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Il Vocabolario delle parole di Luce!: si parte con "Gentilezza", l'orizzonte dell'umanità

di MAURIZIO COSTANZO -
21 maggio 2022
gentilezza

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Anche le parole hanno un loro (triste) destino: nascono, vivono e a volte muoiono, proprio come gli esseri umani. Alcune, le più ‘anziane’, smettono di esistere nel momento stesso in cui cadono in disuso. Scompaiono perché passano di moda, vanno in pensione perché lasciate così tanto a lungo nel cassetto da venire dimenticate, per sempre. Una parola invecchia quando non è più d’uso comune o di moda, quando non risulta più moneta di scambio di pensieri, quando smette di essere messa in circolo dai media, quando l’usura del tempo ha la meglio, e nelle conversazione se ne fa tranquillamente a meno. Prima di depennarle dalle loro pagine, alcuni dizionari lanciano un pubblico allarme, a più riprese raccolto da scrittori, intellettuali e gente comune, che si precipitano ad ‘adottarle’, salvandole da un immeritato oblio.

Perché è necessario salvare le parole

C’è un altro destino (se possibile ancora più triste) a cui vanno incontro parole tra le più comuni: amore, pace, rispetto, empatia, inclusione, diritti, ascolto, ecc. Loro non rischiano di venire cancellate, anzi. Ma ‘disabitate’ sì. E una volta svuotate di senso, di significato e di valore, rischiano di morire di una morte peggiore: di solitudine e ipocrisia. Salvarle, significa salvare noi stessi. Proteggerle, equivale a preservarle dalla nostra stessa indifferenza. Riscoprirle, significa ricucire lo strappo tra l’uomo e l’umanità. È quello a cui Luce! lavora ogni giorno: mostrare nitidamente agli occhi che accumulano polvere, le fondamenta per un mondo e un tempo nuovo, più civile e felice. Inclusivo e rispettoso, consapevole e positivo, dove non esistono diversità, disparità o debolezze. Uno sforzo che si oppone a tutte quelle terminologie improprie che, al contrario, e spesso (in)volontariamente, finiscono per nobilitare l’ignobile.  Per riuscire pienamente in questo compito, ci sono parole da rimettere in gioco, da riportare al centro delle cose, attraverso cui far ripartire l’ingranaggio del corretto stare insieme.

Salvare le parole significa salvare noi stessi. Proteggerle equivale a preservarle dalla nostra stessa indifferenza. Riscoprirle significa ricucire lo strappo tra l’uomo e l’umanità

Il Vocabolario delle parole di Luce!: si parte con "Gentilezza"

Luce! ha pensato allora di costruire insieme a voi lettori un Vocabolario di “parole nuove”, da scoprire e riscoprire. Abbiamo deciso di iniziare da ‘Gentilezza’, orizzonte dell’umanità, nel cui nome Firenze si appresta a diventare capitale ospitando un festival dedicato. Non serve essere eroi per essere gentili: tutti siamo chiamati all’esercizio di questa virtù, compiendo gesti anche minuscoli, ma in grado di cambiare il mondo passo dopo passo, attimo dopo attimo, forse lentamente, ma inesorabilmente.

Gli atti di gentilezza – merce rara nei rapporti umani - affiorano pacati, entrano a piccoli passi, rinsaldano lo stare insieme, placano le tristezze, ci rendono giusti. Ovunque c’è cura, presenza, attenzione, armonia e dunque bellezza, lì ci troviamo nella casa della gentilezza. Si può spargerne i semi ovunque e con chiunque, non è questione di indole o di buona educazione. In un mondo in cui le cattive maniere si sono impadronite dei comportamenti, un gesto o una parola gentile appare quasi come un ristoro, dà sollievo a un cuore appesantito, rinfranca dal dolore.

In un mondo in cui le cattive maniere si sono impadronite dei comportamenti, un gesto gentile dà sollievo a un cuore appesantito

Come sarebbe il mondo se tutti fossimo gentili?

Come sarebbe un mondo abitato da anime, pensieri e azioni gentili? La natura che ci circonda sarebbe rispettata, non inquinata. Gli anziani non soffrirebbero mai di solitudine, i poveri non patirebbero mai la fame. Non esisterebbero giudizi e pregiudizi, offese e contrasti. Nessuno alzerebbe mai la voce. I rapporti d’amore si nutrirebbero di cura e attenzione verso l’altro, non ci sarebbe spazio alcuno per la violenza. E le guerre non avrebbero motivo di esistere, certamente non nei termini di barbarie in cui siamo abituati oggi a conoscerle: secondo gli antichi Greci, persino il feroce dio Marte, prima di imparare l’uso delle armi, venne istruito all’arte gentile per eccellenza: la danza. Per fare in modo che, una volta educato alla gentilezza dei gesti, questa gli permettesse di conservare tratti umani ed etici persino in battaglia.

Non deve stupire che un uomo immenso come Leonardo da Vinci, amante e rispettoso della natura, era prima di tutto un’anima gentile, capace di realizzare non solo capolavori frutti del suo genio, ma anche di compiere piccoli atti di rara delicatezza. A Firenze ad esempio era solito andare per mercati a comprare uccellini, a cui puntualmente un attimo dopo apriva la gabbia per restituire loro la libertà perduta.

Gentilezza: voce del verbo vivere”, le parole sono infatti il fondamento della società, essenza stessa della nostra vita e del nostro stare insieme, su cui è bene non smettere mai di riflettere attentamente. Si scopre così che una parola così eccezionale – come vita - nasconde una bella particolarità: il non avere contrari. ‘Morire’ – contrariamente a quanto comunemente si pensa - è infatti il contrario della parola ‘nascere’. La ‘vita’, di per sé, non ha contrari.

Non serve essere eroi per essere gentili: tutti siamo chiamati all'esercizio di questa virtù, compiendo gesti anche minuscoli, ma in grado di cambiare il mondo

L'appello di Luce! ai lettori: diteci le tre parole che vorreste salvare o cancellare

Possiamo solo immaginare quali parole abbiano avuto un significato speciale nelle vite dei grandi della nostra storia: per San Francesco ‘povertà’, per Pasolini ‘gioventù’. Ora sta a voi indicarci quelle che vi stanno più a cuore: le tre parole che vorreste salvare o cancellare per sempre e che andranno a comporre il vocabolario di Luce!. Come diceva Jorge Luis Borges nella poesia ‘I giusti’, tutti in fondo cerchiamo di salvare il mondo in qualche modo, anche senza saperlo. L’invito è dunque a farlo prendendo in mano la penna, l’arma più potente di tutte, per contribuire alla costruzione, mattone su mattone, di una nuova coscienza culturale del nostro tempo.

Per contattare la redazione di Luce! potete scriverci alla mail [email protected], oppure su Instagram, TikTok, TwitterFacebook.

‘I giusti’ secondo Jorge Luis Borges

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire. 

Chi è contento che sulla terra esista la musica. 

Chi scopre con piacere un’etimologia. 

Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi. 

Il ceramista che premedita un colore e una forma. 

Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace. 

Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto. 

Chi accarezza un animale addormentato. 

Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto. 

Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson. 

Chi preferisce che abbiano ragione gli altri. 

Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo