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Home » HP Trio » Svetlana Tikhanovskaya, la leader bielorussa in esilio: “I giorni peggiori dai tempi di Stalin”

Svetlana Tikhanovskaya, la leader bielorussa in esilio: “I giorni peggiori dai tempi di Stalin”

"Con il dirottamento è finita l’impunità per il regime di Lukashenko". La leader dell'opposizione bielorussa, da 9 mesi esiliata dal suo Paese, commenta le vicende degli ultimi giorni

Camilla Prato
27 Maggio 2021
epa08660073 Belarusian opposition leader Svetlana Tikhanovskaya during a press conference after the meeting, at the Courtyard by Marriott Warsaw Airport hotel in Warsaw, Poland, 10 September 2020.  EPA/Piotr Nowak POLAND OUT

epa08660073 Belarusian opposition leader Svetlana Tikhanovskaya during a press conference after the meeting, at the Courtyard by Marriott Warsaw Airport hotel in Warsaw, Poland, 10 September 2020. EPA/Piotr Nowak POLAND OUT

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I fatti sono noti: domenica 23 maggio un aereo Ryanair, partito da Atene per Vilnius con 179 passeggeri, è stato dirottato quando era quasi arrivato a destinazione, a poche decine di miglia dal confine lituano, da un jet dell’aviazione militare bielorussa. La giustificazione: dall’aereo sarebbe stato lanciato un allarme bomba, e per questo il velivolo è stato fatto atterrare a Minsk. Si sarebbe trattato di un falso allarme, hanno poi spiegato le autorità aeroportuali. Secondo le informazioni diffuse dagli oppositori bielorussi e confermate dalla Lituania, il caccia Mig-29  era armato con razzi ed era accompagnato da un biposto Su-29 e da un elicottero da attacco MI-24.

Secondo le ricostruzioni più recenti, mentre stava sorvolando la Bielorussia, l’aereo della compagnia irlandese è stato costretto dalle autorità nazionali ad atterrare a Minsk, dopodiché la polizia ha arrestato uno dei passeggeri: Roman Protassevitch, un blogger che in questi anni ha animato la protesta popolare contro il regime dittatoriale del presidente Aljaksandr Lukashenko. Il 26enne, direttore del canale di informazioni dell’opposizione Nexta, attivo su Telegram dai tempi della contestata vittoria elettorale del premier, l’estate scorsa, era stato catalogato come “terrorista” dalle autorità bielorusse.

“La sua vita è in pericolo” secondo Svetlana Tikhanoskaya, che si è dichiarata sotto choc per l’accaduto. “Questi sono i giorni peggiori dai tempi del terrore di Stalin. È inimmaginabile. Ma dopo domenica siamo sicuri: l’impunità di Lukashenko è finita” afferma la leader dell’opposizione, che da nove mesi si è auto esiliata in Lituania dopo che il regime ha minacciato di sottrarle i figli. La donna, ad Atene per visite istituzionali al governo greco, nei giorni scorsi aveva incontrato nella capitale ellenica proprio Roman Protasevich. “Non so dire perché non abbiano dirottato il mio (volo), e arrestato me. Sono, come tutti, in stato di choc“.

Il giornalista è apparso in un video, dove afferma di trovarsi “nella struttura di detenzione preventiva n. 1 a Minsk” e di stare bene, ma sembra mostrare segni di percosse. Invece Sofia Sapega, cittadina russa e compagna di Prosatevich, fermata insieme a lui a Minsk, è stata arrestata per due mesi. Il suo avvocato ha riferito che “è stata accusata di un reato ed è stata disposta una misura preventiva: la detenzione per due mesi. Il luogo di detenzione è il centro di detenzione preventiva del KGB”.

La comunità internazionale ha immediatamente condannato l’accaduto: dalla Commissione Europea che ha congelato un pacchetto di aiuti finanziari alla Bielorussia pari a tre miliardi di euro alla chiusura dello spazio aereo europeo alla compagnia bielorussa Belavia fino ai provvedimenti annunciati dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ma finora senza risultati. “È il risultato dell’impunità di cui Lukashenko gode da tempo – dichiara Tikhanoskaya – Con questo gesto però ha passato il segno. Il mondo si è reso conto che questo regime non è un pericolo solo per la Bielorussia, ma per tutti”. E prosegue: “È tempo di passare dalle parole ai fatti. Le sanzioni vanno estese il più possibile, chiusa la cooperazione di ogni tipo, anche commerciale, col Paese. Persino gli aiuti alla popolazione. Ogni centesimo che va in Bielorussia, anche a fin di bene, se passa dalle mani del governo finisce per finanziare la tortura delle persone migliori del nostro popolo”.

Moglie di Sergei Tikhanovsky, blogger e leader politico in carcere dopo l’ultima tornata elettorale nel Paese, 38 anni e madre di due figli. Svetlana Tikhanoskaya, dopo l’arresto del marito, ha deciso di candidarsi al suo posto. Alle elezioni ha ottenuto un consenso elettorale mai visto, tanto che, il giorno dopo il voto, si era detta convinta di essere la vera vincitrice. Ma Lukashenko si è autoproclamato Presidente con l’80% dei voti, nonostante siano numerose le prove di brogli. Consapevole del consenso ottenuto dall’opposizione delle donne bielorusse, dopo le elezioni, Lukashenko ha costretto Svetlana Tikhanovskaya all’esilio (insieme a Veronika Tsepkalo, altra leader dell’opposizione) con la minaccia di far loro perdere la potestà genitoriale.

L’ex ‘bambina di Chernobyl’, ex insegnante d’inglese e casalinga (“Volete farvi comandare da una casalinga?”, la irrideva Lukashenko) è diventata il simbolo del risveglio della democrazia bielorussa, sedata 26 anni fa con l’instaurazione del regime. Atene, al momento, è l’ultima delle tappe della sua vita, impensata, da leader della resistenza basata in Lituania, che incontra la diaspora in giro per l’Europa e viene accolta nei palazzi dai governi. “Ogni giorno guardo negli occhi i miei bambini e devo rispondere alle loro domande – aveva dichiarato a Roma qualche settimana fa – Io capisco il significato dell’essere in prigione a causa delle proprie idee politiche, ma allo stesso tempo lo devo anche spiegare ai miei figli“. Che, ne siamo certo, comprenderanno ben presto che la loro mamma sta provando a riscrivere, anche per loro, la storia della Bielorussia.

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
I fatti sono noti: domenica 23 maggio un aereo Ryanair, partito da Atene per Vilnius con 179 passeggeri, è stato dirottato quando era quasi arrivato a destinazione, a poche decine di miglia dal confine lituano, da un jet dell'aviazione militare bielorussa. La giustificazione: dall'aereo sarebbe stato lanciato un allarme bomba, e per questo il velivolo è stato fatto atterrare a Minsk. Si sarebbe trattato di un falso allarme, hanno poi spiegato le autorità aeroportuali. Secondo le informazioni diffuse dagli oppositori bielorussi e confermate dalla Lituania, il caccia Mig-29  era armato con razzi ed era accompagnato da un biposto Su-29 e da un elicottero da attacco MI-24. Secondo le ricostruzioni più recenti, mentre stava sorvolando la Bielorussia, l’aereo della compagnia irlandese è stato costretto dalle autorità nazionali ad atterrare a Minsk, dopodiché la polizia ha arrestato uno dei passeggeri: Roman Protassevitch, un blogger che in questi anni ha animato la protesta popolare contro il regime dittatoriale del presidente Aljaksandr Lukashenko. Il 26enne, direttore del canale di informazioni dell'opposizione Nexta, attivo su Telegram dai tempi della contestata vittoria elettorale del premier, l'estate scorsa, era stato catalogato come "terrorista" dalle autorità bielorusse. "La sua vita è in pericolo" secondo Svetlana Tikhanoskaya, che si è dichiarata sotto choc per l'accaduto. "Questi sono i giorni peggiori dai tempi del terrore di Stalin. È inimmaginabile. Ma dopo domenica siamo sicuri: l’impunità di Lukashenko è finita" afferma la leader dell'opposizione, che da nove mesi si è auto esiliata in Lituania dopo che il regime ha minacciato di sottrarle i figli. La donna, ad Atene per visite istituzionali al governo greco, nei giorni scorsi aveva incontrato nella capitale ellenica proprio Roman Protasevich. "Non so dire perché non abbiano dirottato il mio (volo), e arrestato me. Sono, come tutti, in stato di choc". Il giornalista è apparso in un video, dove afferma di trovarsi “nella struttura di detenzione preventiva n. 1 a Minsk” e di stare bene, ma sembra mostrare segni di percosse. Invece Sofia Sapega, cittadina russa e compagna di Prosatevich, fermata insieme a lui a Minsk, è stata arrestata per due mesi. Il suo avvocato ha riferito che "è stata accusata di un reato ed è stata disposta una misura preventiva: la detenzione per due mesi. Il luogo di detenzione è il centro di detenzione preventiva del KGB". La comunità internazionale ha immediatamente condannato l'accaduto: dalla Commissione Europea che ha congelato un pacchetto di aiuti finanziari alla Bielorussia pari a tre miliardi di euro alla chiusura dello spazio aereo europeo alla compagnia bielorussa Belavia fino ai provvedimenti annunciati dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Ma finora senza risultati. "È il risultato dell’impunità di cui Lukashenko gode da tempo – dichiara Tikhanoskaya – Con questo gesto però ha passato il segno. Il mondo si è reso conto che questo regime non è un pericolo solo per la Bielorussia, ma per tutti". E prosegue: "È tempo di passare dalle parole ai fatti. Le sanzioni vanno estese il più possibile, chiusa la cooperazione di ogni tipo, anche commerciale, col Paese. Persino gli aiuti alla popolazione. Ogni centesimo che va in Bielorussia, anche a fin di bene, se passa dalle mani del governo finisce per finanziare la tortura delle persone migliori del nostro popolo". Moglie di Sergei Tikhanovsky, blogger e leader politico in carcere dopo l'ultima tornata elettorale nel Paese, 38 anni e madre di due figli. Svetlana Tikhanoskaya, dopo l'arresto del marito, ha deciso di candidarsi al suo posto. Alle elezioni ha ottenuto un consenso elettorale mai visto, tanto che, il giorno dopo il voto, si era detta convinta di essere la vera vincitrice. Ma Lukashenko si è autoproclamato Presidente con l’80% dei voti, nonostante siano numerose le prove di brogli. Consapevole del consenso ottenuto dall’opposizione delle donne bielorusse, dopo le elezioni, Lukashenko ha costretto Svetlana Tikhanovskaya all’esilio (insieme a Veronika Tsepkalo, altra leader dell'opposizione) con la minaccia di far loro perdere la potestà genitoriale. L'ex 'bambina di Chernobyl', ex insegnante d’inglese e casalinga ("Volete farvi comandare da una casalinga?", la irrideva Lukashenko) è diventata il simbolo del risveglio della democrazia bielorussa, sedata 26 anni fa con l'instaurazione del regime. Atene, al momento, è l'ultima delle tappe della sua vita, impensata, da leader della resistenza basata in Lituania, che incontra la diaspora in giro per l’Europa e viene accolta nei palazzi dai governi. "Ogni giorno guardo negli occhi i miei bambini e devo rispondere alle loro domande – aveva dichiarato a Roma qualche settimana fa – Io capisco il significato dell'essere in prigione a causa delle proprie idee politiche, ma allo stesso tempo lo devo anche spiegare ai miei figli". Che, ne siamo certo, comprenderanno ben presto che la loro mamma sta provando a riscrivere, anche per loro, la storia della Bielorussia.  
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