Emma Watson
Mettete insieme
200 donne, che provengono dai settori più disparati, da ex capi di stato a leader globali, da donne dello spettacolo, a sportive ad attiviste. Fornite loro carta e penna e un tema su cui scrivere, un tema che le tocca da vicino, che le accomuna tutte, al di là dei confini. Come, ad esempio,
gli abusi online. Il risultato è una lettera aperta che affronta questa gravissima emergenza e che arriva dritta dritta sulle 'scrivanie' delle piattaforme social e web,
Facebook, Twitter, TikTok e Google. Tra le firmatarie ci sono la politica britannica
Diane Abbott, la vedova di Nelson Mandela
Graça Machel e l’ex-premier australiana
Julia Gillard, l'ex presidente del Cile
Michelle Bachelet, ma anche celebrità dello spettacolo, tra cui
Annie Lennox, Ashley Judd, Thandiwe Newton ed Emma Watson, e perfino dello sport, come la campionessa di tennis
Billie Jean King. "Internet è la piazza del ventunesimo secolo - scrivono - È qui che si svolge il dibattito, si costruiscono comunità, si vendono prodotti e si costruisce una reputazione. Ma per troppe donne, queste
piazze digitali non sono sicure. Questa è una minaccia per il progresso sulla
parità di genere". Il testo esorta i Ceo Mark Zuckerberg, Jack Dorsey, Shou Zi Chew e Sundar Pichai a rendere la sicurezza delle donne online una priorità.
Billie Jean King
Nel mondo il
38% delle donne ha subito abusi in rete, e la percentuale sale al
45%, secondo The Economist, per quanto riguarda la
Generazione Z e le Millennial, cioè tra le ragazze più giovani e più connesse. Ci sono poi le donne di colore e quelle appartenenti alla comunità LGBTQ+, per le quali l'abuso è spesso peggiore. E le conseguenze possono essere devastanti, causando danni mentali e, sempre più spesso, fisici, come purtroppo ci mostra la cronaca. "Un grande numero di questi ha luogo sui social media, e la portata del fenomeno
è globale - proseguono le 200 attiviste nella lettera - Le vostre scelte influenzano il modo in cui miliardi di persone vivono online. Con le vostre straordinarie risorse finanziarie e tecnologiche, avete
la capacità e responsabilità di assicurare che le vostre piattaforme prevengano, non alimentano, questi abusi". Il documento è stato pubblicato dalla
World Wide Web Foundation e, contemporaneamente, i quattro giganti del web hanno risposto promettendo di impegnarsi a rivedere i loro sistemi di moderazione e segnalazione online per affrontare questo grave problema sulle loro piattaforme. Un impegno preso durante il
Forum globale per l'uguaglianza di genere, convocato dalle Nazioni Unite a Parigi, e guidato proprio dall'associazione che ha ricevuto e pubblicato la missiva, co-fondata da uno dei padri di Internet, Tim Berners Lee. Le quattro aziende tecnologiche si sono impegnate a contrastare l'emergenza degli abusi online concentrandosi su due aree di interesse:
l'impossibilità delle donne
di controllare chi può rispondere, commentare e interagire con i loro post e la
mancanza di sistemi chiari e affidabili
per segnalare gli abusi online. "Con le loro risorse e la loro portata, queste società hanno il potere di frenare questi abusi e migliorare le esperienze online di centinaia di milioni di donne e ragazze - spiega Azmina Dhrodia, Senior Policy Manager della Web Foundation - Ora hanno la possibilità di lavorare con i principali esperti di diversi settori per
co-creare soluzioni che possono portare ad un vero cambiamento. Gli impegni che hanno preso oggi dovrebbero essere celebrati com
e un trampolino di lancio per affrontare gli abusi contro le donne come priorità assoluta". "Non vediamo l'ora di lavorare con altri leader e aziende tecnologiche per rendere
Internet un luogo più sicuro per tutte le donne nel mondo", commenta Antigone Davis, Global Head of Safety di Facebook.