Paralimpiadi: 141 azzurri alla conquista di Parigi. Da Sabatini a Mazzone e Bebe Vio

La spedizione italiana è pronta a battere il record di medaglie di Tokyo

di LORENZO LONGHI
27 agosto 2024

Parigi, 27 agosto 2024 –  Quattro settembre 2021, il giorno prima delle cerimonia di chiusura, sulla stessa pista che, poco più di un mese prima, aveva incoronato Marcell Jacobs imperatore dei 100 metri piani, quel pomeriggio tre ragazze scrissero un capitolo indelebile della storia paralimpica azzurra: oro, argento e bronzo nei 100 metri femminili categoria T63, medaglie che finirono al collo rispettivamente di Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto.

Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, tutte e tre a podio nella finale dei 100 metri
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Il record di Tokyo

La protesi al posto di una gamba, la velocità nel sangue, una giornata epica in una Paralimpiade che, per l’Italia, fu un vero e proprio record: 69 podi in 11 discipline per 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi, con ben 39 medaglie dal nuoto e gli azzurri nella top 5 del medagliere olimpico in vasca. Accadeva tre anni fa, ma alla vigilia delle Paralimpiadi di Parigi, che cominceranno ufficialmente il 28 agosto con la cerimonia di apertura e si chiuderanno l’8 settembre, la spedizione azzurra sa che dovrà cercare di superare sé stessa, ancora una volta.

In gara 141 atleti

Una delegazione mai così numerosa, composta da 141 atleti, quasi equamente divisi per genere (71 uomini, 70 donne), pronta a gareggiare nel contesto di un’edizione che vedrà circa 4.400 partecipanti da 185 nazioni diverse. Parlando all’Ansa Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, ha spiegato che i numeri della spedizione italiana significano che “che le Federazioni, gli staff tecnici, le associazioni sportive di base e dei Corpi militari a cui appartengono gli atleti, e il Comitato paralimpico stesso, hanno lavorato bene. E ora incrociamo le dita; il raffronto con Tokyo può essere molto difficile, ma siamo ottimisti”. 

Proprio Ambra Sabatini e l’eclettico Luca Mazzone – già a medaglia nel nuoto e nella handbike – saranno i portabandiera italiani, ancora una volta nel nome di Alex Zanardi, una sorta di nume tutelare per tutti gli atleti, e di un Paese che delle Paralimpiadi rappresenta la storia, a livello di protagonisti iconici (appunto Zanardi, Bebe Vio, Assunta Legnante, Federico Morlacchi) e passato.

Roma 1960 fu la casa madre, l’alma mater di ciò che i Giochi paralimpici sarebbero diventati successivamente, e se è vero che proprio la prima edizione, quella della Capitale, portò all’Italia ben 80 podi, è anche vero che da allora sono passati oltre sei decenni nei quali il movimento, nella diffusione, nei numeri e nella presa di coscienza, ha raggiunto livelli tali (anche in termini di competitività) da rendere impossibile e inattuale qualsiasi paragone. Ma dall’idea e dalla sua prima realizzazione si è arrivati qui, a Parigi, all’edizione numero 17. E chissà, forse sarà la più bella di tutte, a prescindere dai risultati.

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