Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » I nostri capelli a chi soffre: due bimbe di 10 anni donano una treccia a pazienti oncologiche

I nostri capelli a chi soffre: due bimbe di 10 anni donano una treccia a pazienti oncologiche

Solidarietà nell’Ascolano. Aurora e Geisa sono riuscite a inviare una treccia di 26 centimetri alle piccole malate di tumore: "Così siamo felici"

Maria Grazia Lappa
25 Dicembre 2021
Aurora Sponsillo e Geisa Sali, le allievi della quarta B della scuola ‘Sandro Pertini’ di Pagliare.

Aurora Sponsillo e Geisa Sali, le allievi della quarta B della scuola ‘Sandro Pertini’ di Pagliare.

Share on FacebookShare on Twitter

Hanno deciso di donare i loro capelli ad altri bambini meno fortunati: i piccoli malati di tumore. Succede a Pagliare, una frazione di Spinetoli, nell’hinterland di Ascoli Piceno. Una storia che restituisce in chiave terzo millennio un gesto che non passa di moda: la solidarietà. Hanno solo 10 anni Aurora Sponsillo e Geisa Sali, le allievi della quarta B della scuola ‘Sandro Pertini’ di Pagliare. Due visi vispi e simpatici. Due bimbe tanto piccole, ma dal cuore tanto grande, che hanno commosso tutti.

Geisa Sali
Geisa Sali

Le due allieve, che vivono a Pagliare, avevano dei capelli molto lunghi, tanto da riuscire a donare una treccia di 26 centimetri. Capelli di cui loro possono fare a meno, dato che gli ricresceranno presto, ma che possono essere davvero preziosi per bimbi e bimbe alle prese con le cure anticancro.

“Eravamo in classe – racconta l’insegnante Silvia Maranci – e ho visto tra le bambine una competizione per i capelli, tanto che sono intervenuta sottolineando che i capelli erano importanti, ma che c’erano tante altre cose ben più importanti nella vita. ‘Ci sono bambini alle prese con tante malattie, con il dolore, che non hanno più capelli, alcuni dei quali possono anche morire’». Un intervento coinvolgente, che ha colpito tutti. Le bambine infatti hanno deciso di compiere un gesto di profondo amore: donare i loro capelli.
“Sorprendentemente – racconta ancora la maestra – sono stata raggiunta da una telefonata in cui una delle bambine mi mandava il filmato della mamma che le tagliava i lunghi capelli. Non nego che sono rimasta colpita e commossa, per un gesto di altri tempi, così profondo”.

Un gesto d’amore dal sapore antico. In piccole donne, il romanzo di Alcott, Jo, la protagonista, si taglia i capelli per venderli e darne il ricavato alla madre in partenza per il fronte, per raggiungere il padre ferito. Questa volta il dono è per una ‘guerra’ più subdola: il cancro, che purtroppo coinvolge anche tanti bambini.

 Hanno solo 10 anni Aurora Sponsillo e Geisa Sali, le allievi della quarta B della scuola ‘Sandro Pertini’ di Pagliare
Hanno solo 10 anni Aurora Sponsillo e Geisa Sali, le allievi della quarta B della scuola ‘Sandro Pertini’ di Pagliare

“Alle alunne – prosegue la maestra – è stato dato un attestato di riconoscenza per il gesto compiuto, è stato un momento molto toccante, ho visto anche i più vivaci della classe coinvolti e commossi. Le bambine hanno detto di essere molto soddisfatte per la scelta”.

Aurora Sponsillo
Aurora Sponsillo

“Siamo molto felici per quello che abbiamo fatto – spiegano – così potremo aiutare alcuni bambini ad affrontare meglio i momenti della malattia. I nostri capelli ricresceranno. Una parrucca in capelli naturali sarà loro utile per affrontare la malattia con maggior coraggio”.

Nei loro biglietti di accompagnamento hanno scritto: “Vedrai che guarirai e sarai bellissima”, nell’altro: “Questo è un regalo di Natale bellissimo”. I capelli sono stati donati alla banca capelli di Bari, che ne realizzerà delle parrucche per i malati di tumore. Soddisfazione è stata espressa dal preside Paolo Mauriello, dalle insegnanti Silvia Maranci, Maria Capanna e Chiara Zazzetti. “Non sono le uniche bambine che si distinguono per generosità, ma noi siamo rimasti profondamenti colpiti e siamo molto fieri di loro”.

Potrebbe interessarti anche

Grindr, app di incontri per la comunità Lgbtq+, avverte gli utenti sul pericolo che gli agenti di polizia creino account falsi per prenderli di mira
Attualità

Egitto, Grindr avverte gli utenti gay sugli account falsi della polizia

26 Marzo 2023
Elvira Vikhareva, 32 anni, oppositrice politica russa, denuncia di essere stata avvelenata
Attualità

Russia, politica anti-Putin avvelenata: chi è Elvira Vikhareva

25 Marzo 2023
Caterina Balivo con i volontari di Opera San Francesco di Milano (Instagram)
Lifestyle

Caterina Balivo alla mensa dei poveri ma gli haters l’attaccano

28 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Hanno deciso di donare i loro capelli ad altri bambini meno fortunati: i piccoli malati di tumore. Succede a Pagliare, una frazione di Spinetoli, nell’hinterland di Ascoli Piceno. Una storia che restituisce in chiave terzo millennio un gesto che non passa di moda: la solidarietà. Hanno solo 10 anni Aurora Sponsillo e Geisa Sali, le allievi della quarta B della scuola ‘Sandro Pertini’ di Pagliare. Due visi vispi e simpatici. Due bimbe tanto piccole, ma dal cuore tanto grande, che hanno commosso tutti.
Geisa Sali
Geisa Sali
Le due allieve, che vivono a Pagliare, avevano dei capelli molto lunghi, tanto da riuscire a donare una treccia di 26 centimetri. Capelli di cui loro possono fare a meno, dato che gli ricresceranno presto, ma che possono essere davvero preziosi per bimbi e bimbe alle prese con le cure anticancro. "Eravamo in classe - racconta l’insegnante Silvia Maranci - e ho visto tra le bambine una competizione per i capelli, tanto che sono intervenuta sottolineando che i capelli erano importanti, ma che c’erano tante altre cose ben più importanti nella vita. ‘Ci sono bambini alle prese con tante malattie, con il dolore, che non hanno più capelli, alcuni dei quali possono anche morire’». Un intervento coinvolgente, che ha colpito tutti. Le bambine infatti hanno deciso di compiere un gesto di profondo amore: donare i loro capelli. "Sorprendentemente – racconta ancora la maestra – sono stata raggiunta da una telefonata in cui una delle bambine mi mandava il filmato della mamma che le tagliava i lunghi capelli. Non nego che sono rimasta colpita e commossa, per un gesto di altri tempi, così profondo". Un gesto d’amore dal sapore antico. In piccole donne, il romanzo di Alcott, Jo, la protagonista, si taglia i capelli per venderli e darne il ricavato alla madre in partenza per il fronte, per raggiungere il padre ferito. Questa volta il dono è per una ‘guerra’ più subdola: il cancro, che purtroppo coinvolge anche tanti bambini.
 Hanno solo 10 anni Aurora Sponsillo e Geisa Sali, le allievi della quarta B della scuola ‘Sandro Pertini’ di Pagliare
Hanno solo 10 anni Aurora Sponsillo e Geisa Sali, le allievi della quarta B della scuola ‘Sandro Pertini’ di Pagliare
"Alle alunne – prosegue la maestra – è stato dato un attestato di riconoscenza per il gesto compiuto, è stato un momento molto toccante, ho visto anche i più vivaci della classe coinvolti e commossi. Le bambine hanno detto di essere molto soddisfatte per la scelta".
Aurora Sponsillo
Aurora Sponsillo
"Siamo molto felici per quello che abbiamo fatto – spiegano – così potremo aiutare alcuni bambini ad affrontare meglio i momenti della malattia. I nostri capelli ricresceranno. Una parrucca in capelli naturali sarà loro utile per affrontare la malattia con maggior coraggio". Nei loro biglietti di accompagnamento hanno scritto: "Vedrai che guarirai e sarai bellissima", nell’altro: "Questo è un regalo di Natale bellissimo". I capelli sono stati donati alla banca capelli di Bari, che ne realizzerà delle parrucche per i malati di tumore. Soddisfazione è stata espressa dal preside Paolo Mauriello, dalle insegnanti Silvia Maranci, Maria Capanna e Chiara Zazzetti. "Non sono le uniche bambine che si distinguono per generosità, ma noi siamo rimasti profondamenti colpiti e siamo molto fieri di loro".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto