“I Giochi non sono pronti al primo uomo in uno sport di sole donne”. Parola di Giorgio Minisini, fresco di ritiro. Già, perché l’atleta romano qualche giorno fa nella piscina del Foro italico a Roma ha detto addio alle competizioni di una disciplina che è riuscito non solo in Italia – a rivoluzionare, ma che nel momento più importante della sua carriera lo ha tradito.
L’addio amaro di Giorgio Minisini
Il 28enne, quattro volte oro mondiale e altrettante sul gradino più alto d’Europa, plurimedagliato a livello italiano e internazionale, non è stato convocato nella squadra italiana di nuoto artistico che parteciperà ai Giochi Olimpici di Parigi. Lo sapeva lui, lo abbiamo scoperto poi anche noi, e di nuovo ha menzionato il fatto annunciando che i Campionati italiani assoluti dello scorso weekend sarebbero stati la sua ultima gara. “L’ossessione è un gioco che si fa da giovani. Giovedì iniziano i campionati italiani; saranno la mia ultima gara, ci vediamo con chi ci sarà”, aveva scritto su Instagram.
E ci sono state tante persone lì per lui, a salutarlo, a ringraziarlo per essere stato un pioniere in uno sport ‘da femmine’, per aver smontato pregiudizi e dimostrato che un ragazzo, poi diventato uomo, poteva essere un ‘sincronetto’ e non vergognarsene affatto. Ha danzato leggiadro e forte in acqua, da solo e in coppia con grandi campionesse, in squadra con le compagne azzurre, e ha vinto. Tanto, tutto. O quasi.
La mossa della World Acquatics: opportunità sprecata
Perché la vittoria più grande, coronare il sogno di partecipare alle Olimpiadi, quel desiderio diventato ossessione, inseguito per tutta la carriera, non è riuscito a realizzarlo. L’opportunità c’era, per la prima volta nella storia dei Giochi. Il posto in nazionale, invece, no. Il perché, senza troppi giri di parole, l’ha spiegato Minisini stesso: “Sono stati inseriti gli uomini senza creare dei parametri e tutti si sono preparati con 8 donne, tentando di aggiungere un uomo nel ruolo di una ragazza. Chiaramente risultava un elemento estraneo”.
Insomma la mossa coraggiosa di World Aquatics di permettere agli uomini di gareggiare nel nuoto artistico alle Olimpiadi non è stata supportata poi da riscontri a livello burocratico, lasciando alle federazioni nazionali l’onere di comporre il puzzle delle convocazioni tenendo dentro quell’elemento in più che fino ad allora non era stato considerato. Ma il nuoto artistico “è un ambiente conservatore”, spiega ancora Giorgio ed è stata sprecata una grossa opportunità: “potevamo essere considerati pionieri, tracciare una rotta sociale: guardate come si coinvolge, come si mette in pratica l’inclusione”. Invece “Nessuno ha fatto il lavoro giusto – conclude il campione –. Hanno detto infiliamoci gli uomini, senza creare la possibilità di renderli competitivi. Una scatola vuota, senza integrazione”.
Nessun maschio nel nuoto artistico a Parigi
Una scelta che ha finito per penalizzare – di nuovo, non solo in Italia –proprio i nuotatori artistici maschi. Perché non ce ne sarà nemmeno uno tra i 10 Paesi che parteciperanno alla gara a squadre di Parigi. Dopo l’esclusione dal team Usa del 45enne pioniere Bill May, l’ultima flebile speranza si è spenta inesorabilmente nell’acqua della piscina olimpica. La federazione mondiale si è detta molto delusa per la loro assenza: “Questa avrebbe dovuto essere una pietra miliare per questo sport – ha dichiarato in un comunicato –. Comprendiamo che per gli uomini sarebbe stata una sfida guadagnarsi un posto in squadra in tempo per Parigi 2024, considerando che la loro eleggibilità è stata confermata solo 18 mesi fa, ma speravamo comunque che qualcuno ci sarebbe riuscito”. Un sogno che a quanto pare non si realizzerà.
“Tutti noi della comunità del nuoto artistico dobbiamo impegnarci ancora di più per far progredire le opportunità per gli atleti maschi in questo sport”, ha aggiunto World Aquatics nella nota.
“Siamo assolutamente determinati a far partecipare i nuotatori artistici maschi alla gara a squadre di Los Angeles 2028 e continuiamo a lavorare su una proposta per aggiungere una gara di duetti misti al programma olimpico in tempo per quei Giochi”.