Un donatore di sperma vuole conoscere tutti i suoi 96 figli biologici

Il 32enne della Georgia Dylan Stone-Miller ha iniziato al college e 10 anni dopo ha iniziato il suo viaggio per rintracciare questi bambini

di CAMILLA PRATO -
2 settembre 2023
sperm-donation

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Ha iniziato per guadagnare qualche soldo e ora Dylan Stone-Miller ha deciso di lasciare il lavoro per conoscere tutti i 96 figli che sono nati grazie alle sue donazioni di sperma. Una storia curiosa, che ha come protagonista un 32enne della Georgia. Una storia anche di generosità, visto che con il suo gesto ha dato la possibilità a decine di coppie di costruirsi una famiglia, di avere figli quando invece la natura o il destino avevano precluso loro questa opzione.

96 figli biologici grazie alla donazione di seme

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Dylan Stone-Miller, 32 anni, ha iniziato a donare il suo seme quando era al college per bisogno di soldi

Il giovane georgiano, che a soli 32 anni è 'già padre' di almeno 96 figli grazie alla donazione di sperma, ha deciso di mollare il lavoro per rintracciare uno ad uno questi bambini, armato di un foglio di calcolo che riporta i loro nomi e l'ID univoco della banca del seme che gli ha permesso di mettersi in contatto con loro. Pensare che quando ha iniziato a donare il seme era ancora al college e quello era un 'modo semplice' per guadagnare qualcosa in un momento in cui aveva bisogno di soldi. Non si aspettava certo di cambiare la vita a centinaia di persone. All'epoca, infatti, Dylan studiava psicologia alla Georgia State. Dopo essere stato arrestato per guida in stato di ebbrezza, i genitori gli dissero che avrebbe dovuto pagarsi un avvocato, così il ragazzo decise di iscriversi come donatore a pagamento alla Xytex, un'importante banca del seme con sede ad Augusta, in Germania. Stone-Miller ha continuato a donare per sei anni, raccogliendo 100 dollari ciascuna. Ha dichiarato al Wall Street Journal di aver dato il permesso alla banca di rivelare la sua identità alla sua progenie, ma solo dopo che questa avesse compiuto 18 anni.

Dylan Stone-Miller lascia il lavoro per conoscerli tutti

Il viaggio del 32enne per trovare questi bambini è iniziato più di dieci anni dopo, quando è stato contattato dai genitori adottivi di uno di questi. A quel punto era già un affermato ingegnere informatico con un figlio suo.
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Stone-Miller con i suoi genitori (dietro), la moglie e il figlio. L'uomo si è separato nel 2020 e da allora il bambino vive con la madre. Per questo Dylan ha intrapreso il suo viaggio alla ricerca dei bimbi nati grazie alle sue donazioni

Quindi ha scelto di prendersi un periodo di pausa dal lavoro per rintracciare tutti e 96 i bambini e conoscere le loro famiglie, un modo per superare il trauma della separazione da moglie e figlio. Stone-Miller è stato contattato da Alicia Bowes, madre di Harper, 6 anni, concepita grazie a uno dei campioni che lui aveva donato. "Penso a lei come alla mia prima figlia", ha detto Dylan, che ha conosciuto la piccola quando questa aveva 3 anni. Era il 2020 e lui e sua moglie si erano da poco separati. Bowes, che risiede a Edmonton, in Canada, gli ha mandato un messaggio con scritto: "Spero davvero che non ti senta in alcun modo offeso, ma è il giorno del Ringraziamento canadese e volevo dirti quanto la mia famiglia ti sia grata". La corrispondenza tra i due è iniziata dopo che la donna era riuscita a rintracciarlo grazie a una serie di indizi lasciati sul suo file di donatore: aveva in mano solo il nome di battesimo e la professione di psicologo forense del padre, ma è riuscita comunque a risalire a lui.

La famiglia di Harper riunita: le mamme e il donatore

Stone-Miller era, all'epoca, in un momento di grande difficoltà emotiva visto che il suo bambino aveva lasciato la sua casa di East Atlanta per vivere con la madre. Quindi, quando ha aperto la pagina Instagram di Alicia e si è subito trovato davanti la foto della piccola Harper, ha capito cosa avrebbe dovuto fare. Nel giro di pochi giorni, ha chiesto alla signora - una delle due mamme della bambina - se poteva unirsi a un gruppo Facebook già creato a cui lei apparteneva, che ha scoperto perché aveva preso il nome dal suo ID Spermbank. Il 10 luglio ha trascorso ben nove giorni con questa famiglia, in un Airbnb vicino alla loro casa, durante i quali ha fatto anche da babysitter alle bimbe per una notte, in modo che le donne potessero godersi una serata fuori. Ma su una cosa le due madri sono state chiare: "Non vogliamo che Harper si senta come se potesse chiamarlo in qualsiasi modo. Non è suo padre. Se lo chiedesse davanti a noi, le diremmo chiaramente: Dylan non è tuo padre. Non sarà mai tuo padre. Tu non hai un padre. Hai un donatore". Ed è giusto così.