I talebani vietano le immagini di esseri viventi sui media

La nuova legge in Afghanistan “sarà implementata gradualmente”, ha comunicato il ministero per la Promozione e la Prevenzione della Virtù, sostenendo che certe immagini violino la legge islamica

15 ottobre 2024
PAKISTAN AFGHANISTAN CHAMAN BORDER

Talebani (EPA/AKHTER GULFAM)

Vietato pubblicare immagini di esseri viventi sui media. È la nuova assurda trovata dei Talebani, al potere in Afghanistan dal 2021: lunedì 14 ottobre il governo ha annunciato di voler introdurre una nuova legge, che va a restringere ulteriormente la libertà di stampa e di espressione. 

Il provvedimento, ha spiegato Saiful Islam Khyber, il portavoce del ministero per la Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio, “si applica in tutto l'Afghanistan e verrà implementato gradualmente”. Inoltre ha affermato che sarà compito delle autorità talebane convincere i cittadini che le immagini di esseri viventi sono contrarie alla legge islamica e “devono essere evitate” e aggiunto che “non c'è posto per la coercizione nell'implementazione della legge”. Si tratta, a tutti gli effetti, dell’ennesimo esempio di interpretazione ultraortodossa della Sharia, che è diventata la modalità dominante. 

Il provvedimento fa parte della nuova legge sui media che vieta alle emittenti anche di deridere o umiliare l'Islam o contraddire la sharia. I talebani, tuttavia, continuano a pubblicare regolarmente foto di persone sui loro account social. “Finora, per quanto riguarda gli articoli della legge relativi ai media, ci sono sforzi in corso in molte province per implementarla, ma non è iniziata ovunque”, ha sottolineato Khyber, spiegando che “i lavori sono iniziati" nella roccaforte talebana meridionale di Kandahar e nella vicina provincia di Helmand. Diversi giornalisti della zona però hanno riferito di non aver ricevuto alcuna comunicazione dal ministero né di essere stati fermati dalla 'polizia morale' per aver scattato foto e video.

Nei giorni scorsi invece, nella provincia centrale di Ghazni, funzionari del ministero per la Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio hanno convocato i giornalisti locali annunciando loro l'inizio dell'attuazione della legge in modo graduale, consigliando ai fotoreporter di scattare foto da più lontano e di filmare meno eventi “per prendere l'abitudine”. La televisione e la pubblicazione di immagini di esseri viventi erano già state vietate in tutto l'Afghanistan sotto il precedente regime talebano dal 1996 al 2001, ma dal loro ritorno al potere non era stata imposta una regola simile. In quel quinquennio, poi, i funzionari si erano limitati sporadicamente a chiedere ai commercianti di rispettare alcune forme di censura, come cancellare i volti di uomini e donne dalle pubblicità, coprire le teste dei manichini con sacchetti di plastica o addirittura nascondere gli occhi dei pesci raffigurati nei menù del ristorante.

Come risultato di questa nuova misura fare il giornalista o comunque narrare gli eventi in Afghanistan ai propri connazionali e al mondo diventerà molto molto più complicato. Più di quanto non lo sia già adesso: da quando gli studenti coranici hanno ripreso il controllo del Paese dopo una lunga insurrezione armata, il Paese è passato da avere 8.400 lavoratori nei media a solo 5.100, tra cui 560 donne, ed è scivolato dal 122mo al 178mo posto su 180 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere.