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Anche la Francia dice basta alle terapie di conversione: d'ora in poi considerate reato

di MARIANNA GRAZI -
26 gennaio 2022
A young woman waves a rainbow flag high during the Gay Pride parade in Paris, France.

A young woman waves a rainbow flag high during the Gay Pride parade in Paris, France.

Il Parlamento francese ha definitivamente adottato, con un ultimo voto dei deputati, la legge che vieta le "terapie di conversione", pratiche che pretendono di "guarire" le persone Lgbt. Quarant'anni dopo la depenalizzazione dell'omosessualità in Francia, il testo crea un nuovo reato nel codice penale, punendo le pratiche con 2-3 anni di carcere e con ammende che vanno dai 30mila ai 45mila euro. La relatrice del testo, la deputata Laurence Vanceunebrock, ha detto: "Inviamo un segnale forte, perché condanniamo formalmente tutti coloro che immaginano, come fosse una malattia, di cambiare il sesso o l'identità". Sostegno unanime da parte dei due rami del parlamento, con i deputati che hanno tutti affermato che "non c'è nulla da guarire" in una diversa tendenza sessuale.

Transizione e conversione

La transizione indica il passaggio da un'identità sessuale ad un'altra per le persone trans*, un percorso frutto di una volontà della persona stessa e di una necessità profonda di riconoscersi nel proprio corpo, sentito fino ad allora come estraneo. Il frutto del percorso di transizione è la vera identità. La conversione, come indica il termine, punta anch'essa a cambiare qualcosa ma ha, in questo caso, un'accezione negativa: convertire un 'ordine' delle cose ritenuto sbagliato con un altro, idoneo allo standard della –presunta– normalità. Infatti, le terapie di conversione, ossia quelle pratiche, pseudoscientifiche (si parla di esorcismi e ipnosi ma anche di elettrochoc, terapie ormonali e internamento), puntano a modificare l’identità di genere e l’orientamento di una persona omosessuale o trans* facendola 'guarire', ovvero tornare all’eterosessualità, ma anche ad eliminare i suoi desideri e comportamenti sessuali. Perché, secondo la teoria alla base di queste terapie, l'omosessualità e la transidentità sarebbero  da cause scatenanti come traumi familiari o condizionamenti ambientali. Sembra assurdo ma nel mondo 'evoluto' e civile del XXI secolo c'è ancora chi ci crede.

La nuova legge francesce

Per questo sono importantissime prese di posizione ufficiali come quella adottata dalla Francia in questi giorni. A favore del divieto della terapia di conversione il Senato d'oltralpe ha votato, a stragrande maggioranza, una nuova legge, proposta dai membri di En Marche!, che introduce sanzioni penali fino a due anni di carcere e 30mila euro di multa per tutti i cittadini che tenteranno di cambiare l'orientamento sessuale o l'identità di genere delle persone Lgbt. "Essere se stessi non è un crimine" ha affermato il ministro francese per l'uguaglianza Elisabeth Moreno, aggiungendo che la cosiddetta terapia di conversione è un "attacco insopportabile all'integrità umana".

Le pene, poi, saranno più severe se i tentativi di 'cura' coinvolgeranno minori o altre persone considerate particolarmente "vulnerabili": in questo caso la reclusione potrebbe arrivare fino a tre anni e a 45 mila euro la multa. E ai membri del personale sanitario ritenuti colpevoli potrà essere vietato l'esercizio della professione per ben dieci anni. Il provvedimento infatti vieta esplicitamente "pratiche, comportamenti e dichiarazioni ripetute con l'intento di modificare o reprimere l'orientamento sessuale o l'identità di genere reale o percepita di una persona". Insomma una mossa di civiltà, di progresso ma soprattutto di umanità necessaria che già diversi altri Paesi, tra cui Germania, Brasile e Malta, hanno fatto in passato vietando questa pratica che, tra l’altro, le Nazioni Unite hanno descritto come "simile alla tortura". Tra gli ultimi in ordine di tempo ad aver approvato leggi che proibiscano e puniscano tali pratiche c'è il Canada, dove il testo è stato approvato all'unanimità dai membri del Parlamento questo mese. Il primo ministro canadese Justin Trudeau lo ha annunciato affermando "È ufficiale: il divieto della pratica spregevole e degradante della terapia di conversione ora è legge".