Donna con disabilità perde il sussidio del Dwp: ha lavorato un secondo più del limite

Il Department for Work and Pensions del Regno Unito ha sospeso l'Esa ad una collaboratrice del The Guardina che ha dichiarato di lavorare 16 ore a settimana. Scoppia la polemica

di AMBRA FRANCINI -
18 settembre 2023
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Il Dwp (Department for Work and Pensions), l'ente governativo del Regno Unito che si occupa di politiche sociali e pensionistiche, è finito sotto i riflettori per una vicenda che ha coinvolto una cronista del quotidiano The Guardian. Sebbene, infatti, una delle sue principali missioni sia quella di fornire supporto a chi non è in grado di lavorare a causa di malattie o disabilità, il Dwp ha sospeso l’Esa (Employment and Support Allowance) alla donna che soffre di diverse patologie, tra cui la diverticolite, la fibromialgia e l’osteoartrite, e vive da sola con due figli adolescenti. Il motivo? Quest’ultima avrebbe dichiarato di aver lavorato 16 ore alla settimana, un solo secondo in più rispetto al limite consentito per poter usufruire dei sussidi lavorativi garantiti dal governo.

Sussidi sospesi: per il Dwp ha lavorato un secondo oltre il limite

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La vicenda di Liz ha riacceso le polemiche contro il Dwp (Department for Work and Pensions), l'ente governativo del Regno Unito che si occupa di politiche sociali e pensionistiche

Liz (pseudonimo con cui firma i sui pezzi; la donna ha circa 40 anni e vive nel sud-ovest dell'Inghilterra) è una collaboratrice della rubrica del The Guardian, "The heat or eat diaries", al cui interno è possibile trovare una serie di resoconti di persone in prima linea per l’emergenza del costo della vita in Gran Bretagna. Proprio a uno dei suoi pezzi, la donna ha affidato il racconto del triste episodio di cui - suo malgrado - è stata protagonista, e di tutte le difficoltà che ne sono conseguite. "Sono assolutamente devastata […] e non so come riuscirò a superare i prossimi due mesi. I miei sussidi sono stati ritirati senza alcun preavviso. Ho perso 1.165 dollari al mese tra indennità di lavoro e di sostegno (Esa), indennità di alloggio e riduzione delle tasse comunali. Perché? Perché ho cercato di essere onesta e perché i sadici del Dwp hanno deciso che sarebbe stato divertente distruggere qualcuno come me. Dunque, cos'è successo? La mia datrice di lavoro, una donna adorabile e un'amica intima, […] è passata dal darmi uno stipendio fisso al pagarmi in base a quanto guadagnato. […] Per chi rientra nell'Esa - sussidio che ricevo perché la mia salute è troppo precaria per poter lavorare a tempo pieno - c'è un limite che riguarda il tempo in cui è possibile lavorare: 16 ore a settimana. […] Quando la mia amica ha cambiato i pagamenti - ha spiegato la 40enne - ho dovuto compilare un modulo. Mi è stato chiesto quante ore lavorassi ogni settimana e io ho scritto 16, ovvero il massimo. Solo che ho capito male. 16 ore sono già oltre il limite. Il limite effettivo è di 15 ore, 59 minuti e 59 secondi".

La vicenda di Liz: "È stato umiliante"

Questo errore, in apparenza minimo, ha generato una serie di ripercussioni di grande impatto sulla vita quotidiana della donna. Mentre si trovava col figlio in fila al supermercato, ha raccontato la cronista, la sua carta di credito sarebbe stata rifiutata. "È stato umiliante. Il giorno dopo mi è arrivata la lettera che mi comunicava che mi avrebbero tagliato l'Esa della settimana precedente perché avevo lavorato troppe ore, anzi un secondo di troppo. Nonostante la mia salute cagionevole, io ho sempre lavorato. Nonostante sia malata, mi piace ancora sentire che sto contribuendo alla società e mostrare ai miei figli che è bello alzarsi piuttosto che vivere a spese dello Stato. Poi mi penalizzano per una cosa del genere. Non si rendono conto dell'onda d'urto che provocano nella vita delle persone. Oppure sì e non gliene importa". Le preoccupazioni di Liz adesso riguardano il futuro più imminente. "Dicono che devo presentare nuovamente la domanda per ottenere i miei sussidi e stanno cercando di farmi accedere al credito universale, ma il mio mix di benefit ha funzionato perfettamente per 12 anni: so a cosa ho diritto e per cosa.
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Liz, pseudonimo di una 40enne collaboratrice del The Guardian, si è vista sospendere dal Dwp i sussidi di invalidità per aver lavorato un secondo più del limite consentito

Se scelgo il credito universale, mi ci vorranno cinque settimane dal momento dell’accettazione per ricevere il mio primo pagamento. Come farò a sopravvivere nel frattempo? Mi sono rimaste 30 sterline sul conto in banca". In una lunga e amara riflessione nella parte conclusiva del suo articolo, la donna ha anche sottolineato di essersi sentita un’idiota per lo sbaglio commesso, sottolineando però che tante altre persone potrebbero incappare in errori tecnici simili di cui il Dwp non dovrebbe approfittare. "Sono ritornata al banco alimentare per la prima volta dopo due anni - ha ammesso - e per quanto sia orgogliosa delle banche alimentari e del lavoro che svolgono, questo mi fa sentire di aver fallito ancora una volta. […] La mia salute mentale ha subito un duro colpo. Vorrei solo mettermi la trapunta sulla testa e non uscire, ma ovviamente non posso farlo per i miei figli".

Le reazioni e i commenti

Il caso che Liz ha portato alla luce negli ultimi giorni ha suscitato naturalmente numerose polemiche e ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. Louise Rubin, capo delle politiche di Scope (un ente benefico inglese per l'equità delle disabilità), ha dichiarato: "Incidenti come questi sono la causa principale della crescente sfiducia delle persone con disabilità verso il nostro sistema di welfare. È un sistema spesso percepito come distante, rigido e privo di empatia. Il nostro servizio di assistenza è inondato da segnalazioni di persone disabili che vedono i loro aiuti interrompersi senza capire la ragione, o senza aver ricevuto informazioni al riguardo. Di fronte alla crescente crisi economica, è cruciale avere un sistema che collabori con le persone disabili, e non che le penalizzi". Anche Helen Barnard, responsabile delle politiche e dell'analisi presso Trussell Trust, la principale rete di centri di assistenza alimentare nel Regno Unito, ha ritenuto opportuno dire la sua sulla vicenda: "Il nostro sistema di assistenza sociale dovrebbe essere un pilastro per tutti nei momenti di bisogno e dovrebbe essere gestito con umanità e equità. Il Dwp ha la responsabilità di proteggere i candidati, molti dei quali, già oppressi dalla povertà e dai debiti, non hanno risorse extra per affrontare colpi inaspettati al loro sostentamento". La deputata liberaldemocratica Wendy Chamberlain, responsabile dell'occupazione e delle pensioni, ha invece spostato la questione sul piano politico: "Questo evidenzia che l'assistenza all'occupazione sotto la guida dei Conservatori non è sufficientemente efficiente né umana. Il governo dovrebbe rivedere questo regolamento ingiusto e assicurarsi di trarre insegnamento dai propri errori quando introduce riforme per la valutazione delle competenze lavorative". Quando il The Guardian si è rivolto direttamente al DWP sulla possibile interruzione automatica dell'Esa senza previa consultazione dei candidati in caso di errore, il Dipartimento ha preferito esprimersi in maniera piuttosto sintetica e generica tramite un portavoce: "Chiunque lavori 16 ore o più a settimana non ha diritto all’indennità di lavoro e di sostegno, che aiuta coloro che non sono in grado di lavorare o che adottano misure per tornare a lavoro. Chi ha commesso un errore nella richiesta può chiedere un riesame della decisione, mentre chi non ha diritto all'Esa può chiedere il credito universale". Una risposta simile, a detta di molti totalmente priva di empatia che invece dovrebbe contraddistinguere una realtà come quella, ha lasciato l’amaro in bocca a Liz e a tutti coloro che, come lei, non solo devono far fronte a certe difficoltà quotidiane connesse al tema della disabilità, ma si ritrovano anche a veder schiacciati i propri diritti.