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Home » Politica » Australia, la senatrice aborigena definisce la regina Elisabetta II una “colonizzatrice”

Australia, la senatrice aborigena definisce la regina Elisabetta II una “colonizzatrice”

Lidia Thorpe, dei Verdi, ha dovuto ripetere il suo giuramento di fedeltà alla sovrana non senza un certo sdegno dopo l'intervento del presidente del Senato e le critiche di altri politici

Marianna Grazi
2 Agosto 2022
Lidia Thorpe senatrice australia

La senatrice Lidia Thorpe, dei Verdi, ha dovuto rifare il suo giuramento di fedeltà al Senato dopo aver definito Elisabetta II una 'colonizzatrice'

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Pugno alzato, sguardo di sfida e nessun timore nel definire la regina Elisabetta II, capo di stato in Australia (in quanto il Paese oceanico fa parte del Commonwealth), una “colonizzatrice“. Dopo questa esternazione, lunedì primo agosto, Lidia Thorpe, dei Verdi, è stata invitata a ripetere il suo giuramento di fedeltà al Senato ed è stata rimproverata dai suoi colleghi parlamentari, uno dei quali le ha urlato: “Non sei una senatrice se non lo fai come si deve”.

Il giuramento di fedeltà

Assente dal Parlamento la scorsa settimana, quando gli altri senatori hanno prestato giuramento, Lidia Thorpe ha prestato il suo giuramento il primo agosto. La politica di Victoria si è avvicinata al palco del Senato con il pugno destro alzato in aria e quando le è stato chiesto di recitare la formula ufficiale scritta su un biglietto ha detto:

“Io, Lidia Thorpe, giuro solennemente e sinceramente di essere fedele e di portare vera fedeltà a Sua Maestà colonizzatrice, la Regina Elisabetta II”

La parola “colonizzatrice”, ovviamente, non è presente nel giuramento formale ma simboleggia la protesta della senatrice contro il passato coloniale dell’Impero britannico e contro le violenze subite dai popoli aborigeni australiani. La presidente del Senato laburista, Sue Lines, è intervenuta, mentre dagli altri senatori sono iniziati ad alzarsi mormorii e critiche contro la Thorpe. “Per favore, reciti il giuramento”, le ha richiesto indicandole la formula scritta sul cartoncino. La donna si è prima girata per parlare con un senatore laburista alle sue spalle che sembrava esprimere ulteriori critiche, poi, non senza un certo sdegno, ha ripetuto il giuramento come stampato. Un altro senatore è stato sentito dire “a nessuno di noi piace“. La senatrice ribelle, dopo la seduta, ha poi twittato “la sovranità non è mai stata ceduta”, condividendo anche una una foto dell’evento mattutino.

Sovereignty never ceded. https://t.co/OowLrlUApy

— Senator Lidia Thorpe (@SenatorThorpe) August 1, 2022

La sezione 42 della costituzione australiana

La sezione 42 della Costituzione australiana stabilisce che “ogni senatore e ogni membro della Camera dei Rappresentanti, prima di prendere posto, deve prestare e sottoscrivere” il giuramento. Ma la professoressa Anne Twomey, esperta di diritto costituzionale presso l’Università di Sydney, ha affermato che spetta al Parlamento decidere se il mancato giuramento o il rifiuto di prestarlo impedisca a qualcuno di assumere la carica di senatore. “Trattandosi di un procedimento interno al Parlamento, dubito che sia “giustiziabile”, cioè non credo che possa essere portato davanti a un tribunale”, ha dichiarato al Guardian Australia. “Spetta ai presidenti delle Camere far rispettare la sezione 42”. Twomey ha detto che Lidia Thorpe avrebbe potuto decidere di non occupare il suo seggio, se non fosse stata disposta a giurare fedeltà alla Regina. “In caso contrario, non avrebbe potuto sedersi o votare. Avrebbe avuto diritto ad altri poteri e privilegi… Tuttavia, se non si presentasse per due mesi consecutivi senza il permesso del Senato, il suo posto diventerebbe vacante ai sensi della sezione 19 della Costituzione”, ha specificato.

“Non siamo più britannici”

Matt Thistlethwaite, viceministro della Repubblica, ha definito il giuramento di fedeltà alla regina d’Inghilterra “arcaico e ridicolo”

La settimana scorsa il viceministro della Difesa e della Repubblica, Matt Thistlethwaite, ha dichiarato al quotidiano Nine che giurare fedeltà alla Regina è “arcaico e ridicolo”. “Non rappresenta l’Australia in cui viviamo ed è un’ulteriore prova del perché dobbiamo iniziare a discutere sul diventare una repubblica con un nostro capo di Stato”, ha dichiarato. “Non siamo più britannici“. Tuttavia, secondo la Costituzione australiana, tutti i senatori e i deputati devono giurare fedeltà alla Regina e ai suoi eredi e successori prima di sedere in Parlamento. Questa disposizione non può essere cambiata senza un referendum, che Thistlethwaite ha detto che sarebbe stato fatto solo come parte di un più ampio movimento verso una repubblica in un futuro mandato di governo.
Il mese scorso la senatrice aborigena dei Verdi ha descritto l’Australia come un “progetto coloniale”, sostenendo che la bandiera nazionale non la rappresenta. “Rappresenta la colonizzazione di queste terre e non ha il motivo di rimanere così, non c’è stato alcun consenso, non c’è stato alcun trattato, quindi quella bandiera non mi rappresenta“, ha spiegato a Channel 10’s The Project. Thorpe ha detto anche di essersi candidata al Parlamento “per mettere in discussione l’occupazione illegittima del sistema coloniale in questo Paese”. “Sono qui per il mio popolo e sacrificherò il giuramento di fedeltà al colonizzatore per entrare nei media come sto facendo ora, per entrare in Parlamento come faccio ogni giorno”, ha detto.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Pugno alzato, sguardo di sfida e nessun timore nel definire la regina Elisabetta II, capo di stato in Australia (in quanto il Paese oceanico fa parte del Commonwealth), una "colonizzatrice". Dopo questa esternazione, lunedì primo agosto, Lidia Thorpe, dei Verdi, è stata invitata a ripetere il suo giuramento di fedeltà al Senato ed è stata rimproverata dai suoi colleghi parlamentari, uno dei quali le ha urlato: "Non sei una senatrice se non lo fai come si deve".

Il giuramento di fedeltà

Assente dal Parlamento la scorsa settimana, quando gli altri senatori hanno prestato giuramento, Lidia Thorpe ha prestato il suo giuramento il primo agosto. La politica di Victoria si è avvicinata al palco del Senato con il pugno destro alzato in aria e quando le è stato chiesto di recitare la formula ufficiale scritta su un biglietto ha detto:
"Io, Lidia Thorpe, giuro solennemente e sinceramente di essere fedele e di portare vera fedeltà a Sua Maestà colonizzatrice, la Regina Elisabetta II"
La parola "colonizzatrice", ovviamente, non è presente nel giuramento formale ma simboleggia la protesta della senatrice contro il passato coloniale dell’Impero britannico e contro le violenze subite dai popoli aborigeni australiani. La presidente del Senato laburista, Sue Lines, è intervenuta, mentre dagli altri senatori sono iniziati ad alzarsi mormorii e critiche contro la Thorpe. "Per favore, reciti il giuramento", le ha richiesto indicandole la formula scritta sul cartoncino. La donna si è prima girata per parlare con un senatore laburista alle sue spalle che sembrava esprimere ulteriori critiche, poi, non senza un certo sdegno, ha ripetuto il giuramento come stampato. Un altro senatore è stato sentito dire "a nessuno di noi piace". La senatrice ribelle, dopo la seduta, ha poi twittato "la sovranità non è mai stata ceduta", condividendo anche una una foto dell'evento mattutino.

Sovereignty never ceded. https://t.co/OowLrlUApy

— Senator Lidia Thorpe (@SenatorThorpe) August 1, 2022

La sezione 42 della costituzione australiana

La sezione 42 della Costituzione australiana stabilisce che "ogni senatore e ogni membro della Camera dei Rappresentanti, prima di prendere posto, deve prestare e sottoscrivere" il giuramento. Ma la professoressa Anne Twomey, esperta di diritto costituzionale presso l'Università di Sydney, ha affermato che spetta al Parlamento decidere se il mancato giuramento o il rifiuto di prestarlo impedisca a qualcuno di assumere la carica di senatore. "Trattandosi di un procedimento interno al Parlamento, dubito che sia "giustiziabile", cioè non credo che possa essere portato davanti a un tribunale", ha dichiarato al Guardian Australia. "Spetta ai presidenti delle Camere far rispettare la sezione 42". Twomey ha detto che Lidia Thorpe avrebbe potuto decidere di non occupare il suo seggio, se non fosse stata disposta a giurare fedeltà alla Regina. "In caso contrario, non avrebbe potuto sedersi o votare. Avrebbe avuto diritto ad altri poteri e privilegi... Tuttavia, se non si presentasse per due mesi consecutivi senza il permesso del Senato, il suo posto diventerebbe vacante ai sensi della sezione 19 della Costituzione", ha specificato.

"Non siamo più britannici"

Matt Thistlethwaite, viceministro della Repubblica, ha definito il giuramento di fedeltà alla regina d'Inghilterra "arcaico e ridicolo"
La settimana scorsa il viceministro della Difesa e della Repubblica, Matt Thistlethwaite, ha dichiarato al quotidiano Nine che giurare fedeltà alla Regina è "arcaico e ridicolo". "Non rappresenta l'Australia in cui viviamo ed è un'ulteriore prova del perché dobbiamo iniziare a discutere sul diventare una repubblica con un nostro capo di Stato", ha dichiarato. "Non siamo più britannici". Tuttavia, secondo la Costituzione australiana, tutti i senatori e i deputati devono giurare fedeltà alla Regina e ai suoi eredi e successori prima di sedere in Parlamento. Questa disposizione non può essere cambiata senza un referendum, che Thistlethwaite ha detto che sarebbe stato fatto solo come parte di un più ampio movimento verso una repubblica in un futuro mandato di governo. Il mese scorso la senatrice aborigena dei Verdi ha descritto l'Australia come un "progetto coloniale", sostenendo che la bandiera nazionale non la rappresenta. "Rappresenta la colonizzazione di queste terre e non ha il motivo di rimanere così, non c'è stato alcun consenso, non c'è stato alcun trattato, quindi quella bandiera non mi rappresenta", ha spiegato a Channel 10's The Project. Thorpe ha detto anche di essersi candidata al Parlamento "per mettere in discussione l'occupazione illegittima del sistema coloniale in questo Paese". "Sono qui per il mio popolo e sacrificherò il giuramento di fedeltà al colonizzatore per entrare nei media come sto facendo ora, per entrare in Parlamento come faccio ogni giorno", ha detto.
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