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Home » Attualità » La carrozzina del presidente Roosevelt. Quando la disabilità è potere

La carrozzina del presidente Roosevelt. Quando la disabilità è potere

In onda venerdì 21 gennaio su Rai2 la trasmissione "O anche no - La carrozzina e il presidente", condotta da Paola Severini Melograni. Tema della puntata: il rapporto tra corpo e autorità

Remy Morandi
20 Gennaio 2022
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Non solo un presidente degli Stati Uniti, ma l’unico presidente ad essere stato eletto per oltre due mandati consecutivi, vincendo le elezioni ben quattro volte. In occasione del 140mo anniversario della nascita di Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), venerdì 21 gennaio va in onda su Rai2 in seconda serata la trasmissione “O anche no – La carrozzina e il presidente“, un nuovo speciale da 80 minuti della trasmissione condotta da Paola Severini Melograni. Realizzato in collaborazione con Rai per il Sociale e Rai Pubblica Utilità, il programma si concentrerà sul tema “disabilità e potere” e analizzerà, partendo dall’esperienza del presidente Roosevelt affetto da una grave disabilità, il rapporto tra la fisicità e il potere. Dopo questa riflessione, nel corso della puntata verranno  poi analizzate le riforme attuate dagli Stati Uniti sulle disabilità, l’inclusione e l’accessibilità e infine verranno trattati temi quali il body shaming, a prescindere dal genere o disabilità, il ruolo della satira, del cinema all’epoca del presidente Roosevelt e altro ancora.

Il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt (1882-1945)

Tra gli ospiti della puntata ci saranno l’altro Manuela Roosevelt, nipote del presidente Franklin Delano, Mariangela Zappia, ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Federico Moro, segretario del Robert F. Kennedy Human Rights, Iacopo Melio, consigliere regionale della Toscana, Giusy Versace, atleta paralimpica e politica, e molti altri ancora.

La prima serie della trasmissione “O anche no” è andata in onda da aprile a giugno del 2020 ed è nata dalla necessità di cambiare il paradigma comunicativo nei confronti di tutte le persone affette da disabilità. Il programma ha riscosso immediatamente un enorme successo, e così è stato anche per il secondo spin off “Stravinco per la vita” andato in onda durante l’estate del 2021. Oggi la trasmissione è in onda tutti i venerdì in seconda serata e in replica la domenica alle 9 e 15, su Rai2.

Roosevelt, una vita di riforme e servizi per i bisognosi

Studiare la vita e l’esperienza di Franklin Delano Roosevelt permette di analizzare a fondo il rapporto nella vita di un presidente degli Stati Uniti tra potere e condizione fisica. Considerato tra gli studiosi uno dei presidenti americani più popolari insieme a Abraham Lincoln e George Washington, Roosevelt deve la sua fama sia alla sconfitta del nazismo durante la Seconda guerra mondiale, sia alle grandi riforme economico-sociali messe in campo negli Stati Uniti tra il 1933 e il 1937. Un vasto programma di interventi, conosciuto con il nome di ‘New Deal‘ con il quale l’America riuscì a superare la grave crisi della depressione degli anni Trenta.

Per camminare il presidente Roosevelt usava dei tutori metallici

Franklin Delano Roosevelt ebbe talmente tanto successo negli Stati Uniti da vincere per ben quattro volte (1932, 1936, 1940, 1944) le elezioni presidenziali. Solo dieci anni prima del suo primo mandato, nel 1921, all’età di 39 anni, Roosevelt contrasse una malattia, ritenuta a quel tempo una grave forma di poliomielite (ma non si ha la certezza di quale sia stata la sua malattia), che gli causò la paralisi quasi completa degli arti inferiori costringendolo su una sedia a rotelle. In pubblico però il presidente degli Stati Uniti cercò quasi sempre di nascondere la sua disabilità. Sotto i vestiti usava dei tutori metallici e con l’aiuto di un bastone camminava zoppicando. Cinque anni dopo aver contratto la malattia, il presidente degli Stati Uniti comprò alcune sorgenti termali in Georgia, le Warm Springs, dove il presidente passava molto tempo per lenire i dolori della malattia. Tuttavia, non tenne per sé le sorgenti, ma decise di crearvi una fondazione, l’Istituto per la riabilitazione Roosevelt, con lo scopo di fornire servizi riabilitativi alle persone affette da poliomielite. Tutto in nome delle sue parole e dei suoi valori che diventarono uno slogan per l’istituto di riabilitazione: “Il coraggio e la forza d’animo per superare le sfide; il rispetto, la lealtà, l’accettazione e l’impegno per l’altro; il desiderio genuino di dare noi stessi per il bene degli altri”. Queste parole e questi valori non decaddero mai. Dopo circa 100 anni dalla sua fondazione, infatti, l’Istituto per la riabilitazione Roosevelt è ancora oggi aperto e accessibile a tutti i bisognosi.

 

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

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  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Non solo un presidente degli Stati Uniti, ma l'unico presidente ad essere stato eletto per oltre due mandati consecutivi, vincendo le elezioni ben quattro volte. In occasione del 140mo anniversario della nascita di Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), venerdì 21 gennaio va in onda su Rai2 in seconda serata la trasmissione "O anche no - La carrozzina e il presidente", un nuovo speciale da 80 minuti della trasmissione condotta da Paola Severini Melograni. Realizzato in collaborazione con Rai per il Sociale e Rai Pubblica Utilità, il programma si concentrerà sul tema "disabilità e potere" e analizzerà, partendo dall'esperienza del presidente Roosevelt affetto da una grave disabilità, il rapporto tra la fisicità e il potere. Dopo questa riflessione, nel corso della puntata verranno  poi analizzate le riforme attuate dagli Stati Uniti sulle disabilità, l'inclusione e l'accessibilità e infine verranno trattati temi quali il body shaming, a prescindere dal genere o disabilità, il ruolo della satira, del cinema all'epoca del presidente Roosevelt e altro ancora.
Il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt (1882-1945)
Tra gli ospiti della puntata ci saranno l'altro Manuela Roosevelt, nipote del presidente Franklin Delano, Mariangela Zappia, ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Federico Moro, segretario del Robert F. Kennedy Human Rights, Iacopo Melio, consigliere regionale della Toscana, Giusy Versace, atleta paralimpica e politica, e molti altri ancora. La prima serie della trasmissione "O anche no" è andata in onda da aprile a giugno del 2020 ed è nata dalla necessità di cambiare il paradigma comunicativo nei confronti di tutte le persone affette da disabilità. Il programma ha riscosso immediatamente un enorme successo, e così è stato anche per il secondo spin off "Stravinco per la vita" andato in onda durante l'estate del 2021. Oggi la trasmissione è in onda tutti i venerdì in seconda serata e in replica la domenica alle 9 e 15, su Rai2.

Roosevelt, una vita di riforme e servizi per i bisognosi

Studiare la vita e l'esperienza di Franklin Delano Roosevelt permette di analizzare a fondo il rapporto nella vita di un presidente degli Stati Uniti tra potere e condizione fisica. Considerato tra gli studiosi uno dei presidenti americani più popolari insieme a Abraham Lincoln e George Washington, Roosevelt deve la sua fama sia alla sconfitta del nazismo durante la Seconda guerra mondiale, sia alle grandi riforme economico-sociali messe in campo negli Stati Uniti tra il 1933 e il 1937. Un vasto programma di interventi, conosciuto con il nome di 'New Deal' con il quale l'America riuscì a superare la grave crisi della depressione degli anni Trenta.
Per camminare il presidente Roosevelt usava dei tutori metallici
Franklin Delano Roosevelt ebbe talmente tanto successo negli Stati Uniti da vincere per ben quattro volte (1932, 1936, 1940, 1944) le elezioni presidenziali. Solo dieci anni prima del suo primo mandato, nel 1921, all'età di 39 anni, Roosevelt contrasse una malattia, ritenuta a quel tempo una grave forma di poliomielite (ma non si ha la certezza di quale sia stata la sua malattia), che gli causò la paralisi quasi completa degli arti inferiori costringendolo su una sedia a rotelle. In pubblico però il presidente degli Stati Uniti cercò quasi sempre di nascondere la sua disabilità. Sotto i vestiti usava dei tutori metallici e con l'aiuto di un bastone camminava zoppicando. Cinque anni dopo aver contratto la malattia, il presidente degli Stati Uniti comprò alcune sorgenti termali in Georgia, le Warm Springs, dove il presidente passava molto tempo per lenire i dolori della malattia. Tuttavia, non tenne per sé le sorgenti, ma decise di crearvi una fondazione, l'Istituto per la riabilitazione Roosevelt, con lo scopo di fornire servizi riabilitativi alle persone affette da poliomielite. Tutto in nome delle sue parole e dei suoi valori che diventarono uno slogan per l'istituto di riabilitazione: "Il coraggio e la forza d'animo per superare le sfide; il rispetto, la lealtà, l'accettazione e l'impegno per l'altro; il desiderio genuino di dare noi stessi per il bene degli altri". Queste parole e questi valori non decaddero mai. Dopo circa 100 anni dalla sua fondazione, infatti, l'Istituto per la riabilitazione Roosevelt è ancora oggi aperto e accessibile a tutti i bisognosi.    
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