“La barriera che mi fa più paura è quella culturale”. Come dare torto a Rosa Efomo De Marco, nata a Palermo, classe 2001, atleta paralimpica di badminton, che lancia un messaggio potente ma anche uno spunto di riflessione per i meno pigri.
A rilanciarlo è la Polizia di Stato. Anche in occasione dei XVII giochi paralimpici di Parigi 2024, infatti, continua la collaborazione tra il Comitato italiano paralimpico (Cip) e l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), organismo interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza che si occupa di prevenzione e contrasto ai crimini e discorsi d’odio, con una particolare vocazione nel supportare le vittime di questi reati nel percorso della denuncia.
Per promuovere i valori dello sport come strumento di contrasto ad ogni forma di discriminazione, in particolar modo legata alla disabilità, CIip e Oscad hanno recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa che porterà anche alla realizzazione di attività di sensibilizzazione presso le scuole su tutto il territorio nazionale.
Ed è proprio dalla straordinaria vetrina dei giochi di Parigi che gli atleti paralimpici di tutto il mondo lanceranno messaggi di inclusione e di contrasto all’odio in una cornice in cui la resilienza e la voglia di superare gli ostacoli rappresentano la più concreta testimonianza di valorizzazione delle unicità e delle diversità.
"Un desiderio al di la' dello sport sarebbe avere tanta inclusione - ha aggiunto De Marco - non
solo sulla disabilita', ma anche sulla carnagione, i gusti e sulla diversità. Su tutti i colori del mondo. Per me lo sport rappresenta tanta disciplina, tanto sacrificio e soprattutto la pazienza, è un modo per conoscere sè stessi".