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f L’artista e compositore Daví Lamastra è il direttore artistico del progetto
Il passato diventa futuro, la memoria diventa coscienza e azione. Cambia anche la geografia delle emozioni e Capaci, località della strage, diventa attraverso gli occhi dei visitatori del MuST23, la visione del mondo migliore che siamo ‘Capaci’ di realizzare. Nella sala comunale “Macine” di Palazzo Conti Pilo, in piazza Matrice, il 22 maggio il progetto sarà presentato, quindi sopralluogo nell’ex stazione di Capaci, dove verrà realizzato il museo. Un’area, l’ex stazione ferroviaria, che viene destrutturata nella sua funzione nativa per dialogare tramite elementi artistici, riferimenti culturali e concettuali, tecnologie multimediali e interattive. Questo il progetto del direttore artistico, l'artista e compositore Daví Lamastra. “L'idea è stata concepita come la partitura di un’opera che guida il visitatore attraverso suoni e immagini, colori e parole che possano coinvolgere e stimolare l’impegno di ciascuno - le parole del maestro -. Tra questi segni c’è uno scambio diretto in cui passato, presente e futuro s’intercettano in un nesso di speranza che sembra poter trascendere la dura legge di ogni umano destino”. Il museo, interattivo e multimediale, promosso dall’associazione Capaci No Mafia ETS e dalla cooperativa sociale Addiopizzo Travel, mira alla creazione di uno spazio di fruizione culturale permanente, una “memoria viva” della strage del 23 maggio 1992 che costò la vita al giudice Falcone, alla moglie e a tre agenti di scorta.
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L'ex stazione ferroviaria di Capaci
Capaci, MuST23
MuST23 sarà un viaggio tra i racconti, un’immersione nelle storie vissute dai testimoni di quel periodo storico. Un racconto espresso con un linguaggio vivido e colorato di speranza e di rinascita. La rivalsa della bellezza dei luoghi, della determinazione e della forza della popolazione di questa città che vive e si impegna nel sogno concreto di una Capaci…capace di reagire, ricostruire e rinascere. Il luogo fisico della ex stazione con l’ex scalo merci, e anche la collina che guarda il mare a pochi passi dal luogo della strage, diventano spazio aperto, performance collettiva, che sulla memoria costruisce coscienza civica e cultura. Grazie al lavoro di ricercatori, analisti, graphic designers, sound designers, programmatori, architetti, ingegneri e maestranze coordinati dal direttore artistico Daví Lamastra, documenti e testimonianze prendono vita in un’installazione artistica di grandi dimensioni in un nuovo equilibrio tra informazione, etica e visione. Numeri, date e parole emergeranno in un labirinto di fatti, persone, pensieri, tragedie, tradimenti, sogni e speranze. Chiunque potrà attraversare l’opera per comprendere - e sentire - la complessità della sfida raccolta da Giovanni Falcone, giudice istruttore di quel processo con Paolo Borsellino. L’uso delle nuove tecnologie (realtà virtuale, NFT, biometria) si combina con la magia del luogo per offrire un’esperienza multisensoriale: la bellezza ruvida del paesaggio con il vento, il mare e il passare dei giorni e delle stagioni, le testimonianze multimediali, i suoni e i colori integrati da una sapiente direzione artistica saranno il cuore del progetto che pulsa e si arricchisce di nuova energia creativa ad ogni visita.![capaci-museo-mafia-MuST23](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/05/Dario-Riccobono-con-un-gruppo-di-studenti-alla-casina-No-Mafia-con-vista-su-Capaci-750x500.jpeg)
Dario Riccobono con un gruppo di studenti alla casina No Mafia con vista su Capaci