Una
foglia salverà il mondo. La frase originale non era proprio questa, ma l’adattamento ha una sua ragione. L’intuizione viene dalla Puglia, e segnatamente dalla
startup "Green Independence", fondata da due ragazzi del luogo. La loro è una tecnologia così innovativa da permettere di rivoluzionare completamente il nostro modo di approcciarci all’energia. I ricercatori di "Green Independence" si sono fatti guidare da un concetto tanto semplice da essere spiegato alle elementari, quello della
fotosintesi clorofilliana. Tant’è che il nome della tecnologia creata dalla startup è
New Artificial Leaf (NAL), ovvero “nuova foglia artificiale”.
Alessandro Monticelli, ingegnere tra i fondatori di Green Independence
Chi c'è dietro
Secondo le intenzioni, Green Independence nasce per risolvere i problemi energetici della nostra società attraverso le sue tecnologie, che sono potenzialmente in grado di convertire fino al 100% delle
emissioni inquinanti di CO2 in una risorsa rinnovabile, creando un'alternativa efficace allo stoccaggio per le future produzioni energetiche. L’idea è di Alessandro Monticelli, un ingegnere con un percorso di studi e ricerca tra Politecnico di Torino, Alabama e University of Illinois, che allora lavorava in una multinazionale americana. A Monticelli si è poi aggiunta Marta Pisani, che si occupa principalmente della parte amministrativa e di marketing. Ma anche la professoressa Simelys Hernández, che da decenni si occupa di ricerca nell’ambito della produzione dell’idrogeno. E ancora, Matteo Morciano, post-doc in Ingegneria Energetica al Politecnico, e Noemi Figliolini, Financial Planning and Analysis Executive.
Come funziona la 'fotosintesi artificiale'
Come funziona "Green Independence"? Semplice: si parte dall’
acqua sporca o dall’
acqua del mare che viene trasformata in acqua
distillata e potabile attraverso il calore dissipato da un
pannello fotovoltaico, che intanto incamera energia elettrica in modo ancor più efficiente grazie all’azione di raffreddamento garantita dall’acqua. Ma non è finita qui: l’energia non utilizzata viene
convertita in idrogeno da una cella elettrochimica, che è inoltre capace di trasformare l’acqua satura a CO2 in Syngas, un combustibile sintetico. In praticala tecnologia utilizzata “
esattamente come gli alberi, può contemporaneamente produrre energia dal sole, immagazzinare l’energia che non viene utilizzata immediatamente trasformando le acque reflue o marine in idrogeno verde e
riciclare le emissioni di CO2 producendo combustibili sintetici”.
Il processo di fotosintesi 'artificiale' ideato da Green Independence
Produrre idrogeno in loco
Non solo: si crea anche un sistema complesso che non richiede necessariamente la presenza di grandi infrastrutture e senza bisogno di connessione alla rete o batterie, in cui, oltre alla creazione di energia pulita, si procede a quella di
strutture delocalizzate per la produzione di idrogeno “su edifici residenziali, lungo ferrovie e autostrade, parcheggi, stazioni di rifornimento e altre infrastrutture, aumentando la loro redditività e, soprattutto, abbassando il costo dell’idrogeno verde” racconta Alessandro Monticelli. Che aggiunge “il nostro progetto consentirebbe di
produrre idrogeno in loco per camion e treni a idrogeno, anche lungo le autostrade e gli snodi ferroviari, favorendo inoltre la
transizione energetica delle vecchie centrali a carbone in centrali green, senza dover distruggere le vecchie infrastrutture”.
Un ponte tra vecchie e nuove infrastrutture
Green Independence è una startup nata in Puglia che ha come obiettivo l'azzeramento delle emissioni inquinanti e la transizione verso un'energia pulita
La startup si pone come obiettivo quello di preparare un
prototipo, in piccola scala, nel giro di 12 mesi, per poi concludere quello definitivo nel corso di due anni. “Nella progressiva evoluzione verso un mondo sostenibile, 'Green Independence' fornisce il ponte perfetto per collegare le vecchie industrie con quelle future risolvendo il loro principale problema ambientale: le
alte emissioni di carbonio” dicono i ricercatori sul loro sito. E ancora “la nostra soluzione può guidare, attraverso una transizione graduale, la conversione degli attuali sistemi di produzione di energia in
centrali elettriche a emissioni zero”. Nel frattempo, gli investitori e acceleratori Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital e Plug and Play hanno dato fiducia al progetto, mentre la società di energia Snam ha investito i primi 60 mila euro in Green Independence. Se son rose…