Successi e medaglie a pioggia, Rai2 che trasmette le gare dalla mattina alla sera affiancando in questo il già costante impegno di RaiSport, i media che intervistano i protagonisti raccontando le loro imprese sui campi gara e le loro storie, i social che diventano luogo di rappresentazione e di espressione di tanti campioni e campionesse che di solito restano in ombra. Eppure…
Paralimpiadi insieme alle olimpiadi, altrimenti è discriminazione
“Penso che lo sport paralimpico ancora debba crescere parecchio perché ancora viene guardato male: ‘quello è un disabile’, ‘quello è amputato". Ancora le discriminazioni... ma per me non devono esistere. Siamo tutti uguali”.
Lo afferma Rigivan Ganeshamoorthy, che il 2 settembre ha ricevuto la sua medaglia d’oro conquistata nel lancio del disco nella categoria F52 alla Paralimpiadi nel corso della cerimonia allo Stade De France. “Come nel 1960 dobbiamo tornare. Olimpiadi e Paralimpiadi insieme. A Roma le hanno fatte. Le hanno fatte loro 64 anni fa e nel 2024 ancora c'è questa discriminazione”.
Il rapporto con lo sport
Il 25enne romano, che è diventato virale sui social per la sua ironia e la leggerezza con cui parla della sua condizione, senza alcun pietismo o tono di auto commiserazione, ci tiene a dire la sua in tema di barriere che ancora tengono molte persone con disabilità lontane dall’attività sportiva. “Io non ho mai praticato sport prima della disabilità”, racconta l’azzurro che a causa di una caduta nel 2019 e della lesione spinale conseguente è costretto sulla sedia a rotelle e per la sindrome di Guillian-Barré che ha limitato le facoltà respiratorie deve avere sempre con sé l’ossigeno.
“Prima ho iniziato con il basket, poi ho conosciuto il nuoto, poi l'atletica leggera. Poi la scherma, che ancora mi piace tanto ma ho dovuto smettere perché ho un tubo con l'ossigeno. Poi tre mesi fa sono ricascato nel mondo dell'atletico. E poi qui a Parigi è stato un battito di ciglia”, aggiunge. “L'emozione l'ho avuto all'inno. Alla consegna della medaglia, normale... Non lo so. Prima ero divorato dall'ansia per la paura di sbagliare, le persone che ti guardano. Poi salito sulla pedana è sparito tutto ed ho sparato più forte che potevo", conclude.
Cinque cerchi sulla Torre Eiffel, Ipc: “Allora anche Agitos”
Parlando di discriminazione, di trattamento diverso tra Giochi olimpici e paralimpici, un c’è un altro episodio che ricorda quanto ancora questi muri divisivi ancora esistano: la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha annunciato infatti di voler mantenere i cinque cerchi olimpici sulla Torre Eiffel anche dopo i Giochi, provocando in Francia un acceso dibattito che non si placa. Ma il dibattito coinvolge anche il Comitato Paralimpico Internazionale (Ipc), da cui arriva la richiesta alle autorità parigine di “un luogo in cui gli Agitos possano rimanere permanentemente in città”. Insomma se si mantiene un simbolo va tenuto anche l’altro, altrimenti siamo di nuovo di fronte a una disaprità di tarttamento ingiustificata.
Queste mezzelune rosse, blu e verdi, che simboleggiano i Giochi paralimpici e sono state ribattezzate appunto 'Agitos' (“Sono in movimento”), ora sono installate sulla facciata superiore dell'Arco di Trionfo e si 'affacciano' quindi sugli Champs-Elysées. “Si discute molto su dove dovrebbero stare gli anelli, ma non dovremmo dimenticare gli Agitos – ha detto il portavoce dell'Ipc Craig Spence durante un briefing con la stampa –. Vorrei davvero che avessimo un posto dove far stare gli Agitos qui in città per celebrare quella che penso sia, di gran lunga, la più spettacolare Paralimpiade della nostra storia”.