Simone Biles non ha più nulla da dimostrare. Per questo “Deciderà lei a quali gare partecipare, non mettetele troppa pressione”. Chellsie Memmel, allenatrice della nazionale americana di ginnastica artistica a Parigi per i Giochi Olimpici, si riferiscono alla plurimedagliata e fenomenale atleta che torna alle Olimpiadi (per lei sarà la terza, ed è la più ‘grande’ nella delegazione) dopo il periodo difficile che la condizionò alle Olimpiadi di Tokyo.
I Giochi di Tokyo, i twisties e il ritiro
Tre anni fa Biles rinunciò a gran parte delle gare, spiegando che quella scelta era dovuta alle difficoltà psicologiche che stava affrontando, parlò dei “twisties” (demoni) e dell'importanza di tutelare la salute mentale degli atleti, portando comunque a casa un argento e un bronzo. Fu proprio al termine delle competizioni in Giappone che la 27enne di Columbus annunciò il ritiro. Salvo poi ripensarci e tornare in pedana a poco più di due anni di distanza.
“Sapevo di non essere finita dopo le prestazioni di Tokyo”, ha dichiarato Biles ai Trials olimpici statunitensi del mese scorso, dove ha vinto l'all-around con un margine di 5,5 punti sulla seconda classificata. “Tornando in palestra e fidandomi del percorso [fatto] con i miei allenatori, sapevo che sarei tornata”. E ha aggiunto: “Questa è sicuramente la nostra occasione di riscatto. Sento che tutti noi abbiamo ancora qualcosa da dare”.
L’impegno per il cambiamento
In questi anni di assenza dalle gare l’americana è riuscita a estendere il suo impatto ben oltre la pedana. Un tempo riluttante a parlare di questioni delicate, è diventata quindi la voce del cambiamento all'interno di USA Gymnastics dopo essersi fatta avanti nel 2018 come sopravvissuta ad abusi sessuali da parte di Larry Nassar, criticando apertamente l’Fbi e il governo nazionale per non essere riusciti a proteggere le loro atlete. I suoi tweet, le sue dichiarazioni pubbliche, hanno portato alla chiusura del Karolyi Ranch, il centro di allenamento dove molte ginnaste sono state molestate, e alle dimissioni della presidente della federazione di ginnastica, Mary Bono.
Il ritorno della “più grande di sempre”
Ora tutti gli occhi saranno puntati su di lei, la cui unica avversaria da battere rimane sé stessa. È stato un viaggio lungo – nonostante non abbia nemmeno 30 anni – quello della texana, considerata la ginnasta più forte della storia prima ancora di partecipare a un’Olimpiade. Una predestinata già anni prima che conquistasse la cifra record di 37 medaglie tra Giochi e Mondiali.
Da quando ha vinto il suo primo titolo nazionale nel 2013, ha dominato imbattuta tutte le gare all-around in tutti gli appuntamenti a cui ha partecipato, spesso con margini stratosferici. Eppure eccola qui, che continua a sfidare i limiti del potenziale umano mentre prova l’esercizio più impegnativo della sua vita: il volto ventisettenne del movimento olimpico statunitense pronto a riscrivere nuovamente la storia.
Quella definizione oggi le calza a pennello, sembra esserle stata cucito addosso come il body a stelle e strisce che mostra orgogliosa insieme alle compagne di nazionale dopo essere arrivata a Parigi, nei post sui social che Biles ha diffuso negli ultimi giorni, sorridente, serena, felice di essere di nuovo lì a difendere il titolo di regina. La 27enne domenica 28 luglio salirà sul palco olimpico per la terza volta quando all'Arena di Bercy prenderanno il via le qualificazioni per la gara a squadre. A Parigi, come lo era a Tokyo, sarà la favorita d’obbligo per riconquistare il titolo all-around e diventare la prima ginnasta di sempre a vincere più volte l’oro in edizioni non consecutive.
A rendere migliori le giornate della ginnasta texana a Parigi c’è anche la certezza che quando sarà il momento di entrare in gara suo marito Jonathan Owens, giocatore della Nfl nei Chicago Bears, sarà lì a fare il tifo per lei. “Amerò essere lì a sostenerti – ha scritto suo marito sui social –, sarò il tuo cheerleader". Ma oltre ai loro affetti, Simone Biles e le sue compagne dovrebbero poter contare anche sull’aiuto della loro mascotte (non si sa ancora se potrà essere in pedana con loro né se sia atterrato in Francia): si tratta di Beacon, il bellissimo golden retriever di 4 anni sezionato con la precisa funzione di contribuire a creare un clima di familiarità e affetto all'interno della squadra, assorbire lo stress delle atlete e consolarle nei momenti più complessi e difficili.