Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Riccardo Zanotti a Luce!: "La Rivolta dei Ciompi ci ha insegnato a lottare per i nostri diritti"

La paura del futuro, il potere della musica e la necessità di accogliere il cambiamento. Il pubblico del festival abbraccia il frontman dei Pinguini Tattici Nucleari

di CHIARA CARAVELLI -
23 ottobre 2023
il-festival-di-luce

il-festival-di-luce

Musica, ricordi e attualità. Riccardo Zanotti, frontman dei Pinguini Tattici Nucleari, è stato l’ultimo dei grandi ospiti che sono saliti sul palco del Salone dei Cinquecento in occasione del terzo festival di Luce! sabato 21 ottobre a Firenze.

Riccardo Zanotti e la Rivolta dei Ciompi

Il cantante è stato accolto da una standing ovation del pubblico che, smartphone alla mano, ha accompagnato la sua entrata in scena tra grida di giubilo e applausi. Intervistato dalla direttrice Agnese Pini, Zanotti ha iniziato parlando di diritti, accostandoli alla Rivolta dei Ciompi, un momento chiave della storia toscana.
zanotti-diritti-ciompi-musica

Il frontman dei Pinguini Tattici Nucleari, Riccardo Zanotti, con la direttrice Agnese Pini(New Press Photo)

"La rivolta mi affascina – le sue parole – penso a quella rivolta di persone che volevano far valere i loro diritti. L'idea di lottare per far sentire la propria voce mi ha sempre molto affascinato. Negli ultimi tempi mi piace constatare come le preoccupazioni delle nuove generazioni siano importanti". E alla domanda se ci siano o meno delle rivolte in cui vale la pena credere, il cantante classe 1994 risponde così: "Penso si possano tutte riassumere in autoaffermazione, che si parli di etnie, popoli, nazioni o sessualità. Oggi si parla molto di cambiamenti climatici perché è un tema forte nella società, ma ce ne sono molti altri. È sempre interessante constatare la juvenoia, il sentimento delle vecchie generazioni verso le nuove: oggi c'è una grande polarizzazione tra quello che era e quello che è. Credo sia un bene perché la rottura con il passato tante volte porta al cambiamento".

Il ruolo della musica

Ma è possibile arrivare a questo cambiamento attraverso la musica? Possono le canzoni, oggi, portare a un ragionamento su quella che è la nostra società? Ma soprattutto è ancora possibile fare musica impegnata? "Non mi piace il termine impegnato – sottolinea il frontman della band – perché il pericolo maggiore è che la musica diventi poco accessibile. Penso che le canzoni debbano raccontare qualcosa, e raccontare può voler dire denunciare o descrivere. La musica può anche non voler dire niente e rimarrebbe comunque un’arte di grande livello, ma se riesce a regalarti qualcosa e farti scattare anche solo un piccolo dubbio, allora siamo a un livello ancora più alto. Io ogni tanto ci provo, non sempre, perché anche il disimpegno è divertente".

L'equilibrio nei Pinguini Tattici Nucleari

Zanotti parla poi della sua band, i Pinguini Tattici Nucleari, soffermandosi sul suo ruolo di frontman: "Non mi definirei anarchico – sottolinea – perché penso che ci debba essere chi tiene le redini, ma al tempo stesso credo anche che il concetto di comando debba girare.
zanotti-diritti-ciompi-musica

I Pinguini Tattici Nucleari

Noi siamo in sei, quindi devono esserci sei frontman, in momenti diversi, con modalità e con tempi differenti. L’autoaffermazione di cui parlavo prima, nel nostro caso significa ad esempio trovarsi prima di ogni tour o concerto e chiedersi 'cosa ci va di fare oggi?'. Con il tempo un vero equilibrio deve consistere nel rispetto per tutti e nella comunicazione biunivoca con il pubblico da parte di ogni singolo membro". Da qui il cantante fa una riflessione su cosa significhi fare musica, soprattutto agli esordi, quando le difficoltà legate al tornaconto economico possono portare alla decisione di mollare e cambiare mestiere. "Essere in sei – racconta – ci ha sempre aiutato a darci manforte. All’inizio della nostra carriera, c’è stato chi nel gruppo ha pensato di abbandonare, ma poi arrivava un altro componente che gli faceva cambiare idea. Lasciarsi andare in questo turbinio folle, che è decidere di fare musica nel nostro Paese senza garanzia, è una scelta coraggiosa. La band in questo ti aiuta perché ci si sostiene l’uno con l’altro".

La paura del futuro

Ma di cosa ha paura Riccardo Zanotti? Quali sono le sue fragilità? "Ho molta paura – conclude il leader della band – del futuro. Perché da una parte c’è una società che dal punto di vista lavorativo non si capisce dove andrà a finire, oggi noi abbiamo successo ma domani potrebbe finire. Dall’altra c’è il fatto che, essendo un gruppo, si possa perdere il nostro equilibrio e, di conseguenza, la nostra direzione artistica". Nei minuti finali dell’intervista, non sono mancate le domande e gli interventi di alcune persone del pubblico, tra cui la mamma di una giovane fan che ha fatto i complimenti al cantante per i testi della sue canzoni.