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A Torino il primo bar robotico d'Italia. Ecco come funziona

Sì, avete capito bene. A farvi caffè, cappuccini e cocktail ci sarà un robot, un braccio meccanico. L’idea è di Makr Shakr, società di giovani menti torinesi che, dopo aver aperto locali in altre parti del mondo, hanno deciso di investire nella loro città

di DOMENICO GUARINO -
14 aprile 2024
Foto di Instagram, Makr shakr

Foto di Instagram, Makr shakr

Si chiama Shaker , come un bar 'normale', ma non lo è perché a servire cocktail caffè e cappuccini sarà un robot  in grado di preparare fino a 60 bevande all'ora grazie al braccio meccanico di cui è dotato. Fantascienza? No, prossima, molto prossima realtà. Il bar ha aperto lo scorso 11 aprile nel cuore di Torino, in via Carlo Alberto, e promette “un'esperienza unica che fonde tradizione e tecnologia nel settore del food and drinks”. Il barista meccanico ha anche un nome, Toni Compatto, riesce a scegliere tra 70 bottiglie diverse per una combinazione di drink illimitata, ma è anche in grado di preparare caffè e cappuccini.

Per riequilibrare, il robot sarà affiancato da due baristi in carne e ossa, così da mantenere una presenza dell'elemento umano' (sic). Ma che la tecnologia sia la cifra di questo locale lo dimostra anche il fatto che per ordinare i clienti dovranno usare dei tablet disponibili nel locale, che li terranno anche aggiornati in tempo reale sulla preparazione del loro drink, che gli verranno consegnati al bancone nei punti di ritiro assegnato.

A fine 2024 dovrebbe essere poi introdotta una nuova app che consente ai clienti di ordinare tramite il proprio cellulare e di essere avvisati quando andare a ritirare le bevande.

Insomma. Niente più code, niente più attese, niente più mugugni nel caso di 'salto della fila', niente più 'ma quanto manca alla nostra ordinazione?'.

L'idea, e la proprietà intellettuale e materiale, è di “Makr Shakr”, società di ragazzi torinesi nata come start up nel 2015. Intervistato da Repubblica , Filippo Zanotto , 36 anni, laureato in ingegneria gestionale, racconta che l'idea gli è venuta in mente “quando studiavo, avevo visto un annuncio sul sito del Politecnico e mi ero incuriosito, sembrava solo un gioco e invece”.

La società ha già 40 locali così nel mondo, quasi la metà in America. “Vogliamo dimostrare che la tecnologia è vita quotidiana anche in questi gesti: è la prima volta che si toglie un robot da una catena di montaggio per metterlo in mezzo alla gente” afferma Zanotto.

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I precedenti sempre a Torino

Non è la prima volta che a Torino si sperimenta l'idea di un locale robotizzato. Era già accaduto nell'estate del 2017, in Piazza Vittorio, dove era già stato introdotto un sistema completamente automatizzato di bartending, sviluppato sempre da Makr Shakr. In quel caso però si era trattato di un'iniziativa temporanea, mentre lo Shaker si presenta come un investimento a lungo termine. Avrà successo?

“La prima impressione è di scetticismo” dice ancora Zanotto. Che però. aggiunge “la seconda, io spero, sarà di fiducia”.

Secondo le intenzioni dell'azienda, shaker "ha l'ambizione di unire dai Gen Z tech-savy, agli over 50 curiosi di provare qualcosa di diverso", fungerà anche da “hub per lo sviluppo di nuove tecnologie, inclusa, in futuro, l'intelligenza artificiale”. L'obiettivo, dicono gli ideatori, è quello di “migliorare continuamente l'esperienza di consumo.