Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » Una lettera di 200 donne contro gli abusi online e la promessa delle big tech di contrastarli

Una lettera di 200 donne contro gli abusi online e la promessa delle big tech di contrastarli

Secondo The Economist il 38% delle donne ha subito abusi online, percentuale che sale al 45% per le generazioni più giovani. Per questo Diane Abbott, Graça Machel, Emma Watson e tante altre hanno firmato una missiva presentata dalla World Wide Web Foundation e rivolta a Facebook, Twitter, TikTok e Google

Marianna Grazi
5 Luglio 2021
nomofobia

Fra gli addetti ai lavori ormai si parl di nomofobia, ovvero la paura di essere disconnessi

Share on FacebookShare on Twitter
Emma Watson

Mettete insieme 200 donne, che provengono dai settori più disparati, da ex capi di stato a leader globali, da donne dello spettacolo, a sportive ad attiviste. Fornite loro carta e penna e un tema su cui scrivere, un tema che le tocca da vicino, che le accomuna tutte, al di là dei confini. Come, ad esempio, gli abusi online. Il risultato è una lettera aperta che affronta questa gravissima emergenza e che arriva dritta dritta sulle ‘scrivanie’ delle piattaforme social e web, Facebook, Twitter, TikTok e Google.

Tra le firmatarie ci sono la politica britannica Diane Abbott, la vedova di Nelson Mandela Graça Machel e l’ex-premier australiana Julia Gillard, l’ex presidente del Cile Michelle Bachelet, ma anche celebrità dello spettacolo, tra cui Annie Lennox, Ashley Judd, Thandiwe Newton ed Emma Watson, e perfino dello sport, come la campionessa di tennis Billie Jean King. “Internet è la piazza del ventunesimo secolo – scrivono – È qui che si svolge il dibattito, si costruiscono comunità, si vendono prodotti e si costruisce una reputazione. Ma per troppe donne, queste piazze digitali non sono sicure. Questa è una minaccia per il progresso sulla parità di genere“. Il testo esorta i Ceo Mark Zuckerberg, Jack Dorsey, Shou Zi Chew e Sundar Pichai a rendere la sicurezza delle donne online una priorità.

Billie Jean King

Nel mondo il 38% delle donne ha subito abusi in rete, e la percentuale sale al 45%, secondo The Economist, per quanto riguarda la Generazione Z e le Millennial, cioè tra le ragazze più giovani e più connesse. Ci sono poi le donne di colore e quelle appartenenti alla comunità LGBTQ+, per le quali l’abuso è spesso peggiore. E le conseguenze possono essere devastanti, causando danni mentali e, sempre più spesso, fisici, come purtroppo ci mostra la cronaca. “Un grande numero di questi ha luogo sui social media, e la portata del fenomeno è globale – proseguono le 200 attiviste nella lettera – Le vostre scelte influenzano il modo in cui miliardi di persone vivono online. Con le vostre straordinarie risorse finanziarie e tecnologiche, avete la capacità e responsabilità di assicurare che le vostre piattaforme prevengano, non alimentano, questi abusi”. Il documento è stato pubblicato dalla World Wide Web Foundation e, contemporaneamente, i quattro giganti del web hanno risposto promettendo di impegnarsi a rivedere i loro sistemi di moderazione e segnalazione online per affrontare questo grave problema sulle loro piattaforme.

Un impegno preso durante il Forum globale per l’uguaglianza di genere, convocato dalle Nazioni Unite a Parigi, e guidato proprio dall’associazione che ha ricevuto e pubblicato la missiva, co-fondata da uno dei padri di Internet, Tim Berners Lee. Le quattro aziende tecnologiche si sono impegnate a contrastare l’emergenza degli abusi online concentrandosi su due aree di interesse: l’impossibilità delle donne di controllare chi può rispondere, commentare e interagire con i loro post e la mancanza di sistemi chiari e affidabili per segnalare gli abusi online.

“Con le loro risorse e la loro portata, queste società hanno il potere di frenare questi abusi e migliorare le esperienze online di centinaia di milioni di donne e ragazze – spiega Azmina Dhrodia, Senior Policy Manager della Web Foundation – Ora hanno la possibilità di lavorare con i principali esperti di diversi settori per co-creare soluzioni che possono portare ad un vero cambiamento. Gli impegni che hanno preso oggi dovrebbero essere celebrati come un trampolino di lancio per affrontare gli abusi contro le donne come priorità assoluta”. “Non vediamo l’ora di lavorare con altri leader e aziende tecnologiche per rendere Internet un luogo più sicuro per tutte le donne nel mondo”, commenta Antigone Davis, Global Head of Safety di Facebook.

Potrebbe interessarti anche

a “Tali e quali show”
Spettacolo

I mille volti di Elisa Liistro, da influencer a ‘Tali e Quali’

27 Marzo 2023
Giudizi e pregiudizi di genere: se ne parla a Firenze nel convegno "DivinaMente Donna"
Lifestyle

Giudizi e pregiudizi di genere: a Firenze il convegno “DivinaMente Donna”

31 Marzo 2023
Il 2 aprile è la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo
Attualità

Autismo, 10 cose che un bambino vorrebbe tu sapessi

31 Marzo 2023

Instagram

  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Emma Watson
Mettete insieme 200 donne, che provengono dai settori più disparati, da ex capi di stato a leader globali, da donne dello spettacolo, a sportive ad attiviste. Fornite loro carta e penna e un tema su cui scrivere, un tema che le tocca da vicino, che le accomuna tutte, al di là dei confini. Come, ad esempio, gli abusi online. Il risultato è una lettera aperta che affronta questa gravissima emergenza e che arriva dritta dritta sulle 'scrivanie' delle piattaforme social e web, Facebook, Twitter, TikTok e Google. Tra le firmatarie ci sono la politica britannica Diane Abbott, la vedova di Nelson Mandela Graça Machel e l’ex-premier australiana Julia Gillard, l'ex presidente del Cile Michelle Bachelet, ma anche celebrità dello spettacolo, tra cui Annie Lennox, Ashley Judd, Thandiwe Newton ed Emma Watson, e perfino dello sport, come la campionessa di tennis Billie Jean King. "Internet è la piazza del ventunesimo secolo - scrivono - È qui che si svolge il dibattito, si costruiscono comunità, si vendono prodotti e si costruisce una reputazione. Ma per troppe donne, queste piazze digitali non sono sicure. Questa è una minaccia per il progresso sulla parità di genere". Il testo esorta i Ceo Mark Zuckerberg, Jack Dorsey, Shou Zi Chew e Sundar Pichai a rendere la sicurezza delle donne online una priorità.
Billie Jean King
Nel mondo il 38% delle donne ha subito abusi in rete, e la percentuale sale al 45%, secondo The Economist, per quanto riguarda la Generazione Z e le Millennial, cioè tra le ragazze più giovani e più connesse. Ci sono poi le donne di colore e quelle appartenenti alla comunità LGBTQ+, per le quali l'abuso è spesso peggiore. E le conseguenze possono essere devastanti, causando danni mentali e, sempre più spesso, fisici, come purtroppo ci mostra la cronaca. "Un grande numero di questi ha luogo sui social media, e la portata del fenomeno è globale - proseguono le 200 attiviste nella lettera - Le vostre scelte influenzano il modo in cui miliardi di persone vivono online. Con le vostre straordinarie risorse finanziarie e tecnologiche, avete la capacità e responsabilità di assicurare che le vostre piattaforme prevengano, non alimentano, questi abusi". Il documento è stato pubblicato dalla World Wide Web Foundation e, contemporaneamente, i quattro giganti del web hanno risposto promettendo di impegnarsi a rivedere i loro sistemi di moderazione e segnalazione online per affrontare questo grave problema sulle loro piattaforme. Un impegno preso durante il Forum globale per l'uguaglianza di genere, convocato dalle Nazioni Unite a Parigi, e guidato proprio dall'associazione che ha ricevuto e pubblicato la missiva, co-fondata da uno dei padri di Internet, Tim Berners Lee. Le quattro aziende tecnologiche si sono impegnate a contrastare l'emergenza degli abusi online concentrandosi su due aree di interesse: l'impossibilità delle donne di controllare chi può rispondere, commentare e interagire con i loro post e la mancanza di sistemi chiari e affidabili per segnalare gli abusi online. "Con le loro risorse e la loro portata, queste società hanno il potere di frenare questi abusi e migliorare le esperienze online di centinaia di milioni di donne e ragazze - spiega Azmina Dhrodia, Senior Policy Manager della Web Foundation - Ora hanno la possibilità di lavorare con i principali esperti di diversi settori per co-creare soluzioni che possono portare ad un vero cambiamento. Gli impegni che hanno preso oggi dovrebbero essere celebrati come un trampolino di lancio per affrontare gli abusi contro le donne come priorità assoluta". "Non vediamo l'ora di lavorare con altri leader e aziende tecnologiche per rendere Internet un luogo più sicuro per tutte le donne nel mondo", commenta Antigone Davis, Global Head of Safety di Facebook.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto