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Home » HP Trio » Anche la Francia dice basta alle terapie di conversione: d’ora in poi considerate reato

Anche la Francia dice basta alle terapie di conversione: d’ora in poi considerate reato

Il Parlamento francese ha approvato una nuova legge che punisce severamente queste pratiche: le pene possono arrivare fino a 3 anni di carcere e 45mila euro di multa

Marianna Grazi
26 Gennaio 2022
Paris, France - June 29, 2019: Six young women, one waving a rainbow flag high, stand in the sun at the foot of the statue of Marianne on the place de la Republique, where the Gay Pride parade ended.

Paris, France - June 29, 2019: Six young women, one waving a rainbow flag high, stand in the sun at the foot of the statue of Marianne on the place de la Republique, where the Gay Pride parade ended.

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Il Parlamento francese ha definitivamente adottato, con un ultimo voto dei deputati, la legge che vieta le “terapie di conversione”, pratiche che pretendono di “guarire” le persone Lgbt. Quarant’anni dopo la depenalizzazione dell’omosessualità in Francia, il testo crea un nuovo reato nel codice penale, punendo le pratiche con 2-3 anni di carcere e con ammende che vanno dai 30mila ai 45mila euro.
La relatrice del testo, la deputata Laurence Vanceunebrock, ha detto: “Inviamo un segnale forte, perché condanniamo formalmente tutti coloro che immaginano, come fosse una malattia, di cambiare il sesso o l’identità”. Sostegno unanime da parte dei due rami del parlamento, con i deputati che hanno tutti affermato che “non c’è nulla da guarire” in una diversa tendenza sessuale.

Transizione e conversione

La transizione indica il passaggio da un’identità sessuale ad un’altra per le persone trans*, un percorso frutto di una volontà della persona stessa e di una necessità profonda di riconoscersi nel proprio corpo, sentito fino ad allora come estraneo. Il frutto del percorso di transizione è la vera identità. La conversione, come indica il termine, punta anch’essa a cambiare qualcosa ma ha, in questo caso, un’accezione negativa: convertire un ‘ordine’ delle cose ritenuto sbagliato con un altro, idoneo allo standard della –presunta– normalità. Infatti, le terapie di conversione, ossia quelle pratiche, pseudoscientifiche (si parla di esorcismi e ipnosi ma anche di elettrochoc, terapie ormonali e internamento), puntano a modificare l’identità di genere e l’orientamento di una persona omosessuale o trans* facendola ‘guarire’, ovvero tornare all’eterosessualità, ma anche ad eliminare i suoi desideri e comportamenti sessuali. Perché, secondo la teoria alla base di queste terapie, l’omosessualità e la transidentità sarebbero  da cause scatenanti come traumi familiari o condizionamenti ambientali. Sembra assurdo ma nel mondo ‘evoluto’ e civile del XXI secolo c’è ancora chi ci crede.

La nuova legge francesce

Per questo sono importantissime prese di posizione ufficiali come quella adottata dalla Francia in questi giorni. A favore del divieto della terapia di conversione il Senato d’oltralpe ha votato, a stragrande maggioranza, una nuova legge, proposta dai membri di En Marche!, che introduce sanzioni penali fino a due anni di carcere e 30mila euro di multa per tutti i cittadini che tenteranno di cambiare l’orientamento sessuale o l’identità di genere delle persone Lgbt. “Essere se stessi non è un crimine” ha affermato il ministro francese per l’uguaglianza Elisabeth Moreno, aggiungendo che la cosiddetta terapia di conversione è un “attacco insopportabile all’integrità umana”.

Le pene, poi, saranno più severe se i tentativi di ‘cura’ coinvolgeranno minori o altre persone considerate particolarmente “vulnerabili”: in questo caso la reclusione potrebbe arrivare fino a tre anni e a 45 mila euro la multa. E ai membri del personale sanitario ritenuti colpevoli potrà essere vietato l’esercizio della professione per ben dieci anni. Il provvedimento infatti vieta esplicitamente “pratiche, comportamenti e dichiarazioni ripetute con l’intento di modificare o reprimere l’orientamento sessuale o l’identità di genere reale o percepita di una persona”.

Insomma una mossa di civiltà, di progresso ma soprattutto di umanità necessaria che già diversi altri Paesi, tra cui Germania, Brasile e Malta, hanno fatto in passato vietando questa pratica che, tra l’altro, le Nazioni Unite hanno descritto come “simile alla tortura“. Tra gli ultimi in ordine di tempo ad aver approvato leggi che proibiscano e puniscano tali pratiche c’è il Canada, dove il testo è stato approvato all’unanimità dai membri del Parlamento questo mese. Il primo ministro canadese Justin Trudeau lo ha annunciato affermando “È ufficiale: il divieto della pratica spregevole e degradante della terapia di conversione ora è legge“.

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Il Parlamento francese ha definitivamente adottato, con un ultimo voto dei deputati, la legge che vieta le "terapie di conversione", pratiche che pretendono di "guarire" le persone Lgbt. Quarant'anni dopo la depenalizzazione dell'omosessualità in Francia, il testo crea un nuovo reato nel codice penale, punendo le pratiche con 2-3 anni di carcere e con ammende che vanno dai 30mila ai 45mila euro. La relatrice del testo, la deputata Laurence Vanceunebrock, ha detto: "Inviamo un segnale forte, perché condanniamo formalmente tutti coloro che immaginano, come fosse una malattia, di cambiare il sesso o l'identità". Sostegno unanime da parte dei due rami del parlamento, con i deputati che hanno tutti affermato che "non c'è nulla da guarire" in una diversa tendenza sessuale.

Transizione e conversione

La transizione indica il passaggio da un'identità sessuale ad un'altra per le persone trans*, un percorso frutto di una volontà della persona stessa e di una necessità profonda di riconoscersi nel proprio corpo, sentito fino ad allora come estraneo. Il frutto del percorso di transizione è la vera identità. La conversione, come indica il termine, punta anch'essa a cambiare qualcosa ma ha, in questo caso, un'accezione negativa: convertire un 'ordine' delle cose ritenuto sbagliato con un altro, idoneo allo standard della –presunta– normalità. Infatti, le terapie di conversione, ossia quelle pratiche, pseudoscientifiche (si parla di esorcismi e ipnosi ma anche di elettrochoc, terapie ormonali e internamento), puntano a modificare l’identità di genere e l’orientamento di una persona omosessuale o trans* facendola 'guarire', ovvero tornare all’eterosessualità, ma anche ad eliminare i suoi desideri e comportamenti sessuali. Perché, secondo la teoria alla base di queste terapie, l'omosessualità e la transidentità sarebbero  da cause scatenanti come traumi familiari o condizionamenti ambientali. Sembra assurdo ma nel mondo 'evoluto' e civile del XXI secolo c'è ancora chi ci crede.

La nuova legge francesce

Per questo sono importantissime prese di posizione ufficiali come quella adottata dalla Francia in questi giorni. A favore del divieto della terapia di conversione il Senato d'oltralpe ha votato, a stragrande maggioranza, una nuova legge, proposta dai membri di En Marche!, che introduce sanzioni penali fino a due anni di carcere e 30mila euro di multa per tutti i cittadini che tenteranno di cambiare l'orientamento sessuale o l'identità di genere delle persone Lgbt. "Essere se stessi non è un crimine" ha affermato il ministro francese per l'uguaglianza Elisabeth Moreno, aggiungendo che la cosiddetta terapia di conversione è un "attacco insopportabile all'integrità umana".

Le pene, poi, saranno più severe se i tentativi di 'cura' coinvolgeranno minori o altre persone considerate particolarmente "vulnerabili": in questo caso la reclusione potrebbe arrivare fino a tre anni e a 45 mila euro la multa. E ai membri del personale sanitario ritenuti colpevoli potrà essere vietato l'esercizio della professione per ben dieci anni. Il provvedimento infatti vieta esplicitamente "pratiche, comportamenti e dichiarazioni ripetute con l'intento di modificare o reprimere l'orientamento sessuale o l'identità di genere reale o percepita di una persona". Insomma una mossa di civiltà, di progresso ma soprattutto di umanità necessaria che già diversi altri Paesi, tra cui Germania, Brasile e Malta, hanno fatto in passato vietando questa pratica che, tra l’altro, le Nazioni Unite hanno descritto come "simile alla tortura". Tra gli ultimi in ordine di tempo ad aver approvato leggi che proibiscano e puniscano tali pratiche c'è il Canada, dove il testo è stato approvato all'unanimità dai membri del Parlamento questo mese. Il primo ministro canadese Justin Trudeau lo ha annunciato affermando "È ufficiale: il divieto della pratica spregevole e degradante della terapia di conversione ora è legge".  
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