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Home » Politica » Cuba: un referendum potrebbe legalizzare il matrimonio e l’adozione per le coppie same sex

Cuba: un referendum potrebbe legalizzare il matrimonio e l’adozione per le coppie same sex

Dal 1979 l'omosessualità nell'isola non è più un reato tanto che l'orientamento sessuale e i diritti per le persone Lgbtq+ sono tutelati costituzionalmente. Ora manca un ultimo passaggio per completare la Revoluciòn arcobaleno

Marianna Grazi
2 Gennaio 2022
Mazanillo, Cuba - May 15, 2014: A man proudly displays a Gay rainbow flag and struts along the seawall in Manzanillo, Cuba

Mazanillo, Cuba - May 15, 2014: A man proudly displays a Gay rainbow flag and struts along the seawall in Manzanillo, Cuba

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Dovrebbe essere indetto a breve un referendum confermativo sulla legge, ma già la sua introduzione la dice lunga sui passi avanti fatti: il Parlamento di Cuba ha approvato il nuovo “Codice di famiglia” che, tra le altre modifiche, permetterà alle coppie dello stesso sesso di sposarsi e adottare. La risoluzione è stata adottata a fine dicembre e adesso si aspetta solo il via libera ‘popolare’ perché diventi effettiva: se approvato, Cuba diventerà il primo Paese al mondo a legalizzare il matrimonio ugualitario senza essere una democrazia, nonché il primo a farlo nei Caraibi, una regione tradizionalmente nota per i fenomeni del machismo (ne avevamo parlato per quanto riguarda la Colombia) e omofobia. E pensare che in Italia, Stato democratico di lungo corso, il matrimonio tra persone delle stesso sesso non è ancora legale…

Mariela Castro

Un ruolo centrale nell’introduzione della riforma lo ha giocato la figlia dell’ex presidente Raúl Castro, Mariela, che da anni porta avanti una battaglia personale per i diritti di donne, degli omosessuali e delle persone transgender; la nipote del leader maximo, nel 2008, è stata anche la promotrice del primo Pride all’Avana e nel 2014 ha votato contro una legge antidiscriminazione che proteggeva l’orientamento sessuale ma non l’identità di genere. Al fianco di Mariela, nel proporre la nuova legge approvata pochi giorni fa, anche Vilma Espín, deputata femminista e direttrice del Centro nazionale di educazione sessuale (Cenesex) intorno al quale si aggrega il movimento Lgbtq+ cubano.

Già nel 2019 il governo di Miguel Díaz-Canel aveva avviato riforme economiche e istituzionali culminate in una nuova costituzione. Nel nuovo testo, grazie alla Castro che si è spesa attivamente sulla questione, sono stati inclusi appunto anche i diritti Lgbtq+. A Cuba, infatti, l’orientamento sessuale e identità di genere hanno ora una tutela di rango costituzionale ed è stata eliminata la definizione eterosessuale di matrimonio. Insomma conquiste che in altri Stati, anche più ‘evoluti’ dal punto di vista delle libertà e dei diritti stessi, sono arrivati con ben più fatica o addirittura ancora mancano (vedi appunto le unioni civili in Italia ma non il matrimonio tra coppie omosessuali). Sull’isola, comunque, si è fatta sentire la pressione delle chiese evangeliche e per questo è stato demandato alla legge ordinaria il compito di estendere la tutela delle nozze alle coppie same-sex.

Mariela Castro e Vilma Espín, deputata femminista e direttrice del Centro nazionale di educazione sessuale

Cuba, dal 1959 sotto il controllo del Partito comunista e della famiglia Castro per lunghissimo tempo, era nota in precedenza, negli anni Trenta in particolare, per la prostituzione maschile a servizio dei ricchi turisti americani. Ma la rivoluzione, oltre al nuovo regime politico, ha innescato un forte sentimento anti-Usa, che si è accompagnato però ad una feroce repressione di persone gay, lesbiche e trans*, terminata solo nel 1979 con la depenalizzazione dell’omosessualità. Depenalizzazione che in altri Paesi storici comunisti (come la Cina, ma anche l‘Ungheria ex sovietica e oggi sotto il pugno di ferro di Orban) non è mai arrivata, anzi i governi continuano a ‘muovere guerra’ alla comunità Lgbtq+. Per questo quello che sta accadendo a Cuba è ancora più significativo. Nel 2010 Fidel Castro ha addirittura avanzato scuse ufficiali per quell’epoca e da allora, anche grazie all’influenza della nipote, ha promosso politiche di inclusione per tutte le minoranze sessuali. Con quest’ultimo passaggio referendario, si spera, la Revoluciòn potrà dirsi definitivamente compiuta tingendosi dei colori dell’arcobaleno.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
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Mariela Castro
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Mariela Castro e Vilma Espín, deputata femminista e direttrice del Centro nazionale di educazione sessuale
Cuba, dal 1959 sotto il controllo del Partito comunista e della famiglia Castro per lunghissimo tempo, era nota in precedenza, negli anni Trenta in particolare, per la prostituzione maschile a servizio dei ricchi turisti americani. Ma la rivoluzione, oltre al nuovo regime politico, ha innescato un forte sentimento anti-Usa, che si è accompagnato però ad una feroce repressione di persone gay, lesbiche e trans*, terminata solo nel 1979 con la depenalizzazione dell’omosessualità. Depenalizzazione che in altri Paesi storici comunisti (come la Cina, ma anche l'Ungheria ex sovietica e oggi sotto il pugno di ferro di Orban) non è mai arrivata, anzi i governi continuano a 'muovere guerra' alla comunità Lgbtq+. Per questo quello che sta accadendo a Cuba è ancora più significativo. Nel 2010 Fidel Castro ha addirittura avanzato scuse ufficiali per quell’epoca e da allora, anche grazie all’influenza della nipote, ha promosso politiche di inclusione per tutte le minoranze sessuali. Con quest'ultimo passaggio referendario, si spera, la Revoluciòn potrà dirsi definitivamente compiuta tingendosi dei colori dell’arcobaleno.
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