Tennis, Lea Pericoli tra gli 'scandali' per le gonnelline e le battaglie contro il cancro

La leggendaria atleta si racconta al programma "L'Avversario" in onda il 3 luglio su Raitre: i successi in campo, le sfide per battere i pregiudizi e l'impegno sociale per la ricerca scientifica

di BARBARA BERTI -
3 luglio 2023
Lea Pericoli al programma tv "L'Avversario"

Lea Pericoli al programma tv "L'Avversario"

Lea Pericoli tra gli ‘scandali’ per le gonnelline che sconvolsero il tennis e le battaglie (vinte) contro il cancro.

Tennista, conduttrice televisiva, telecronista sportiva e giornalista nata a Milano il 22 marzo 1935 si racconta a “L’Avversario”, il nuovo format originale condotto da Marco Tardelli e prodotto da Rai Cultura e Stand by me.

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L'ex tennista è nata a Milano il 22 marzo 1935 (Instagram)

La leggendaria tennista è ospite della quarta puntata in onda lunedì 3 luglio in seconda serata (ore 23,15) su Raitre.

Ed è pronta a svelare gli avversari più grandi affrontati nella sua carriera: i pregiudizi di una società benpensante e maschilista e il tumore.

 
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Ad arricchire la narrazione, le importanti testimonianze di chi le è stato vicino per tutta la vita, a cominciare dalla sorella Laura e dai colleghi Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, con cui ha condiviso la vita sui campi e una profonda amicizia lungo oltre 40 anni.

Tennis, campionessa anche di stile

Il racconto guidato da Marco Tardelli prende il via da Addis Abeba, dove il padre della tennista, grande uomo d’affari, trasferisce la famiglia in seguito alla Guerra d’Etiopia, e dove lei ancora bambina impara a giocare a tennis.

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Detiene il record del maggior numero di titoli vinti ai Campionati italiani assoluti di tennis: ventisette (Instagram)

A 17 anni, in vacanza in Versilia, scopre di essere una tennista molto forte e decide di non tornare in Africa per continuare a giocare in Italia, convincendo il padre, uomo all’antica, a perseguire il suo progetto.

Da lì comincia una carriera folgorante che la vedrà frequentare i più importanti campi internazionali, ottenendo risultati difficilmente eguagliabili come il titolo di campionessa italiana per ben 27 volte, record ancora imbattuto. Ma va ricordato anche che è stata capace di raggiungere sette volte gli ottavi in uno Slam (quattro al Roland Garros e tre a Wimbledon).

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Per la sua eleganza, sia in campo che fuori, è stata soprannominata "la Divina" (Instagram)

La fama e l’importanza dell’atleta italiana, però, vanno ben oltre i risultati raggiunti sul campo: riesce ad affermarsi anche e soprattutto come icona di stile, tanto da essere soprannominata "la Divina".

Porta la moda nel tennis e trasforma una disciplina che, fino ad allora, aveva visto solo austere gonne bianche sotto il ginocchio, contribuendo a emancipare la figura della donna in un ambito chiuso e ancorato a pregiudizi e luoghi comuni.

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Famosa per la sua caparbietà e apprezzata dal pubblico per la tenacia, la combattività, la determinazione del suo tennis, atletico e difensivo (Instagram)

A Wimbledon gli 'scandali' per le gonnelline

Ne 1955 Lea Pericoli si approcciò per la prima volta all’erba londinese di Wimbledon. Aveva vent’anni ed era campionessa in carica a Roma.

Ma a far notizia non fu tanto la sua performance tennistica, purtroppo perse al primo turno, ma il suo outfit: sottogonna di tulle rosa, mutandine e calze en pendant.

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Dopo aver abbandonato la carriera tennistica, è diventata giornalista e commentatrice sportiva (Instagram)

A confezionare il look uno dei sarti più in voga dell’epoca, Ted Tinling. “Venivano tutti in processione a vedere le mie mutande di pizzo” le parole della tennista.

L’audace scelta fece scendere in campo la Federazione italiana che minacciò di squalificarla, per non parlare dell’ira funesta del padre.

Ma, si sa, gli anni mettono tutto nella giusta prospettiva e quel look è ora esposto al Victoria&Albert Museum di Londra, insieme a altri capi che Tinling le fece indossare nel corso della sua carriera: una gonnellina di visone, una di piume di cigno e pure un pigiama di pizzo.

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La prima volta a Wimbledon risale al 1955 (Instagram)

Prima testimonial contro il cancro

Con la stessa tenacia ed eleganza con cui combatte i pregiudizi della società benpensante e maschilista dell’epoca, negli anni Settanta lotterà anche contro un tumore, affrontandolo pubblicamente e diventando prima testimonial della ricerca contro il cancro di Umberto Veronesi.

Era il 1973 e l’atleta aveva un carcinoma all’utero che scoprì quasi per caso dopo una visita di controllo. Il tumore era ancora in fase iniziale. “Per questo non ho avuto grandi problemi” racconta.

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Ha affrontato e vinto la battaglia contro il tumore due volte (Instagram)

L’ho preso in tempo. Allora la chemioterapia era devastante, oggi le cose sono migliorate. Io non sono una donna coraggiosa. Quando me l'hanno diagnosticato, sono quasi svenuta” aggiunge.

Si operò e dopo sei mesi tornò in campi più battagliera che mai tanto da vincere il titolo italiano.

“Dopo quella vittoria, Veronesi mi chiamò e chiese di diventare il volto di una campagna della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, di cui allora era presidente. Mi disse che lo sport era l'immagine della buona salute”.

La tennista ha affrontato e sconfitto  un tumore anche nel 2012, stavolta al seno.

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E' stata la prima testimonial della ricerca contro i tumori (Instagram)

Il programma tv

“L’Avversario”, una produzione Rai Cultura e Stand by me, è condotto da Marco Tardelli.

Il produttore creativo è Simona Ercolani, mentre il format è scritto da Andrea Felici e Giulia Soi.

Il programma ripercorre la carriera di grandi campioni dello sport attraverso gli innumerevoli ostacoli e le avversità che hanno dovuto superare, sia in campo che fuori.