prese col mondo degli adulti (per non farsi scoraggiare, non tutte le direttrici sono ‘diaboliche’ come Miranda, anzi!) ma in generale perché sappiamo che i giovani e le giovani di oggi sono alle prese con scelte fondamentali per il loro futuro, e che a differenza di noi ormai cresciute, non siano più disposti a cedere a compromessi: va bene il lavoro, ma vogliamo anche goderci la nostra vita, non vogliamo rinunciare ai nostri ideali.
Insomma io in quei giovani vedo tante Andy, ma quella della prima e dell’ultima parte del film, la giovane aspirante assistente dalle mille possibilità e la giornalista del Mirror, che magari rimarrà una delle tante anonime persone passate di lì e non il braccio destro di Miranda Priestly, ma che sta finalmente conducendo la vita che sognava da bambina.