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Home » HP Trio » Marco trova sotto l’albero la bicicletta speciale che gli era stata rubata

Marco trova sotto l’albero la bicicletta speciale che gli era stata rubata

Senza quel mezzo l’uomo non poteva più spostarsi. Storie di Natale a lieto fine: un generoso imprenditore fiorentino glielo ha ricomprato

Iacopo Nathan
24 Dicembre 2021
La consegna della bicicletta al signor Marco nella sede de 'La Nazione'

La consegna in redazione di una nuova bicicletta al disabile Marco Eracli a cui era stata recentemente rubata; foto Marco Mori /New Press Photo

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Un meraviglioso regalo di Natale, che proprio a ridosso delle festività chiude con un lieto fine una storia molto triste. Era il 13 novembre quando abbiamo raccontato la storia di Marco, il disabile a cui era stata rubata la bicicletta, la sua libertà, a Firenze. Pochi giorni dopo, sempre grazie alle pagine de La Nazione, l’imprenditore Paolo Vranjes si era offerto di ricomprare il mezzo a Marco, una bici speciale e su misura per lui, introvabile in commercio. A quasi un mese di distanza, nella redazione del quotidiano La Nazione è stata messa la parola fine nel modo più bello possibile, dando a Marco un nuovo mezzo e restituendogli simbolicamente la sua vita e la possibilità di tornare a uscire di casa. Un abbraccio sentito, caloroso (anche se a distanza, rispettando le normative anticontagio), che ha unito tutti i protagonisti di questo bel gesto.

L’imprenditore fiorentino Paolo Vranjes e la moglie
L’imprenditore fiorentino Paolo Vranjes e la moglie

Marco e il signor Vranjes, ma anche il sindaco Dario Nardella e l’assessore al sociale Sara Funaro, che fin da subito avevano preso a cuore la vicenda, Aldo Cursano, presidente Confcommercio Toscana e titolare del Caffè Le Rose, bar che Marco frequenta ogni giorno, e la direttrice de La Nazione Agnese Pini. La felicità nel vedere il suo nuovo mezzo è stata enorme: Marco è rimasto incantato alla vista delle sue nuove due ruote, riempiendo il cuore di tutti, e ha voluto sorprendere i presenti con un dono.

Come vi abbiamo raccontato, infatti, Marco è un pittore, e ha deciso di donare tre dei suoi quadri al signor Vranjes, al sindaco Nardella e alla direttrice Pini. “Marco è una persona speciale – spiega Aldo Cursano – e dal primo momento ci siamo messi a correre per ridare a Marco una nuova bicicletta. C’è stata una grande vicinanza da parte di tutti, e siamo molto felici che sia arrivato Paolo, a testimoniare ancora una volta il cuore fantastico della nostra bella Firenze”.

“Sono felice di poter raccontare una storia bella – dice Paolo Vranjes -. Troppo spesso si sentono storie tristi, ma la sensibilità e la solidarietà sono molto importanti. Appena ho letto la storia di Marco non ho potuto tirarmi indietro. Mi reputo una persona fortuanta nella vita, ma il confine è molto sottile, e finchè si può sono convinto che sia giusto aiutare gli altri. A questo servono i giornali e le persone. Adesso Marco è di nuovo libero di scorrazzare per la città”.
“Siamo felici di essere qui per questa iniziativa – dice il sindaco Nardella -. C’è da ringraziare tutti, da Paolo a La Nazione, perché queste sono le piccole storie che rendono grande una città come Firenze, che da sempre è stata molto umana e sensibile. La Nazione non è solo un giornale, e questi eventi lo testimoniano»”.

E finalmente Marco ha potuto inforcare la sua nuova bici e pedalare libero per Firenze.

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

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  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

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Un meraviglioso regalo di Natale, che proprio a ridosso delle festività chiude con un lieto fine una storia molto triste. Era il 13 novembre quando abbiamo raccontato la storia di Marco, il disabile a cui era stata rubata la bicicletta, la sua libertà, a Firenze. Pochi giorni dopo, sempre grazie alle pagine de La Nazione, l’imprenditore Paolo Vranjes si era offerto di ricomprare il mezzo a Marco, una bici speciale e su misura per lui, introvabile in commercio. A quasi un mese di distanza, nella redazione del quotidiano La Nazione è stata messa la parola fine nel modo più bello possibile, dando a Marco un nuovo mezzo e restituendogli simbolicamente la sua vita e la possibilità di tornare a uscire di casa. Un abbraccio sentito, caloroso (anche se a distanza, rispettando le normative anticontagio), che ha unito tutti i protagonisti di questo bel gesto.
L’imprenditore fiorentino Paolo Vranjes e la moglie
L’imprenditore fiorentino Paolo Vranjes e la moglie
Marco e il signor Vranjes, ma anche il sindaco Dario Nardella e l’assessore al sociale Sara Funaro, che fin da subito avevano preso a cuore la vicenda, Aldo Cursano, presidente Confcommercio Toscana e titolare del Caffè Le Rose, bar che Marco frequenta ogni giorno, e la direttrice de La Nazione Agnese Pini. La felicità nel vedere il suo nuovo mezzo è stata enorme: Marco è rimasto incantato alla vista delle sue nuove due ruote, riempiendo il cuore di tutti, e ha voluto sorprendere i presenti con un dono. Come vi abbiamo raccontato, infatti, Marco è un pittore, e ha deciso di donare tre dei suoi quadri al signor Vranjes, al sindaco Nardella e alla direttrice Pini. "Marco è una persona speciale - spiega Aldo Cursano - e dal primo momento ci siamo messi a correre per ridare a Marco una nuova bicicletta. C’è stata una grande vicinanza da parte di tutti, e siamo molto felici che sia arrivato Paolo, a testimoniare ancora una volta il cuore fantastico della nostra bella Firenze". "Sono felice di poter raccontare una storia bella - dice Paolo Vranjes -. Troppo spesso si sentono storie tristi, ma la sensibilità e la solidarietà sono molto importanti. Appena ho letto la storia di Marco non ho potuto tirarmi indietro. Mi reputo una persona fortuanta nella vita, ma il confine è molto sottile, e finchè si può sono convinto che sia giusto aiutare gli altri. A questo servono i giornali e le persone. Adesso Marco è di nuovo libero di scorrazzare per la città". "Siamo felici di essere qui per questa iniziativa - dice il sindaco Nardella -. C’è da ringraziare tutti, da Paolo a La Nazione, perché queste sono le piccole storie che rendono grande una città come Firenze, che da sempre è stata molto umana e sensibile. La Nazione non è solo un giornale, e questi eventi lo testimoniano»". E finalmente Marco ha potuto inforcare la sua nuova bici e pedalare libero per Firenze.
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