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Home » HP Blocco Full Width (Giallo) » Diamante rosa per l’Italia del Softball: le Azzurre conquistano il 12° titolo europeo e volano a Tokyo da protagoniste

Diamante rosa per l’Italia del Softball: le Azzurre conquistano il 12° titolo europeo e volano a Tokyo da protagoniste

Una sola nazionale a rappresentare il tricolore italiano dalla fine degli anni sessanta, quando si riniziò a praticare questa disciplina nel nostro Paese. Sono donne, sono atlete ma soprattutto sono campionesse: dopo il trionfo in Europa le Azzurre volano a Tokyo per giocarsi una medaglia

Marianna Grazi
8 Luglio 2021
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Sembra baseball ma non è. O meglio, è un discendente diretto di uno dei più noti sport americani. Le somiglianze non mancano, ma in questo caso la distinzione è d’obbligo. Palla di circa un terzo più pesante, mazze più leggere e in leghe metalliche, invece del classico legno, campo più piccolo. Anche la durata è inferiore, si gioca in 7 inning e persino la tecnica di tiro è differente. Si tratta comunque di uno sport di squadra, nel quale lo scopo è quello di segnare punti facendo avanzare i giocatori su un percorso composto da quattro basi. Ma la differenza più importante è quella che non ti aspetti: in Italia esiste solo la nazionale femminile. E che nazionale.

 

Dalla nascita all’olimpiade post covid

Il primo incontro di softball di cui si ha notizia fu giocato a Chicago nel 1887, il giorno del ringraziamento, e George Hancock è riconosciuto come l’inventore del gioco. Inizialmente era limitato alla pratica nei club, ed era visto come un modo per i giocatori di baseball per mantenersi in forma durante l’inverno. Per questo lo sport fu chiamato Baseball indoor. Il nome “softball” risale invece al 1926. Fino a metà del secolo scorso fu riservato agli uomini: la prima lega britannica di softball femminile del Regno Unito fu fondata nel 1953.

Disciplina olimpica dal 1992 al 2008, poi escluso dai Giochi di Londra del 2012 e dai successivi a Rio de Janeiro, il softball sta per tornare a far parte delle Olimpiadi a Tokyo 2020+1. E nell’edizione nipponica l’Italia del softball si candida per un ruolo da protagonista. Pochi giorni fa, infatti, a A Castions di Strada (Udine) le Azzurre si sono ri-laureate campionesse d’Europa, staccando il pass per la spedizione a Cinque Cerchi. Una notizia passata in sordina, ma non meno importante degli altri Europei in corso in queste settimane. Anche perché si tratta del 12esimo titolo continentale, in una lunga lista di trofei conquistati e di partecipazioni a competizioni internazionali. Tra le quali, da registrare, il quinto posto a Sidney 2000 e l’8° ai Giochi di Atene.

La cavalcata trionfale al campionato europeo

Dopo un torneo impeccabile scandito da 11 vittorie consecutive, in finale le azzurre hanno battuto per la seconda volta l’Olanda 9-5, già sconfitta nelle fasi precedenti. Una prova straordinaria per le ragazze, rimaste imbattute, con una rimonta al cardio palma in un crescendo di swing e punti, che suggella il trionfo sul diamante friulano. Determinante l’attacco con due fuoricampo di Andrea Howard e uno di Erika Piancastelli, a guidare la marcia trionfale della nazionale tricolore. “Nonostante il primo vero momento di difficoltà vissuto nel primo inning, con tre punti subiti (ne aveva subito uno solo nelle prime 10 partite) – si legge sul sito della Federazione italiana baseball e softball (Fibs) – l’Italia ribalta la partita con un’autorità e una convinzione, che avrebbe reso orgoglioso il condottiero di questa squadra, Enrico Obletter, venuto a mancare qualche mese fa. Il margine aumenta grazie a tre fuoricampo e ad una sensazionale solidità collettiva. Nel settimo inning non basta la reazione d’orgoglio dell’Olanda”. Una vittoria dedicata proprio allo storico manager, scomparso il 22 febbraio scorso a causa del covid.

L’Europeo casalingo diventa così una prova generale in vista della trasferta olimpica. Un test superato alla grande dalle ragazze, autrici di ben 23 fuoricampo. Ora per la nazionale guidata da Federico Pizzolini testa ai Giochi di Tokyo: il debutto è previsto contro gli Stati Uniti il 21 luglio a Fukushima. Una squadra che ha un sogno ben preciso per il torneo a sei: lottare per entrare nel gioco delle medaglie. Ma una medaglia, le nostre azzurre del diamante, l’hanno già vinta: quella dell’emancipazione dall’idea di uno sport che, nell’immaginario, come nel caso del ‘parente famoso’ (il baseball), è spesso associato alla pratica esclusivamente maschile. Con un incredibile fuoricampo.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Sembra baseball ma non è. O meglio, è un discendente diretto di uno dei più noti sport americani. Le somiglianze non mancano, ma in questo caso la distinzione è d'obbligo. Palla di circa un terzo più pesante, mazze più leggere e in leghe metalliche, invece del classico legno, campo più piccolo. Anche la durata è inferiore, si gioca in 7 inning e persino la tecnica di tiro è differente. Si tratta comunque di uno sport di squadra, nel quale lo scopo è quello di segnare punti facendo avanzare i giocatori su un percorso composto da quattro basi. Ma la differenza più importante è quella che non ti aspetti: in Italia esiste solo la nazionale femminile. E che nazionale.  

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Il primo incontro di softball di cui si ha notizia fu giocato a Chicago nel 1887, il giorno del ringraziamento, e George Hancock è riconosciuto come l'inventore del gioco. Inizialmente era limitato alla pratica nei club, ed era visto come un modo per i giocatori di baseball per mantenersi in forma durante l'inverno. Per questo lo sport fu chiamato Baseball indoor. Il nome "softball" risale invece al 1926. Fino a metà del secolo scorso fu riservato agli uomini: la prima lega britannica di softball femminile del Regno Unito fu fondata nel 1953. Disciplina olimpica dal 1992 al 2008, poi escluso dai Giochi di Londra del 2012 e dai successivi a Rio de Janeiro, il softball sta per tornare a far parte delle Olimpiadi a Tokyo 2020+1. E nell'edizione nipponica l'Italia del softball si candida per un ruolo da protagonista. Pochi giorni fa, infatti, a A Castions di Strada (Udine) le Azzurre si sono ri-laureate campionesse d'Europa, staccando il pass per la spedizione a Cinque Cerchi. Una notizia passata in sordina, ma non meno importante degli altri Europei in corso in queste settimane. Anche perché si tratta del 12esimo titolo continentale, in una lunga lista di trofei conquistati e di partecipazioni a competizioni internazionali. Tra le quali, da registrare, il quinto posto a Sidney 2000 e l'8° ai Giochi di Atene.

La cavalcata trionfale al campionato europeo

Dopo un torneo impeccabile scandito da 11 vittorie consecutive, in finale le azzurre hanno battuto per la seconda volta l'Olanda 9-5, già sconfitta nelle fasi precedenti. Una prova straordinaria per le ragazze, rimaste imbattute, con una rimonta al cardio palma in un crescendo di swing e punti, che suggella il trionfo sul diamante friulano. Determinante l'attacco con due fuoricampo di Andrea Howard e uno di Erika Piancastelli, a guidare la marcia trionfale della nazionale tricolore. "Nonostante il primo vero momento di difficoltà vissuto nel primo inning, con tre punti subiti (ne aveva subito uno solo nelle prime 10 partite) - si legge sul sito della Federazione italiana baseball e softball (Fibs) - l'Italia ribalta la partita con un'autorità e una convinzione, che avrebbe reso orgoglioso il condottiero di questa squadra, Enrico Obletter, venuto a mancare qualche mese fa. Il margine aumenta grazie a tre fuoricampo e ad una sensazionale solidità collettiva. Nel settimo inning non basta la reazione d'orgoglio dell'Olanda". Una vittoria dedicata proprio allo storico manager, scomparso il 22 febbraio scorso a causa del covid. L'Europeo casalingo diventa così una prova generale in vista della trasferta olimpica. Un test superato alla grande dalle ragazze, autrici di ben 23 fuoricampo. Ora per la nazionale guidata da Federico Pizzolini testa ai Giochi di Tokyo: il debutto è previsto contro gli Stati Uniti il 21 luglio a Fukushima. Una squadra che ha un sogno ben preciso per il torneo a sei: lottare per entrare nel gioco delle medaglie. Ma una medaglia, le nostre azzurre del diamante, l'hanno già vinta: quella dell'emancipazione dall'idea di uno sport che, nell'immaginario, come nel caso del 'parente famoso' (il baseball), è spesso associato alla pratica esclusivamente maschile. Con un incredibile fuoricampo.
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