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Home » HP Trio » La Spezia, insulti sessisti all’arbitro donna durante una partita di calcio giovanile: allenatore squalificato

La Spezia, insulti sessisti all’arbitro donna durante una partita di calcio giovanile: allenatore squalificato

Secondo il giudice sportivo la direttrice di gara sarebbe stata oggetto di “numerose frasi offensive e discriminatorie per motivo di sesso” da parte dell’allenatore e di “sostenitori, e calciatori non meglio identificati” a una partita di under 14

Lucia Lapi
27 Febbraio 2022
Un arbitro donna in campo

Un arbitro donna in campo

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Una giovanissima donna arbitro sarebbe stata oggetto di “numerose frasi offensive e discriminatorie per motivo di sesso” da parte dell’allenatore e di «“sostenitori, e calciatori non meglio identificati“ ad una partita del campionato Under 14 alla Spezia. È la motivazione con cui il giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti ha ordinato le porte chiuse per una giornata al campo della Santerenzina e inflitto lo stop fino al prossimo 30 giugno all’allenatore della formazione Giovanissimi B, oltre ad aver comminato alla società una multa di 200 euro.

A

Un arbitro donna in campo
Un arbitro donna in campo

riportare l’episodio la direttrice di gara ventenne appartenente alla sezione AIA della Spezia, che ha presentato un dettagliato referto, con supplemento, in merito alla partita giocata presso il campo sportivo di Falconara, nel territorio di Lerici, il 16 febbraio scorso.

Per quanto riguarda il tecnico della squadra Giovanissimi, il giudice sportivo Aldo Ferdeghini riporta come al 35esimo minuto del secondo tempo avrebbe “criticato l’operato del Direttore di Gara, arbitro donna, indirizzando nei suoi confronti espressione offensiva e discriminatoria per motivi di sesso“. Un “comportamento gravemente e reiteratamente offensivo» nei confronti dell’ arbitro donna sarebbe stato condotto anche da altri tesserati, secondo il dispositivo.

Gli insulti

Una versione dei fatti contestata dal presidente della società Francesco Pardini. “Siamo a dir poco perplessi di questa ricostruzione – le sue parole – . A quella partita ero presente personalmente, insieme al resto della dirigenza, e non abbiamo assistito a nulla di tutto ciò. Ho chiamato l’allenatore, che mi ha assicurato di aver detto all’ arbitro ‘devi andare a fare dell’altro. Un rappresentante dei genitori, anch’egli presente, si è già offerto di pagare la multa. Faremo ricorso per capire cosa è stato scritto sul referto, speriamo di poter avere un confronto con la direttrice di gara al più presto”.

“Una pagina incresciosa da dimenticare in fretta per il calcio giovanile spezzino, quella avvenuta giovedì scorso al “Falconara” durante la gara tra la Santerenzina e il Canaletto Sepor, valida per il campionato Giovanissimi classe 2008. Vittima dell’inciviltà degli spettatori e del tecnico, un giovane arbitro donna iscritta alla sezione Aia della Spezia” scrive in merito all’accaduto ilsecoloxix.it.

La ‘sentenza’

La vicenda è già stata presa in esame dal giudice sportivo del settore giovanile e scolastico della Figc spezzina che non ha avuto dubbi ed ha usato mano pesante nel giudicare i fatti. Per la prima volta dopo anni nello spezzino una gara di settore giovanile della categoria in oggetto della Santerenzina si dovrà disputare a porte chiuse. La sentenza parla chiaro: “Si dispone che la prossima gara casalinga della società Santerenzina venga disputata con tutti i settori privi di spettatori, per aver i propri sostenitori, e calciatori non meglio identificati, indirizzato nei confronti dell’ arbitro donna, numerose frasi offensive e discriminatorie per motivo di sesso, durante lo svolgimento della partita”.

Episodio increscioso

“Il calcio a questi livelli dovrebbe essere una palestra di sport e di vita, ma il comportamento di alcuni genitori-tifosi lascia senza parole – sottolinea ilsecoloxix.it – . La Santerenzina, società da sempre inappuntabile da questo punto di vista, che in passato si è schierata contro ogni forma di razzismo, impostando la propria filosofia sportiva su principi di sana educazione sportiva è stata multata poi di 200 euro 2per comportamento gravemente e reiteratamente offensivo dei propri tesserati nei confronti dell’arbitro.  Dovrà invece stare lontano dai campi da gioco fino al 30 giugno prossimo uno degli allenatori della società biancoverde “per aver, al 35’ del 2º tempo, criticato l’operato dell’arbitro donna, indirizzando nei suoi confronti espressione offensiva e discriminatoria per motivi di sesso. Dopo l’espulsione, al termine della gara, continuava a criticarne l’operato’. Un episodio davvero triste e per fortuna isolato in un movimento calcistico come quello giovanile spezzino in generale dal comportamento irreprensibile”, conclude ilsecoloxix.it

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Una giovanissima donna arbitro sarebbe stata oggetto di “numerose frasi offensive e discriminatorie per motivo di sesso" da parte dell’allenatore e di «“sostenitori, e calciatori non meglio identificati“ ad una partita del campionato Under 14 alla Spezia. È la motivazione con cui il giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti ha ordinato le porte chiuse per una giornata al campo della Santerenzina e inflitto lo stop fino al prossimo 30 giugno all’allenatore della formazione Giovanissimi B, oltre ad aver comminato alla società una multa di 200 euro. A
Un arbitro donna in campo
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riportare l’episodio la direttrice di gara ventenne appartenente alla sezione AIA della Spezia, che ha presentato un dettagliato referto, con supplemento, in merito alla partita giocata presso il campo sportivo di Falconara, nel territorio di Lerici, il 16 febbraio scorso. Per quanto riguarda il tecnico della squadra Giovanissimi, il giudice sportivo Aldo Ferdeghini riporta come al 35esimo minuto del secondo tempo avrebbe “criticato l’operato del Direttore di Gara, arbitro donna, indirizzando nei suoi confronti espressione offensiva e discriminatoria per motivi di sesso“. Un “comportamento gravemente e reiteratamente offensivo» nei confronti dell’ arbitro donna sarebbe stato condotto anche da altri tesserati, secondo il dispositivo.

Gli insulti

Una versione dei fatti contestata dal presidente della società Francesco Pardini. “Siamo a dir poco perplessi di questa ricostruzione - le sue parole - . A quella partita ero presente personalmente, insieme al resto della dirigenza, e non abbiamo assistito a nulla di tutto ciò. Ho chiamato l’allenatore, che mi ha assicurato di aver detto all’ arbitro ‘devi andare a fare dell’altro. Un rappresentante dei genitori, anch’egli presente, si è già offerto di pagare la multa. Faremo ricorso per capire cosa è stato scritto sul referto, speriamo di poter avere un confronto con la direttrice di gara al più presto". "Una pagina incresciosa da dimenticare in fretta per il calcio giovanile spezzino, quella avvenuta giovedì scorso al “Falconara” durante la gara tra la Santerenzina e il Canaletto Sepor, valida per il campionato Giovanissimi classe 2008. Vittima dell’inciviltà degli spettatori e del tecnico, un giovane arbitro donna iscritta alla sezione Aia della Spezia" scrive in merito all'accaduto ilsecoloxix.it.

La 'sentenza'

La vicenda è già stata presa in esame dal giudice sportivo del settore giovanile e scolastico della Figc spezzina che non ha avuto dubbi ed ha usato mano pesante nel giudicare i fatti. Per la prima volta dopo anni nello spezzino una gara di settore giovanile della categoria in oggetto della Santerenzina si dovrà disputare a porte chiuse. La sentenza parla chiaro: "Si dispone che la prossima gara casalinga della società Santerenzina venga disputata con tutti i settori privi di spettatori, per aver i propri sostenitori, e calciatori non meglio identificati, indirizzato nei confronti dell’ arbitro donna, numerose frasi offensive e discriminatorie per motivo di sesso, durante lo svolgimento della partita".

Episodio increscioso

"Il calcio a questi livelli dovrebbe essere una palestra di sport e di vita, ma il comportamento di alcuni genitori-tifosi lascia senza parole - sottolinea ilsecoloxix.it - . La Santerenzina, società da sempre inappuntabile da questo punto di vista, che in passato si è schierata contro ogni forma di razzismo, impostando la propria filosofia sportiva su principi di sana educazione sportiva è stata multata poi di 200 euro 2per comportamento gravemente e reiteratamente offensivo dei propri tesserati nei confronti dell’arbitro.  Dovrà invece stare lontano dai campi da gioco fino al 30 giugno prossimo uno degli allenatori della società biancoverde "per aver, al 35’ del 2º tempo, criticato l’operato dell’arbitro donna, indirizzando nei suoi confronti espressione offensiva e discriminatoria per motivi di sesso. Dopo l’espulsione, al termine della gara, continuava a criticarne l’operato'. Un episodio davvero triste e per fortuna isolato in un movimento calcistico come quello giovanile spezzino in generale dal comportamento irreprensibile", conclude ilsecoloxix.it
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