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E' il tempo dei Saturnalia: nella festa della Roma pagana l'origine del Natale Cristiano

Pillole di storia: fra il 17 e il 25 dicembre, nell'antica Roma, si celebravano i Saturnalia. Il 25 dicembre era il giorno della rinascita di Apollo. E' qui che pagano e cristiano si incontrano

di ALESSANDRO ANTICO -
15 dicembre 2023
saturnalia2

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Facciamo finta di essere nell'antica Roma, in piena età imperiale. Eccoci: fra il 17 e il 23 dicembre celebriamo i "Saturnalia", le feste pagane in onore di Saturno, il dio dell'agricoltura e del raccolto. E' un momento importante, che rende solennità al solstizio d'inverno (vale a dire il periodo più buio dell'anno) e che al tempo stesso celebra la grandezza del Sole, pronto a risplendere forte dopo poco tempo. E sempre. Ogni giorno. Il "Sol Invictus" dei Romani.

Cosa si faceva durante i Saturnalia

In questo periodo di feste, nella Roma imperiale (ma anche in quella repubblicana, perché i Saturnalia sono antichissimi) non si bada a spese per banchettare e gioire. E' l'unico momento dell'anno in cui gli schiavi possono godere di una relativa libertà. E' loro consentito di indossare gli abiti dei padroni, di mangiare e bere a volontà, di circolare senza limitazioni di orario. Spesso sono addirittura i padroni a servire i propri schiavi durante i Saturnalia, o almeno a organizzare un banchetto per loro. Insomma, si tratta di feste in cui il mondo romano accetta e riconosce che l'ordine sociale, per quanto brevemente, venga capovolto. Politically correct? Assolutamente no; al massimo possiamo parlare di opportuna ruffianeria, poiché tenere sotto controllo la massa degli schiavi - per quanto le leggi fossero severissime e fortemente repressive per chi non era "cives" - non è poi cosa semplicissima, soprattutto fra le classi sociali più basse. Dunque qualche concessione agli schiavi va pur fatta... saturnalia-antica-roma-natale

Il 25 dicembre, la rinascita di Apollo

Va detto poi che già i Romani festeggiavano il 25 dicembre. Secondo il calendario introdotto da Giulio Cesare nel 45 a.C., infatti, il solstizio d'inverno ("bruma") cadeva proprio in quella data. Per questo motivo il 25 dicembre del calendario giuliano - corrispondente al 21 o 22 dicembre del calendario gregoriano che usiamo oggi - i Romani celebravano la festa del "Natalis Solis Invicti", cioè la rinascita di Apollo. Ed era una festa grandiosa, anzi la più importante in assoluto. Del resto, chi poteva essere più grande del Sole che sorge e risorge ogni giorno?

Pagano e cristiano

L'affinità con Gesù figlio di Dio è immediata. Non è un caso infatti che le primissime comunità cristiane scelgano di celebrare la nascita di Cristo proprio in questo giorno, il 25 dicembre: Cristo, Dio, il Sole, l'astro più importante di tutto l'universo. C'è qualcosa in comune fra mondo pagano e mondo cristiano, dunque. Ma c'è dell'altro, casomai. La coincidenza temporale consente ai cristiani perseguitati di celare la loro festa più importante dietro la cortina di una celebrazione pagana in cui sono consentite libagioni e regali, così da fare altrettanto. Insomma, anche se in realtà Cristo nasce in primavera (il censimento non si svolge mai in inverno, la stella cometa attraversa il cielo fra marzo e aprile, eccetera eccetera), celebrare la sua venuta alla luce durante la più importante festività pagana è il modo giusto per passare inosservati. O quanto per confondere un po' le acque...