Carlotta e Alessia, storia di un'amicizia dalla piscina al podio. Col segreto di un video motivazionale, inviato da Tokyo un mese fa

di LEO TURRINI -
26 agosto 2021
nuotatrici

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Davvero a volte il mondo è più piccolo di quanto la nostra fantasia ritenga di poter immaginare. La faccio breve. Meno di un mese fa stavo a Tokyo, all’interno dell’immenso e meravigliosa piscina che ospitava le gare olimpiche di Gregorio Paltrinieri, Federica Pellegrini, Simona Quadarella e degli altri nuotatori azzurri. All’improvviso, mi arrivò sul cellulare una curiosa richiesta: potevo realizzare un breve video da inoltrare ad una campionessa Paralimpica che stava completando in Italia la preparazione vista della sua avventura a cinque cerchi? Impossibile rifiutarsi. E così, Alessia Berra, brianzola classe 1994, ricevette sul suo smartphone l’immagine di quello che, da lì a poco, sarebbe stato il palcoscenico del suo sogno Paralimpico. E che sogno, è venuto il momento di aggiungere. Nella stessa vasca, la sirenetta brianzola ha conquistato la medaglia d’argento nei 100 farfalla completando un trionfo italiano che è una storia di passione, di dedizione, di entusiasmo.

L'abbraccio fra Carlotta Gilli (a destra) e Alessia Berra

Insieme, cantando Fratelli - pardon - Sorelle d'Italia

Bellissima, anche per chi vorrebbe sempre evitare di cedere alla retorica, è stata la scena del podio: Carlotta Gilli, la piemontese straordinaria medaglia d’oro, unita nel canto di Fratelli (in questo caso, sorelle!) d’Italia alla compagna medaglia d’argento. L’impresa di Carlotta non è stata certo una sorpresa, almeno per quanti tengono d’occhio le vicende del nuoto Paralimpico.

Nel nostro paese abbiamo una scuola, siamo stati capaci di consolidare una tradizione.

La piemontese Carlotta domina da anni la categoria, tanto che alla vigilia il vero interrogativo riguardava la qualità cronometrica della sua prestazione. Che ovviamente c’è stata, anche se non è arrivato il record mondiale.

Ma poco importa.

Importa di più, sinceramente, una storia di amicizia, che poi è la somma di un faticare continuo, è la somma di ore sottratte al divertimento in nome della fatica, per tradurre in gesti agonisticamente concreti il desiderio fortissimo di conoscere e far conoscere una prospettiva di vita migliore.

Carlotta e Alessia si sono stimolate a vicenda.

Hanno persino studiato un piano d’azione comune per la gara. La prima doveva dettare il ritmo per andare a prendersi una vittoria annunciata, mentre alla brianzola spettava il compito di emergere alla distanza, sfruttando in maniera perfetta tutto quanto imparato nuotando nella stessa vasca insieme alla compagna.

Missione compiuta. E forse, lo ammetto sorridendo, nemmeno ci sarebbe stato bisogno di quel video motivazionale inviato da Tokyo meno di un mese fa…