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Home » HP Trio » Mascherine e green pass, dal 1° maggio addio: la silenziosa fine annunciata della pandemia

Mascherine e green pass, dal 1° maggio addio: la silenziosa fine annunciata della pandemia

Il Consiglio dei ministri ha approvato senza alcun voto contrario l’allentamento alle misure di contrasto all’epidemia da Covid-19: la notizia, destinata a diventare la news più virale degli ultimi anni, pare invece aver fatto poco clamore sui social

Margherita Ambrogetti Damiani
21 Marzo 2022
La modella Bella Hadid in viaggio con la mascherina

La modella Bella Hadid in viaggio con la mascherina

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Ammettiamolo, ai tempi del primo lockdown non c’è stata una sola persona a non aver fantasticato sul giorno in cui avremmo finalmente potuto dire addio alle mascherine. Qualche tempo dopo, a questo desiderio si è aggiunto quello di poter mettere in archivio anche l’obbligo del green pass. Sia ben chiaro: mascherine e green pass, insieme ai vaccini, sono stati i nostri più grandi alleati nel contrasto alla pandemia. Ciò detto, quel giorno, anzi, quei giorni, seppur silenziosamente, stanno finalmente per arrivare. Unica variabile: l’andamento dell’epidemia. Qualora le cose non dovessero peggiorare, dunque, la prossima potrebbe essere un’estate libera da carta verde e FFP2.

Addio a mascherine e green pass dal 1 maggio: la silenziosa fine annunciata della pandemia
Addio a mascherine e green pass dal 1° maggio: la silenziosa fine annunciata della pandemia

La notizia, però, pare aver fatto poco clamore sui social. Quella che sarebbe potuta diventare la news più virale degli ultimi anni, con tanto di selfie, count down e dirette Instagram, pare essere destinata al declassamento alla categoria “normale amministrazione”. L’attenzione mediatica è tutta rivolta all’Ucraina, è vero, ma c’è da ammettere che, almeno per il momento e a giudicare dai social, l’addio al Covid sembra non essere tra i primi pensieri delle italiane e degli italiani.

Bozza del nuovo decreto Covid: i fatti

Ricostruiamo i fatti: nella settimana che ci siamo lasciati alle spalle, il Consiglio dei ministri ha approvato senza alcun voto contrario l’allentamento alle misure di contrasto all’epidemia da Covid-19. Tra le principali novità, il termine dell’obbligo del green pass: dal 1 aprile, non servirà più – né nella versione base né in quella rafforzata – per accedere a ristoranti e bar all’aperto, in hotel o per fare attività sportiva. Servirà quello base, però, per entrare allo stadio, la cui capienza torna al 100%.

Stessa cosa per andare in discoteca o per partecipare a un concerto all’aperto. Stop al green pass pure sui mezzi pubblici, ma non su quelli a lunga percorrenza. In questo caso, rimarrà in vigore l’obbligo di esibire il green pass fino al 30 aprile. Via libera anche in banca, alle poste, negli uffici pubblici e nei negozi.

Le novità

A maggio finisce l'bbligo del green pass: nella cabina di regia.si sarebbe stabilito di mantenere lobbligo del certificato in alcuni ambiti (base o super nei diversi luoghi) ancora fino al 30 aprile
A maggio finisce l’bbligo del green pass: nella cabina di regia avrebbero stabilito di mantenere l’obbligo del certificato in alcuni ambiti fino al 30 aprile

Tra le novità, le nuove regole per la quarantena: abolito l’obbligo dell’isolamento per chi entra in contatto con un soggetto positivo. Resta invece in vigore la clausura per i contagiati.

Dal 1° maggio, addio completo alla carta verde e, se le cose non precipiteranno, alle mascherine al chiuso, il cui obbligo è stato prorogato al 30 aprile. Fino a quel giorno, le FFP2 saranno obbligatorie sui mezzi pubblici, per andare a vedere un film al cinema o assistere a uno spettacolo teatrale.

Il green pass rafforzato rimarrà obbligatorio fino al 31 dicembre solo per entrare in ospedale e nelle residenze per anziani. Nella bozza del nuovo decreto Covid c’è anche la proroga fino al 30 giugno per lo smartworking nel settore privato. I lavoratori potranno usufruirne senza accordi individuali con il datore. Rimanendo in tema di lavoro, dal 1 aprile cesserà per gli over 50 l’obbligo di esibire il green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro.
Nelle prossime settimane, quindi, vedremo cosa accadrà fuori e dentro i social. Sarà sicuramente interessante tenere d’occhio la narrazione collettiva di una ritrovata libertà post-pandemica che, probabilmente, non ci sta trovando troppo reattivi al cambiamento.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Ammettiamolo, ai tempi del primo lockdown non c’è stata una sola persona a non aver fantasticato sul giorno in cui avremmo finalmente potuto dire addio alle mascherine. Qualche tempo dopo, a questo desiderio si è aggiunto quello di poter mettere in archivio anche l’obbligo del green pass. Sia ben chiaro: mascherine e green pass, insieme ai vaccini, sono stati i nostri più grandi alleati nel contrasto alla pandemia. Ciò detto, quel giorno, anzi, quei giorni, seppur silenziosamente, stanno finalmente per arrivare. Unica variabile: l’andamento dell’epidemia. Qualora le cose non dovessero peggiorare, dunque, la prossima potrebbe essere un’estate libera da carta verde e FFP2.
Addio a mascherine e green pass dal 1 maggio: la silenziosa fine annunciata della pandemia
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La notizia, però, pare aver fatto poco clamore sui social. Quella che sarebbe potuta diventare la news più virale degli ultimi anni, con tanto di selfie, count down e dirette Instagram, pare essere destinata al declassamento alla categoria “normale amministrazione”. L’attenzione mediatica è tutta rivolta all’Ucraina, è vero, ma c’è da ammettere che, almeno per il momento e a giudicare dai social, l’addio al Covid sembra non essere tra i primi pensieri delle italiane e degli italiani.

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A maggio finisce l'bbligo del green pass: nella cabina di regia.si sarebbe stabilito di mantenere lobbligo del certificato in alcuni ambiti (base o super nei diversi luoghi) ancora fino al 30 aprile
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Tra le novità, le nuove regole per la quarantena: abolito l’obbligo dell’isolamento per chi entra in contatto con un soggetto positivo. Resta invece in vigore la clausura per i contagiati. Dal 1° maggio, addio completo alla carta verde e, se le cose non precipiteranno, alle mascherine al chiuso, il cui obbligo è stato prorogato al 30 aprile. Fino a quel giorno, le FFP2 saranno obbligatorie sui mezzi pubblici, per andare a vedere un film al cinema o assistere a uno spettacolo teatrale. Il green pass rafforzato rimarrà obbligatorio fino al 31 dicembre solo per entrare in ospedale e nelle residenze per anziani. Nella bozza del nuovo decreto Covid c’è anche la proroga fino al 30 giugno per lo smartworking nel settore privato. I lavoratori potranno usufruirne senza accordi individuali con il datore. Rimanendo in tema di lavoro, dal 1 aprile cesserà per gli over 50 l’obbligo di esibire il green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Nelle prossime settimane, quindi, vedremo cosa accadrà fuori e dentro i social. Sarà sicuramente interessante tenere d’occhio la narrazione collettiva di una ritrovata libertà post-pandemica che, probabilmente, non ci sta trovando troppo reattivi al cambiamento.
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