Solo 30.000 individui rimasti oggi in tutto il continente africano (erano 200mila agli inizi del ‘900), con
un calo del 43% dal 2000 ad oggi. A questo si aggiunga poi la
perdita del 90% del loro areale originario e il degrado dell’habitat, causati principalmente dall’incremento della popolazione umana e dalla sempre maggiore diffusione delle infrastrutture. Nella
Giornata mondiale del leone, che si celebra ogni anno il 10 agosto, il WWF lancia l’allarme per il futuro di un animale che simboleggia per antonomasia la forza ed il coraggio, tanto che la IUCN classifica oramai i leoni come una
specie “vulnerabile” ed in continuo calo numerico.
Le minacce per i leoni: l'uomo è tra le principali
Ritratto di leone africano maschio (Panthera leo). Riserva nazionale di Maasai Mara, Kenya © Richard Barrett - WWF-UK
Oggi i leoni sono presenti in 27 Paesi africani, ma solo in 7 di questi si contano popolazioni con più di 1.000 individui. La specie è invece ormai
estinta in 26 Stati del suo areale di origine. Oltre alle cause già elencate, secondo quanto denuncia il WWF, i leoni sono messi sotto in pericolo “dalla
diminuzione di alcune delle sue
prede elettive, dal
conflitto diretto e indiretto con l’uomo (causato in primis dalle predazioni a danno del bestiame domestico) e il bracconaggio, legato anche al commercio illegale di pellicce e altre parti del corpo, utilizzate per la medicina tradizionale cinese, in sostituzione dei prodotti derivanti dalla tigre, sempre più difficili e costosi da reperire. Questo nonostante la specie sia inserita dal 1975 nella
Cites (la Convenzione internazionale che regola il commercio di animali e piante e loro parti)”. Altra minaccia, che mette a rischio la conservazione sul lungo termine di questo felino è
l’aumento degli accoppiamenti tra consanguinei e la conseguente perdita di diversità genetica, causate dalla frammentazione dell’habitat e dalla presenza di popolazioni sempre più piccole e isolate tra loro.
Il contributo al mantenimento dell'ecosistema
"Conservare i leoni non significa solamente salvaguardare una specie, ma molto di più. Gli
ecosistemi africani dove vive il leone generano beni e servizi che garantiscono il benessere di più di 300 milioni di persone nell’Africa sub-sahariana, fornendo servizi essenziali come l’acqua per le città in rapida crescita" dice ancora l'organizzazione. "Nello specifico, i leoni contribuiscono direttamente ai servizi ecosistemici innanzitutto perché sono animali iconici in grado di
attrarre ogni anno milioni di turisti nelle aree dove vive, contribuendo dunque a muovere le economie di molti Paesi africani". Senza contare che "alcuni studi stimano che le aree di presenza del leone forniscano circa l’11% dei servizi ecosistemici legati al
controllo dell’erosione, alla protezione delle coste e alla mitigazione degli effetti delle alluvioni”.
Giovane cucciolo di leone sonnecchia all'ombra contro il caldo di mezzogiorno, riserva di caccia di Djuma, Sabi Sands, Sudafrica, dicembre 2019 © Lauren Arthur- WWF
Al contrario di quanto si crede, inoltre, il report WWF-UNEP di luglio sui
conflitti tra uomo e fauna selvatica dimostra come la convivenza tra attività umane e leoni sia possibile. È quanto accade, ad esempio, nell’protetta di
Kavango Zambezi in Sud Africa, all’interno del quale è ospitato circa il
15% della popolazione di leoni africani, e dove un approccio integrato ha prodotto prima una diminuzione e poi l’azzeramento del numero di uccisioni illegale di leoni. Qui, testimonia l’associazione ambientalista "il cambio di rotta e la mitigazione del conflitto è stata possibile grazie a specifici recinti di protezione per il bestiame e sistemi di illuminazione, atti ad allontanare i leoni dagli allevamenti. Questi strumenti di prevenzione, messi in campo all’interno dell’area protetta, dimostrano come una soluzione non cruenta al conflitto esiste". Insomma, salvare i leoni è non solo bello ma anche utile. Come fare? Semplice, dice il WWF, "ognuno può
fare 'la parte del leone' adottando simbolicamente un leone e sostenendo i progetti che il WWF porta avanti per la tutela della specie".