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Donne in controtendenza nella storia. Christine de Pizan pioniera del femminismo

Nasce nel 1365 a Venezia, ma è in Francia che Christine de Pizan diventa la prima donna scrittrice professionista. Con le parole e i libri lotta per la parità di genere

di ALESSANDRO ANTICO -
25 novembre 2023
chris

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Chi era Christine de Pizan

Alla nascita, nel 1365, si chiamava Cristina da Pizzano. Italiana, italianissima anzi, era nata a Venezia. E la storia ce la consegna come la prima scrittrice professionista, la prima donna che visse grazie ai proventi delle vendite dei suoi libri. E che libri!

Suo padre, Tommaso, era originario di Bologna. Laureato in medicina, molto noto in tutta Europa anche come astrologo, fece fortuna nella città della Serenissima con un prestigioso ruolo di consigliere. La sua fama lo rese uomo conteso fra le più importanti corti del tempo e lui scelse quella francese: Carlo V lo prese sotto la sua ala protettrice e lui si trasferì oltralpe con la moglie, la figlia Cristina appunto e i due figli Paolo e Aghinolfo.

Il trasferimento in Francia

Per Cristina fu una vera fortuna, perché in Francia ebbe modo di studiare frequentando i migliori insegnanti di storia, filosofia, medicina e anche astrologia, che all'epoca era considerata scienza molto importante.

Da Cristina a... Christine, il passo fu immediato. La vita di corte in Francia le spalancò le porte della cultura e anche quelle di un matrimonio assai vantaggioso con Etienne du Castel, notaio e segretario del re. Da lui ebbe tre figli, due maschi e una femmina.

Ma nel 1380 tutto precipitò. Sulla vita di Christine si spense la luce. Prima la morte del re fece piombare la Francia nel caos totale perché l'erede al trono, Carlo VI, fu un pessimo tessitore dei rapporti politici sia interni che internazionali, incapace di guidare la Francia nel bel pieno della Guerra dei Cent'anni contro l'Inghilterra. Poi ci fu la morte del padre nel 1387 e quella del marito, nel 1390.

La solitudine

Insomma, nel volgere di pochissimo tempo Christine si ritrovò sola, vedova, madre di tre figli da mantenere in una terra che l'aveva sì vista crescere bene, ma pur sempre da straniera. Né il padre né il marito erano riusciti a mantenere salde le fortune accumulate e ben presto Christine si ritrovò anche senza soldi.

Risposarsi? Chissà, magari sarebbe stata la soluzione. Ma non per lei. Non per Christine de Pizan (questo, nel frattempo, era diventato il suo nome), che qui fece la prima scelta davvero in controtendenza per l'epoca: mai più un marito, mai più legarsi a un uomo che magari avrebbe finito col perdere di nuovo risprofondando nel dolore e nella miseria.donne-storia-christine-de-pizan

L'amore per la scrittura

Seconda scelta controtendenza, allora? Rimboccarsi le maniche e lavorare. Certo, ma come? La cultura fu la sua salvezza. Christine sapeva leggere e soprattutto sapeva ben scrivere; in poco tempo arrivò a dirigere una bottega di scrittura, uno "scriptorium", dove supervisionava il lavoro di maestri calligrafi, rilegatori e miniaturisti. Ma non si fermò lì, no davvero. Christine aveva personalità assai più forte per limitarsi a copiare testi di altri. Così cominciò a scrivere ballate e sonetti inviandoli ai personaggi più influenti dell'epoca, ai quali aveva accesso perché era pur sempre una dama di corte e i contatti non le mancavano.

Agli inizi del 1400 prese parte a un dibattito molto acceso. Il "Roman de la Rose", composto circa un secolo prima, in alcuni passaggi relegava la donna a mero oggetto di desiderio, utile solamente a compiacere e appagare gli istinti maschili. Ebbene, con enorme coraggio Christine si fece portavoce delle critiche all'opera alimentando il dibattito nelle corti.

"L'inferiorità femminile non era di carattere naturale, ma aveva piuttosto origini culturali - argomentava lei, in sostanza -. Se le donne erano confinate fra quattro mura domestiche e non venivano istruite, come potevano aspirare a ciò che invece raggiungevano gli uomini?".

La battaglia per la parità

Carattere, dicevamo, ma soprattutto coraggio. In un mondo dominato dagli uomini, la personalità di Christine de Pizan riuscì però a spiccare, a brillare, a distinguersi. A rompere il fronte, insomma. Fu la prima "femminista" della storia a cavallo fra Medioevo e Rinascimento.

Christine, nei suoi scritti e nei suoi discorsi da una corte all'altra, sosteneva come l’oppressione maschile fosse l’unica causa dell’inferiorità femminile: "Non tutti gli uomini (e soprattutto i più saggi) condividono l’opinione che sia un male educare le donne. Ma è vero che molti uomini sciocchi lo hanno sostenuto, perché essi non amavano il fatto che le donne ne sapessero più di loro".

E ancora: "Se si usasse mandare le bambine a scuola e insegnare loro le scienze con metodologia come si fa con i bambini, esse imparerebbero e capirebbero le difficoltà e le sottigliezze di tutte le arti e le scienze così bene come i maschi», scrisse Christine nel libro "Cité des dames" (1405).

Ragione, Rettitudine e Giustizia furono le sue muse ispiratrici.

Una vera rivoluzionaria, una donna in grado di tenere testa all'universo maschile. Ma pur sempre donna, in un'epoca in cui non era certo facile stare al comando perfino della propria vita. Anzi, proprio di quella. La Francia si dilaniava nella Guerra dei Cent'anni e Christine dovette lasciare Parigi. Nel 1415 decise di rifugiarsi nel convento di Poissy, dove rimase per più di un decennio ma senza prendere i voti. Morì nel 1430 dopo aver fatto appena in tempo a scrivere un testo di esaltazione di Jean d'Arc, altra donna-simbolo di un universo femminile sempre più importante.