"Adriatica", l'esordio alla regia di Greta Scarano porta l'autismo sul grande schermo

Sceneggiatura tutta al femminile, con l'attrice che stavolta si mette dietro la macchina da presa. Una visione autentica della neurodivergenza

di GIOVANNI BOGANI
4 gennaio 2024

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Un film sull'autismo e l'autonomia nella disabilità. Tra quelli che vedremo in questo 2024 c’è "Adriatica", l'esordio da regista per Greta Scarano, attrice che abbiamo imparato ad apprezzare grazie a "Smetto quando voglio" di Syndey Sibilia, "Supereroi" di Paolo Genovese e recentemente nella miniserie "Circeo" di Andrea Molaioli. Qui è un'avvocata al processo per lo stupro e l’omicidio avvenuti il 29 settembre del 1975 nell'omonima località laziale, quel processo che ha cambiato l’Italia, con le femministe che in aula costringeranno lo Stato a non voltarsi dall’altra parte, di fronte alla ferocia animale di Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira.
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Scarano è una delle avvocate del processo per lo stupro e l’omicidio del Circeo nella serie omonima

E su Netflix ha debuttato con "Nuovo Olimpo" di Ferzan Ozpetek, in cui è una donna che intuisce che dietro al marito c’è un mistero insondabile.

"Adriatica", un film al femminile

La sceneggiatura di "Adriatica" è tutta al femminile: oltre alla stessa Scarano, il film è stato scritto da Sofia Assirelli, Tieta Madia e Chiara Barzini. Racconta di una donna che sta costruendo la sua vita a Roma, quando è costretta a tornare a Rimini, la sua città natale, per prendersi cura del fratello autistico, Omar, 40 anni. Scoprirà che Omar ha le idee molto chiare sul proprio futuro: una volta che i genitori non ci saranno più, non vuole vivere con la sorella, ma vuole essere autonomo. E convince Irene a tenere per lui un "corso intensivo di adultità". Un percorso che gli permetta di essere indipendente e di realizzare i suoi sogni.
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"Adriatica" è il film di esordio da regista di Greta Scarano

Scarano ha scelto di non recitare nel film, anche se al centro della vicenda c’è una donna. "Volevo fare questo film in purezza, scomparire passando dietro la macchina da presa: non ce la farei, oggi, a fare entrambe le cose", spiega. "Dirigere e recitare sono due modi differenti di raccontare una stessa storia; sarebbe stato eccessivo farlo come regista di un film di cui sono interprete". Il film, prodotto da Groenlandia di Matteo Rovere con il sostegno della regione Emilia-Romagna, si gira dal 15 gennaio fra Roma, Bologna e Rimini.

L'autismo raccontato al cinema

L’autismo è stato esplorato, al cinema, a varie riprese, con film che hanno avuto anche un grande successo di pubblico, come "Rain Man", che nel 1989 si è aggiudicato quattro premi Oscar, fra cui quello a Dustin Hoffman per la sua interpretazione. O come "Buon compleanno Mr. Grape", che nel 1993 segnava il folgorante esordio di Leonardo DiCaprio proprio nel ruolo di un adolescente con la sindrome di Asperger. Due film interessanti e toccanti, che non evitano una visione un po’ stereotipata del tema, con la persona con sindrome di Asperger descritta un po’ come un idiot savant.
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Un giovanissimo Leonardo di Caprio con Johnny Depp in "Buon compleanno Mr. Grape" (1993)

Negli anni, le rappresentazioni dell’autismo al cinema si sono fatte più sottili, più complesse. Ha tutti i tratti dell’autismo Lisbeth Salander, l’eroina della trilogia "Millennium" di Stieg Larsson e dei film tratti da quei romanzi – "Uomini che odiano le donne"con Noomi Rapace nella versione svedese e Rooney Mara nel remake americano. E fra i film che trattano il tema, c’è anche "Music", il film d’esordio dietro la macchina da presa della cantante Sia (lei stessa ha recentemente svelato di aver ricevuto una diagnosi di autismo), e due ottimi film italiani: "In viaggio con Adele" di Alessandro Capitani, con Alessandro Haber e Sara Serraiocco, e "Quanto basta" di Francesco Falaschi. Luigi Fedele, in quest'ultimo, è un giovane con sindrome di Asperger con un talento naturale per la cucina, con il sogno di partecipare a un contest culinario, che significa però, per lui, abbandonare la sua comfort zone e affrontare le incognite del contatto con gli altri, con il mondo.

As Film Festival

Probabilmente, non tutti sanno che ha luogo in Italia l’unico festival internazionale di cinema organizzato e promosso da persone autistiche.
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La locandina dell'As Film Festival

È l’As Film Festival, AsFF, realizzato da persone che si riconoscono nella condizione della sindrome di Asperger, che ha celebrato lo scorso novembre la sua 11^ edizione, a Roma alla Casa del cinema. As significa Asperger syndrome, ma anche autism spectrum. Il festival è ideato e organizzato da uno staff neurodiverso. Il suo obiettivo è, dicono gli organizzatori, "contribuire alla diffusione di una cultura dell’autismo mostrando la neurodiversità sotto una nuova luce, non semplicemente in quanto handicap o mancanza, ma come forza, come risorsa, come punto di vista diverso sulla realtà". Il mondo, dicono, "ha bisogno di tutti i tipi di mente".