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Home » Scienze e culture » ‘Evulviamoci’ per abbattere miti e tabù sulla V-Zone: “Il 25% della popolazione italiana non sa dove si trovi”

‘Evulviamoci’ per abbattere miti e tabù sulla V-Zone: “Il 25% della popolazione italiana non sa dove si trovi”

Secondo una ricerca condotta da Nuvenia con AstraRicerche sul corpo femminile, solo il 31% degli intervistati conosce la differenza fra vulva e vagina e il 34% delle donne si dichiara in imbarazzo nel rapporto con le proprie parti intime

Geraldina Fiechter
28 Maggio 2022
Nuvenia, Geraldina Fichter sulla V-Zone

Nuvenia, Geraldina Fichter sulla V-Zone

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Senza di lei noi non saremmo qui. Nessuno. E se non fosse ammantata di mistero, di sorprese, di forme avvolgenti e ancestrali, se non fosse desiderata come il più mitizzato dei frutti, il più leggendario, chi mai aprirebbe quella porta non una ma biliardi di volte per mantenere viva la vita?

Ma segreta no, non deve esserlo più. Almeno per noi donne, che ci giriamo intorno con anima e corpo.

 L’origine del mondo (L’origine du monde) è un dipinto a olio su tela (46x55 cm) di Gustave Courbet, realizzato nel 1866 e conservato nel Museo d’Orsay di Parigi

L’origine del mondo (L’origine du monde), olio su tela realizzato da Gustave Courbet nel 1866, è conservato nel Museo d’Orsay di Parigi

“Signori e signori ecco a voi la vulva”, esordì Roberto Benigni nella sua famosa incursione in tivù, parola potente (una “vulva 240 turbo diesel”), che incute timore. E infatti è stata chiamata con molti soprannomi pur di evitare il suo vero nome. E nessuno che la chiami conchiglia, semmai, che fin dall’antica Grecia simboleggia meglio di ogni altro oggetto in natura l’organo genitale femminile. Ma volva in latino vuol dire battente, e c’è un modo migliore per definirla se non porta, la porta della vita?

Infinita la schiera di artisti che le hanno reso onore: pittori, scultori, poeti, romanzieri, e anche musicisti, certo, perché lei è un’armonia e bisogna saperla suonare per arrivare all’estasi. Basta rileggere i versi dei greci e dei latini, ammirare le statue e i dipinti dedicati all’eros in ogni epoca, o soffermarsi ancora una volta su quell’esplicito inno all’amore che è L’origine del mondo, di Gustave Courbet. Un dipinto che fece scandalo, pensate, solo perché mostrava la verità.
Passa tutto lì, da quella porta. Il desiderio, il piacere, i liquidi vitali della donna e dell’embrione che un giorno crescerà fino a farsi largo fra le piccole e le grandi labbra.

La ricerca

Alla base del Museo della Vagina di Londra, la volontà di creare un dialogo costruttivo sull’anatomia e la sessualità femminile
Alla base del Museo della Vagina di Londra c’è la volontà di creare un dialogo costruttivo sull’anatomia e la sessualità femminile

Eppure, il 25% della popolazione italiana non sa dove si trovi e solo il 31% conosce la differenza fra vulva e vagina. Saranno tutti uomini, direte voi. Macché.

Il 79% delle donne, secondo i sondaggi più recenti, ha informazioni insufficienti e il 34% del mondo femminile italiano – come evidenziano i dati della ricerca condotta da Nuvenia con AstraRicerche sul corpo femminile – si dichiara in imbarazzo nel rapporto con la propria zona intima. Ricordate Charlotte di Sex and the City quando racconta alle amiche di essersela vista con lo specchio? “Mi sono sentita male”, confessa. Ma specchio, specchio delle tue brame, lo sai che non c’è una vulva più bella della tua? Che sia rosa, bordeaux, piccola, grande, aperta come un’ostrica o raccolta come una vongola, che stia nascosta dentro una foresta incolta o che segua la moda del nudo-barbie-style, che sia a riposo o turgida, pronta all’amore, è comunque la tua meravigliosa conchiglia.
E dunque usciamo dalla grotta in cui l’hanno rinchiusa e diamole la parola.

Bufale e falsi miti

Fra credenze e dicerie, non si contano le cose da non fare durante quei giorni: ci voleva uno spot per mettere in scena una provocatoria rappresentazione della vagina e del sangue mestruale

L’equazione è semplice: tanto meno se ne parla, tanto più ci rinchiudono nel tabù, più aumentano le bufale e i falsi miti. Per esempio: a forza di chiamarle le-mie-cose, il marchese, il barone rosso, quei-giorni e via cantando, le mestruazioni hanno imbarcato più bugie che soluzioni. Non è vero che tutte le donne hanno una difficile sindrome premestruale (solo il 5%), non è vero che facendo l’amore “in quei giorni” non si può restare incinte (improbabile ma non impossibile) o che è meglio non fare esercizio fisico, non è vero che il tampone può rompere l’imene di un’adolescente, non è vero che la coppetta interna è antigienica o porta cattivi odori (non c’è ossidazione del sangue).
È vero, invece, che una volta al mese subiamo un bel fastidio e che la vergogna o il tabù che lo accompagnano aumenta il disagio e forse anche i dolori. Ed è vero che un giorno, fra una vampata e l’altra, potremmo perfino rimpiangerle.

La menopausa

Ed ecco un altro capitolo non ancora sdoganato come merita, la menopausa. Un tempo era il segno del traguardo, fine corsa, fine carriera come donna utile o desiderabile, oggi è solo l’inizio del secondo tempo, spesso il più vittorioso. E allora perché è ancora così difficile chiedere al partner di comprare una crema o un gingillo che allieti (anche lui) e renda l’amore un atto davvero di coppia? Si entra e si esce, dalla porta del piacere, e anche quel che esce, talvolta all’improvviso, gocce di sangue o di umori che siano, ha bisogno di cura, di attenzioni.
Vogliamo affrontare la parte estetica? Anche no, direbbe una brava “divulVatrice”. Perché uno standard di perfezione non esiste, se non quello che viene dal porno (e non a caso si sta facendo avanti il porno etico, dove tutto è più vero e naturale), e perché le vulve sono tutte diverse, proprio come i visi e i corpi. Sapevate che le labbra interne possono essere più grandi di quelle esterne o che esistono esercizi del perineo per tenerle vive? Molte cose ancora dobbiamo sapere, mentre miriamo e rimiriamo la nostra conchiglia allo specchio. Dobbiamo recuperare millenni senza neanche uno sguardo.

La pubblicità di Nuvenia “libera di osare” è stata al centro di un'accesa polemica
‘Viva la Vulva’, la campagna Nuvenia mira a rompere alcuni tabù relativi alle parti intime femminili

Dobbiamo recuperare millenni senza neanche uno sguardo.

Verrà il giorno…

Verrà il giorno in cui uno spot come quello di Nuvenia – brand impegnato nella rottura dei tabù, capace di ‘dare voce’ e movimento a tutte le vulve del mondo anche attraverso la campagna pubblicitaria #VivaLaVulva e lo spot che ha vinto nel 2019 il Glass Lion for Change Grand Prix di Cannes – non ci sembrerà più così coraggioso e innovativo. Quel giorno saremo tutte più libere, più sane e soprattutto più felici.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Senza di lei noi non saremmo qui. Nessuno. E se non fosse ammantata di mistero, di sorprese, di forme avvolgenti e ancestrali, se non fosse desiderata come il più mitizzato dei frutti, il più leggendario, chi mai aprirebbe quella porta non una ma biliardi di volte per mantenere viva la vita? Ma segreta no, non deve esserlo più. Almeno per noi donne, che ci giriamo intorno con anima e corpo.
 L’origine del mondo (L’origine du monde) è un dipinto a olio su tela (46x55 cm) di Gustave Courbet, realizzato nel 1866 e conservato nel Museo d’Orsay di Parigi

L’origine del mondo (L’origine du monde), olio su tela realizzato da Gustave Courbet nel 1866, è conservato nel Museo d’Orsay di Parigi
"Signori e signori ecco a voi la vulva", esordì Roberto Benigni nella sua famosa incursione in tivù, parola potente (una “vulva 240 turbo diesel”), che incute timore. E infatti è stata chiamata con molti soprannomi pur di evitare il suo vero nome. E nessuno che la chiami conchiglia, semmai, che fin dall’antica Grecia simboleggia meglio di ogni altro oggetto in natura l’organo genitale femminile. Ma volva in latino vuol dire battente, e c’è un modo migliore per definirla se non porta, la porta della vita? Infinita la schiera di artisti che le hanno reso onore: pittori, scultori, poeti, romanzieri, e anche musicisti, certo, perché lei è un’armonia e bisogna saperla suonare per arrivare all’estasi. Basta rileggere i versi dei greci e dei latini, ammirare le statue e i dipinti dedicati all’eros in ogni epoca, o soffermarsi ancora una volta su quell’esplicito inno all’amore che è L’origine del mondo, di Gustave Courbet. Un dipinto che fece scandalo, pensate, solo perché mostrava la verità. Passa tutto lì, da quella porta. Il desiderio, il piacere, i liquidi vitali della donna e dell’embrione che un giorno crescerà fino a farsi largo fra le piccole e le grandi labbra.

La ricerca

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Alla base del Museo della Vagina di Londra c'è la volontà di creare un dialogo costruttivo sull’anatomia e la sessualità femminile
Eppure, il 25% della popolazione italiana non sa dove si trovi e solo il 31% conosce la differenza fra vulva e vagina. Saranno tutti uomini, direte voi. Macché. Il 79% delle donne, secondo i sondaggi più recenti, ha informazioni insufficienti e il 34% del mondo femminile italiano - come evidenziano i dati della ricerca condotta da Nuvenia con AstraRicerche sul corpo femminile - si dichiara in imbarazzo nel rapporto con la propria zona intima. Ricordate Charlotte di Sex and the City quando racconta alle amiche di essersela vista con lo specchio? “Mi sono sentita male”, confessa. Ma specchio, specchio delle tue brame, lo sai che non c’è una vulva più bella della tua? Che sia rosa, bordeaux, piccola, grande, aperta come un’ostrica o raccolta come una vongola, che stia nascosta dentro una foresta incolta o che segua la moda del nudo-barbie-style, che sia a riposo o turgida, pronta all’amore, è comunque la tua meravigliosa conchiglia. E dunque usciamo dalla grotta in cui l’hanno rinchiusa e diamole la parola.

Bufale e falsi miti

Fra credenze e dicerie, non si contano le cose da non fare durante quei giorni: ci voleva uno spot per mettere in scena una provocatoria rappresentazione della vagina e del sangue mestruale
L’equazione è semplice: tanto meno se ne parla, tanto più ci rinchiudono nel tabù, più aumentano le bufale e i falsi miti. Per esempio: a forza di chiamarle le-mie-cose, il marchese, il barone rosso, quei-giorni e via cantando, le mestruazioni hanno imbarcato più bugie che soluzioni. Non è vero che tutte le donne hanno una difficile sindrome premestruale (solo il 5%), non è vero che facendo l’amore “in quei giorni” non si può restare incinte (improbabile ma non impossibile) o che è meglio non fare esercizio fisico, non è vero che il tampone può rompere l’imene di un’adolescente, non è vero che la coppetta interna è antigienica o porta cattivi odori (non c’è ossidazione del sangue). È vero, invece, che una volta al mese subiamo un bel fastidio e che la vergogna o il tabù che lo accompagnano aumenta il disagio e forse anche i dolori. Ed è vero che un giorno, fra una vampata e l’altra, potremmo perfino rimpiangerle.

La menopausa

Ed ecco un altro capitolo non ancora sdoganato come merita, la menopausa. Un tempo era il segno del traguardo, fine corsa, fine carriera come donna utile o desiderabile, oggi è solo l’inizio del secondo tempo, spesso il più vittorioso. E allora perché è ancora così difficile chiedere al partner di comprare una crema o un gingillo che allieti (anche lui) e renda l’amore un atto davvero di coppia? Si entra e si esce, dalla porta del piacere, e anche quel che esce, talvolta all’improvviso, gocce di sangue o di umori che siano, ha bisogno di cura, di attenzioni. Vogliamo affrontare la parte estetica? Anche no, direbbe una brava “divulVatrice”. Perché uno standard di perfezione non esiste, se non quello che viene dal porno (e non a caso si sta facendo avanti il porno etico, dove tutto è più vero e naturale), e perché le vulve sono tutte diverse, proprio come i visi e i corpi. Sapevate che le labbra interne possono essere più grandi di quelle esterne o che esistono esercizi del perineo per tenerle vive? Molte cose ancora dobbiamo sapere, mentre miriamo e rimiriamo la nostra conchiglia allo specchio. Dobbiamo recuperare millenni senza neanche uno sguardo.
La pubblicità di Nuvenia “libera di osare” è stata al centro di un'accesa polemica
‘Viva la Vulva’, la campagna Nuvenia mira a rompere alcuni tabù relativi alle parti intime femminili
Dobbiamo recuperare millenni senza neanche uno sguardo.

Verrà il giorno...

Verrà il giorno in cui uno spot come quello di Nuvenia - brand impegnato nella rottura dei tabù, capace di 'dare voce’ e movimento a tutte le vulve del mondo anche attraverso la campagna pubblicitaria #VivaLaVulva e lo spot che ha vinto nel 2019 il Glass Lion for Change Grand Prix di Cannes - non ci sembrerà più così coraggioso e innovativo. Quel giorno saremo tutte più libere, più sane e soprattutto più felici.
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