Un passo avanti per il riconoscimento di un diritto fondamentale di decine di minori. A
Bologna è stata approvata la
modifica allo statuto del Comune, che impegna l'amministrazione a inserire un riferimento al principio dello
'Ius soli' e
la cittadinanza onoraria per minori stranieri. Mentre a Roma, in Parlamento, la
legge sulla cittadinanza ai figli di immigrati (nella forma dello
Ius Scholae) va avanti a fatica e verrà discussa domani, 29 giugno, alla Camera dei Deputati, nel capoluogo emiliano si guarda già oltre.
La delibera con le modifiche allo Statuto
Matteo Lepore, sindaco di Bologna
La discussione in Consiglio comunale è andata avanti ad oltranza, sintomo dell'impegno dell'amministrazione verso questa delicata tematica. La delibera (che aveva ricevuto
il primo sì a febbraio) è quindi passata nel tardo pomeriggio di lunedì 27 giugno, con
26 voti favorevoli (sindaco Matteo Lepore, Pd, Coalizione civica, Matteo Lepore sindaco, Movimento 5 stelle, Anche tu Conti, Verdi),
8 contrari (Fratelli d'Italia, Lega Salvini premier) e
3 astenuti (Forza Italia e Bologna ci piace). Con il sì alla modifica, dunque, i bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri con permesso di soggiorno, ma anche quelli nati all'estero che però hanno completato almeno un ciclo scolastico o di formazione professionale in istituti appartenenti al sistema educativo di istruzione e di formazione italiano, riceveranno la
cittadinanza onoraria di Bologna.
Per quella nazionale c'è ancora da attendere, ma avere almeno quella cittadina è sicuramente un modo per dare loro una sorta di appartenenza al luogo dove stanno costruendo la loro vita, per riconoscere il ruolo di
coesione tra popoli e culture diversi e per affermare pienamente le
libertà fondamentali delle persone.
Quanti sono i minori stranieri
Sono più di 11mila gli under 18 senza cittadinanza che hanno completato almeno un ciclo di studi a Bologna e beneficeranno della cittadinanza onoraria della città
Il Consiglio comunale di Bologna, guidato dal sindaco Matteo Lepore, ha approvato anche un ordine del giorno collegato alla delibera, presentato nel corso della discussione dal consigliere Detjon Begaj (Coalizione civica), che invita "ad
accelerare le tempistiche per le notifiche e il giuramento
per ottenere la cittadinanza italiana; a modificare alcune prassi in materia di residenza e di conseguenza sulla possibilità di ottenimento della cittadinanza stessa; ad aumentare il personale dei Servizi demografici per favorire i tempi di disbrigo delle pratiche". Insomma una sorta di sollecito, di pungolo alla stessa politica nazionale perché a migliaia di minori venga riconosciuta la legittima appartenenza alla comunità italiana, non solo di fatto ma anche per legge. A Bologna, nello specifico, sono
21.775 i bambini e i ragazzi con cittadinanza non italiana che
frequentano le scuole cittadine, dalle materne alle superiori, e tra questi
11 mila gli under 18 che hanno
completato almeno un ciclo scolastico qui. A loro si rivolge la nuova misura del Comune, che li rende se non italiani, perlomeno
bolognesi.