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Home » Scienze e culture » Sempre più studenti e studentesse stranieri nelle scuole italiane, ma i percorsi formativi restano diversi

Sempre più studenti e studentesse stranieri nelle scuole italiane, ma i percorsi formativi restano diversi

In Italia il numero di ragazzi e ragazze di nazionalità non italiana aumenta ma meno che in passato. Sono di più al nord, salvo eccezioni e sono sempre più quelli di 'seconda generazione' nati nel nostro Paese ma senza cittadinanza

Domenico Guarino
1 Febbraio 2022
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La crescita di alunni stranieri in Italia si sta stabilizzando: nell’anno scolastico 2019/20 sono stati 877mila

Tanti, motivati, sempre più inseriti, ma ancora agganciati a percorsi formativi differenti rispetto ai loro coetanei autoctoni. Nell’anno scolastico 2019/20 sono risultati iscritti nelle scuole del nostro paese 877mila ragazzi e ragazze di nazionalità straniera, il 10,3% del complesso della popolazione studentesca. Il 6,8% erano nati in Italia (pari al 65,4% del totale degli alunni stranieri). Un dato che è andato progressivamente aumentando dagli anni ’80 ad oggi, ma che ultimamente ha registrato una tendenza alla stabilizzazione. Basti pensare che, mentre tra il 2000 e il 2010 il numero di studenti di nazionalità non italiana è cresciuto del 357% (+526mila persone), nel decennio successivo l’aumento è stato appena del 23,4%.

In compenso, però, è cresciuto soprattutto il numero di ragazzi cosiddetti di “seconda generazione”, cioè nati in Italia ma senza cittadinanza italiana, con un aumento che ha riguardato in maniera particolare la scuola secondaria di secondo grado dove, nel passaggio dall’anno scolastico 2018/19 al successivo, questa categoria è cresciuta del 15,4%. L’aumento è stato invece leggermente inferiore nella scuola secondaria di primo grado (+9%) e decisamente più limitato in quella dell’infanzia (+1%) e primaria (+0,5%).

La distribuzione territoriale degli alunni di nazionalità straniera nel nostro Paese non è omogenea. In generale, la maggior parte di loro si trova nella parte centro-settentrionale della penisola, con l’eccezione della provincia siciliana di Ragusa, dove nel 2019 il 10,8% degli studenti era di nazionalità non italiana (una quota pari a quella della Capitale e comunque superiore alla media nazionale). Stando ai dati regionali, la presenza è particolarmente forte in Lombardia (dove risiede il 25,6% degli studenti stranieri, a fronte del 15,4% di quelli italiani), e in Emilia-Romagna (il 12% di tutti gli studenti stranieri e il 6,7% di quelli italiani).

In Emilia Romagna la quota maggiore di alunni di nazionalità straniera rispetto al totale della popolazione studentesca

L’Emilia è  invece la prima regione in Italia per quota di alunni stranieri rispetto al totale: l 17% degli studenti infatti non ha la nazionalità italiana, rispetto a una media nazionale pari al 10,3%. Segue la Lombardia con il 16%. Ultima in classifica  la Sardegna, dove appena il 2,7% di tutti gli alunni non ha la cittadinanza italiana. Se esaminiamo, invece, i dati a livello territoriale, si nota come la quota più elevata di alunni stranieri, nel 2019, era ospitata nella la provincia di Prato, in Toscana, con 28% del totale. Seguono Piacenza, in Emilia-Romagna (23,5%) e Mantova, in Lombardia (19,4%). Anche in questo caso le cifre più basse si registrano nelle province sarde, in particolare quella di Oristano (1,5%) e Nuoro (1,7%).

Gli studenti stranieri in Italia privilegiano la scelta di istituti professionali rispetto ai licei

A fronte di questa presenza capillare e sempre più massiccia tra i banchi di scuola, gli studenti stranieri compiono ancora percorsi spesso differenti, preferendo spesso gli istituti rispetto ai licei, e privilegiando un percorso professionale: il 26,4% del totale, contro l’1,6% che sceglie il liceo classico. In generale si osserva che solo il  24,4% degli alunni delle superiori con cittadinanza extra-Ue frequenta il liceo, mentre tra gli italiani la quota sale al 48,8%. Un rapporto ribaltato invece nel caso della formazione professionale, scelta dal 36% degli studenti con cittadinanza straniera e dal 18,9% di quelli di nazionalità italiana. Scelte che rivestono una grande importanza dal punto di vista sociale, perché il percorso scolastico che si sceglie ha un impatto significativo sulla futura integrazione all’interno del mondo del lavoro e sulla capacità di emanciparsi economicamente e socialmente. Si tratta, tuttavia, del classico cane che si morde la coda, in quanto sono spesso le condizioni economiche di partenza a determinare la scelta del percorso scolastico. Basti pensare che il 31,2% delle famiglie con minori composte solo da stranieri si trovano in povertà assoluta.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
La crescita di alunni stranieri in Italia si sta stabilizzando: nell'anno scolastico 2019/20 sono stati 877mila

Tanti, motivati, sempre più inseriti, ma ancora agganciati a percorsi formativi differenti rispetto ai loro coetanei autoctoni. Nell’anno scolastico 2019/20 sono risultati iscritti nelle scuole del nostro paese 877mila ragazzi e ragazze di nazionalità straniera, il 10,3% del complesso della popolazione studentesca. Il 6,8% erano nati in Italia (pari al 65,4% del totale degli alunni stranieri). Un dato che è andato progressivamente aumentando dagli anni ’80 ad oggi, ma che ultimamente ha registrato una tendenza alla stabilizzazione. Basti pensare che, mentre tra il 2000 e il 2010 il numero di studenti di nazionalità non italiana è cresciuto del 357% (+526mila persone), nel decennio successivo l’aumento è stato appena del 23,4%.

In compenso, però, è cresciuto soprattutto il numero di ragazzi cosiddetti di “seconda generazione”, cioè nati in Italia ma senza cittadinanza italiana, con un aumento che ha riguardato in maniera particolare la scuola secondaria di secondo grado dove, nel passaggio dall’anno scolastico 2018/19 al successivo, questa categoria è cresciuta del 15,4%. L’aumento è stato invece leggermente inferiore nella scuola secondaria di primo grado (+9%) e decisamente più limitato in quella dell’infanzia (+1%) e primaria (+0,5%).

La distribuzione territoriale degli alunni di nazionalità straniera nel nostro Paese non è omogenea. In generale, la maggior parte di loro si trova nella parte centro-settentrionale della penisola, con l'eccezione della provincia siciliana di Ragusa, dove nel 2019 il 10,8% degli studenti era di nazionalità non italiana (una quota pari a quella della Capitale e comunque superiore alla media nazionale). Stando ai dati regionali, la presenza è particolarmente forte in Lombardia (dove risiede il 25,6% degli studenti stranieri, a fronte del 15,4% di quelli italiani), e in Emilia-Romagna (il 12% di tutti gli studenti stranieri e il 6,7% di quelli italiani).

In Emilia Romagna la quota maggiore di alunni di nazionalità straniera rispetto al totale della popolazione studentesca

L'Emilia è  invece la prima regione in Italia per quota di alunni stranieri rispetto al totale: l 17% degli studenti infatti non ha la nazionalità italiana, rispetto a una media nazionale pari al 10,3%. Segue la Lombardia con il 16%. Ultima in classifica  la Sardegna, dove appena il 2,7% di tutti gli alunni non ha la cittadinanza italiana. Se esaminiamo, invece, i dati a livello territoriale, si nota come la quota più elevata di alunni stranieri, nel 2019, era ospitata nella la provincia di Prato, in Toscana, con 28% del totale. Seguono Piacenza, in Emilia-Romagna (23,5%) e Mantova, in Lombardia (19,4%). Anche in questo caso le cifre più basse si registrano nelle province sarde, in particolare quella di Oristano (1,5%) e Nuoro (1,7%).

Gli studenti stranieri in Italia privilegiano la scelta di istituti professionali rispetto ai licei

A fronte di questa presenza capillare e sempre più massiccia tra i banchi di scuola, gli studenti stranieri compiono ancora percorsi spesso differenti, preferendo spesso gli istituti rispetto ai licei, e privilegiando un percorso professionale: il 26,4% del totale, contro l’1,6% che sceglie il liceo classico. In generale si osserva che solo il  24,4% degli alunni delle superiori con cittadinanza extra-Ue frequenta il liceo, mentre tra gli italiani la quota sale al 48,8%. Un rapporto ribaltato invece nel caso della formazione professionale, scelta dal 36% degli studenti con cittadinanza straniera e dal 18,9% di quelli di nazionalità italiana. Scelte che rivestono una grande importanza dal punto di vista sociale, perché il percorso scolastico che si sceglie ha un impatto significativo sulla futura integrazione all'interno del mondo del lavoro e sulla capacità di emanciparsi economicamente e socialmente. Si tratta, tuttavia, del classico cane che si morde la coda, in quanto sono spesso le condizioni economiche di partenza a determinare la scelta del percorso scolastico. Basti pensare che il 31,2% delle famiglie con minori composte solo da stranieri si trovano in povertà assoluta.

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