Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » Colombia, la linea telefonica “Calma” contro violenza, machismo e stereotipi di genere per gli uomini

Colombia, la linea telefonica “Calma” contro violenza, machismo e stereotipi di genere per gli uomini

Una linea pubblica dove gli uomini possano trovare chi li ascolta e propone loro delle alternative alla violenza, alla gelosia, al potere macho. È stata attivata un anno fa a Bogotà, su iniziativa della sindaca Claudia López, e il progetto sembra funzionare

Camilla Prato
23 Ottobre 2021
Young sad man sitting in the dark room.

Young sad man sitting in the dark room.

Share on FacebookShare on Twitter

Violenza, sessismo, gelosia, machismo: piaghe che colpiscono le donne di tutto il mondo. Purtroppo, molto spesso, ne sono vittime e le azioni per contrastare questo tipo di comportamenti sono tardive o inesistenti. Ma si può fare qualcosa, invece, per prevenirle, partendo proprio dagli uomini che le compiono o temono di farlo. A Bogotà, capitale della Colombia, da un anno è stata infatti attivata una linea telefonica contro la violenza sulle donne che però si rivolge ai maschi. A proporne l’introduzione è stata la sindaca Claudia López, prima donna e prima sindaca gay dichiarata, che ha fatto della lotta al maschilismo un pilastro del suo programma. Chiamata simbolicamente Línea Calma, mette a disposizione immediata un consulto per gli uomini che temono di perdere il controllo e commettere atti violenti in famiglia. Un intervento strutturale, insomma, prima dell’emergenza, prima che i femminicidi si compiano.

“Sono tornato a casa e ho trovato mia moglie a letto con un altro. Sono chiusi in camera, ma appena escono li ammazzo”, afferma una voce maschile dall’altro lato della cornetta. Questa è un esempio delle centinaia di telefonate ricevute dalla Línea Calma hotline che, dopo un anno di prova in cui hanno chiamato più di 1.000 uomini (il 44% in merito a situazioni di violenza di coppia causate dalla perdita di controllo e dalla gelosia), è stata confermata dall’Istituto di cultura, intrattenimento e sport (Scrd) della capitale colombiana. Gratuita per chi abita in città, funziona dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, e fino alle 14 del sabato. In media a chiamare sono circa 12 persone al giorno, a dimostrazione che la violenza ‘machista’ è fortemente radicata nel Paese e che è quindi necessario concentrare gli sforzi sugli uomini. Che ritengono il pianto, i sentimenti, le richieste d’aiuto delle debolezze. Un’immagine radicata è infatti quella dei narcos, dei signori della droga, machi violenti e spietati.

A chiamare Línea Calma sono per lo più uomini cisgender, che spesso cercano ascolto e sostegno, ai quali vengono offerte alternative per affrontare rabbia, gelosia, potere e controllo. All’altro capo del telefono ci sono infatti psicologi o psicologhe che hanno una formazione specifica sulla violenza di genere, che invitano anche chi chiama a iscriversi a seminari gratuiti e individuali per affrontare percorsi più continuativi e approfonditi, oltre ad intervenire sull’episodio specifico del momento. “Credevo, e altri credevano, che gli uomini non ci avrebbero mai chiamati per chiedere aiuto – dice uno degli esperti -. Ma sta succedendo qualcosa, ed è forse il fatto che quei vecchi modelli maschili non funzionano più“. L’amministrazione cittadina ha investito molto sulla linea, pubblicizzata in televisione, alla radio, sui social e anche attraverso una miniserie televisiva, intitolata anch’essa “Calma”, dove quattro amici si confrontano con la rabbia o i ruoli sociali non tradizionali.

Il 75% degli uomini ritiene normale essere più riservati delle donne rispetto alle loro emozioni, mentre l’81% vorrebbe saperle trattare meglio. Questo è quanto emerge da un’indagine condotta dall’Istituto di cultura, intrattenimento e sport. L’anno scorso poi, secondo il sistema di vigilanza di Bogotà, ci sono stati quasi 19mila casi di violenza domestica contro le donne, il 73% del totale, e la capitale è la quarta (tra le latinoamericane) per numero di aggressioni tra le mura di casa.

“Non potremo mai pensare a una società libera dalla violenza contro le donne senza prima operare una trasformazione della cultura, senza prima riesaminare le nostre mascolinità“, dichiara Nicolàs Montero, segretario dell’Scrd, ed Henry Murraìn, direttore della cultura all’interno dell’istituto aggiunge: “È importante riflettere sulle modalità di espressione dell’amore in una società maschilista”. “Stereotipi come “se è geloso allora mi ama”, o “se mi controlla allora gli importo” giustificano le violenze. Questa idea di mascolinità è una camicia di forza che danneggia l’intera cittadinanza”, conclude.

 

Potrebbe interessarti anche

Marina Piperno è una produttrice cinematografica italiana, Nastro d’argento 2011 alla carriera
Spettacolo

Marina Piperno, una vita per il cinema: “Una delle prime produttrici donne”

22 Marzo 2023
Classe 1969, Fiona May (una delle atlete più importanti nella storia dell’atletica italiana e non solo), è originaria di Slough, Inghilterra
Spettacolo

Fiona May salta in scena con ‘La prova contraria’: “Razzismo? Ni…”

25 Marzo 2023
Romina Francesca Power è nata a Los Angeles il 2 ottobre 1951
Attualità

Romina Power, appello social: “Salviamo il mare”

23 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Violenza, sessismo, gelosia, machismo: piaghe che colpiscono le donne di tutto il mondo. Purtroppo, molto spesso, ne sono vittime e le azioni per contrastare questo tipo di comportamenti sono tardive o inesistenti. Ma si può fare qualcosa, invece, per prevenirle, partendo proprio dagli uomini che le compiono o temono di farlo. A Bogotà, capitale della Colombia, da un anno è stata infatti attivata una linea telefonica contro la violenza sulle donne che però si rivolge ai maschi. A proporne l'introduzione è stata la sindaca Claudia López, prima donna e prima sindaca gay dichiarata, che ha fatto della lotta al maschilismo un pilastro del suo programma. Chiamata simbolicamente Línea Calma, mette a disposizione immediata un consulto per gli uomini che temono di perdere il controllo e commettere atti violenti in famiglia. Un intervento strutturale, insomma, prima dell'emergenza, prima che i femminicidi si compiano. "Sono tornato a casa e ho trovato mia moglie a letto con un altro. Sono chiusi in camera, ma appena escono li ammazzo", afferma una voce maschile dall'altro lato della cornetta. Questa è un esempio delle centinaia di telefonate ricevute dalla Línea Calma hotline che, dopo un anno di prova in cui hanno chiamato più di 1.000 uomini (il 44% in merito a situazioni di violenza di coppia causate dalla perdita di controllo e dalla gelosia), è stata confermata dall'Istituto di cultura, intrattenimento e sport (Scrd) della capitale colombiana. Gratuita per chi abita in città, funziona dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, e fino alle 14 del sabato. In media a chiamare sono circa 12 persone al giorno, a dimostrazione che la violenza 'machista' è fortemente radicata nel Paese e che è quindi necessario concentrare gli sforzi sugli uomini. Che ritengono il pianto, i sentimenti, le richieste d'aiuto delle debolezze. Un'immagine radicata è infatti quella dei narcos, dei signori della droga, machi violenti e spietati. A chiamare Línea Calma sono per lo più uomini cisgender, che spesso cercano ascolto e sostegno, ai quali vengono offerte alternative per affrontare rabbia, gelosia, potere e controllo. All'altro capo del telefono ci sono infatti psicologi o psicologhe che hanno una formazione specifica sulla violenza di genere, che invitano anche chi chiama a iscriversi a seminari gratuiti e individuali per affrontare percorsi più continuativi e approfonditi, oltre ad intervenire sull'episodio specifico del momento. "Credevo, e altri credevano, che gli uomini non ci avrebbero mai chiamati per chiedere aiuto - dice uno degli esperti -. Ma sta succedendo qualcosa, ed è forse il fatto che quei vecchi modelli maschili non funzionano più". L'amministrazione cittadina ha investito molto sulla linea, pubblicizzata in televisione, alla radio, sui social e anche attraverso una miniserie televisiva, intitolata anch'essa "Calma", dove quattro amici si confrontano con la rabbia o i ruoli sociali non tradizionali. Il 75% degli uomini ritiene normale essere più riservati delle donne rispetto alle loro emozioni, mentre l'81% vorrebbe saperle trattare meglio. Questo è quanto emerge da un'indagine condotta dall'Istituto di cultura, intrattenimento e sport. L'anno scorso poi, secondo il sistema di vigilanza di Bogotà, ci sono stati quasi 19mila casi di violenza domestica contro le donne, il 73% del totale, e la capitale è la quarta (tra le latinoamericane) per numero di aggressioni tra le mura di casa. "Non potremo mai pensare a una società libera dalla violenza contro le donne senza prima operare una trasformazione della cultura, senza prima riesaminare le nostre mascolinità", dichiara Nicolàs Montero, segretario dell'Scrd, ed Henry Murraìn, direttore della cultura all’interno dell'istituto aggiunge: "È importante riflettere sulle modalità di espressione dell'amore in una società maschilista". "Stereotipi come "se è geloso allora mi ama", o "se mi controlla allora gli importo" giustificano le violenze. Questa idea di mascolinità è una camicia di forza che danneggia l'intera cittadinanza", conclude.  
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto