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"Il Pride? Un evento squallido di disadattati e schizoidi", frasi shock del centrodestra

di FRANCESCA GRILLO -
2 luglio 2021
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EPA/Mourad Balti Touati

"Le parole sono macigni e queste sono agghiaccianti". Il primo a esprimere indignazione è stato il consigliere Pd Marco De Ros. Ha acceso il microfono, durante la seduta (online, per le norme anticovid) del Consiglio comunale di Cesano Boscone, stretto hinterland milanese, e ha interrotto il discorso che stava leggendo la consigliera Antonia Parisotto, avvocato milanese in quota Forza Italia. Le parole pronunciate da Parisotto sono state troppo forti per il consigliere del Pd: "Queste cose non può permettersi di dirle", ha zittito la consigliera di opposizione. Poi, l’indignazione è stata una valanga, con le reazioni delle parti politiche e delle associazioni a difesa dei diritti Lgbt. Perché le dichiarazioni di Parisotto erano un attacco ai partecipanti del Pride di Milano e alla decisione del Comune di Cesano di concedere il patrocinio all’iniziativa che si è svolta sabato scorso. "Spettacolini che sono fenomeni folkloristici e risibili, un evento squallido. Chiunque abbia un po’ di sale in zucca – ha detto in diretta la consigliera forzista – sa benissimo che questi ritrovi sono di disadattati, soggetti schizoidi, in piena crisi dissociativa. E i ragazzini, invece, confusi e manipolati, lungi dall’avere alcun valore politico, hanno molto di psichiatrico e qualcosa di sulfureo". La consigliera ha poi attaccato chi si batte per l’attuazione del Ddl Zan, perché "i casi di violenza e discriminazione verso persone con diverso orientamento sessuale sono pochissimi. Al fondo di tutto questo – ancora Parisotto –, c’è un preciso intento ideologico volto a far sì che la scientificità che in natura vi è maschio e femmina venga snaturata nella realizzazione di un progetto che va contro l’umano". Dure le proteste e le reazioni, con espressione di solidarietà nei confronti dell’assessore di Cesano all’Integrazione e Pari opportunità Ilaria Ravasi che per prima aveva proposto il patrocinio al Pride, e condanna di "queste vergognose parole di odio", ha sottolineato il sindaco Simone Negri (Pd). Stessa condanna arrivata dal portavoce dei Sentinelli di Milano, Luca Paladini: "Ci aspettiamo che, conscia della gravità di queste affermazioni pronunciate in un contesto istituzionale, Parisotto dia le dimissioni. Se ciò non avvenisse, diamo per scontato le stesse siano prese dal suo partito, subito".

La consigliera comunale Antonia Parisotto

Per la segretaria metropolitana di Milano del Partito Democratico Silvia Roggiani, le parole della consigliera sono "disgustose, affermazioni inqualificabili e intollerabili per un'esponente delle istituzioni, pronunciate, per giunta, durante il Consiglio comunale. Quanto accaduto ieri sera, assieme alle aggressioni violente e omofobe che si sono registrate a ridosso del Pride, dimostrano ancora di più che c'è bisogno di una legge per punire chi offende e denigra la comunità arcobaleno". Supporto all’assessore Ravasi e al Comune anche dall’Arcigay Milano: "Linguaggio che trascende la normale dialettica politica, un combustibile di odio che in questi giorni ha già mandato molti ragazzi in ospedale, per il semplice fatto di essere parte della nostra comunità. Livore e insulti per cui stiamo valutando azioni legali". Replica la consigliera Parisotto: "Nessuna offesa, ho posto domande sull’appoggio a manifestazioni divisive. Mi sono permessa di sottolineare l’ideologicità di questa scelta. È stato gettato fango su di me, solo perché non ritengo il Gay Pride manifestazione culturale e non è questo il modo di lottare contro la discriminazione di genere. Nessun giudizio sulle scelte sentimentali o sessuali delle persone. La mia era una provocazione, contro lo zimbello che si fa dei simboli religiosi in certe manifestazioni".