Il coraggio di Elettra, le battaglie di Giulia Sgrena. Sonia Bergamasco dà il volto a due donne “contro”

All’Attorstudio / Milazzo film festival ha ricevuto l’Acting award. Ci ha raccontato le tappe del suo lavoro e la necessità di trovare e raccontare personaggi che sappiano opporsi al potere

di GIOVANNI BOGANI
12 marzo 2025
Sonia Bergamasco al photocall per il film Il Nibbio (Ansa/Ettore Ferrari)

Sonia Bergamasco al photocall per il film Il Nibbio (Ansa/Ettore Ferrari)

Coraggiosa, libera, fuori dal coro. Già fisicamente: da Bergamasco a Bergman è un attimo. Lei, Sonia, ha i tratti nordici da attrice bergmaniana, gli occhi limpidi che ti guardano e sembrano poterti dire qualsiasi cosa, i gesti di un’eleganza musicale. La musica, ah, la musica. L’abbiamo sentita suonare il piano – senza controfigure – in “La vita accanto” di Marco Tullio Giordana. E una carriera pianistica sembrava il suo destino, fino a quando il teatro non è comparso nella sua vita. All’Attorstudio / Milazzo film festival, diretto da Mario Sesti e Caterina Taricano, Sonia Bergamasco ha ricevuto l’Acting award, e ha raccontato le tappe del suo lavoro, e la necessità di trovare e raccontare personaggi “contro”. Personaggi che sappiano opporsi al potere, alla narrazione dominante. Che siano contemporanei, o personaggi del teatro più classico, non ha importanza. Ha anche parlato di una femminilità che non è un valore assoluto, ma il cui significato va conquistato, giorno dopo giorno. La incontriamo per Luce.

Sonia, in questi giorni la vediamo al cinema nel ruolo di Giuliana Sgrena, la giornalista e scrittrice italiana sequestrata da fondamentalisti iracheni, nel film “Il nibbio”. Come ha affrontato il personaggio della Sgrena?

“Prima di tutto, ho sentito l’esigenza di incontrare Giuliana. Ho sentito la responsabilità di avvicinarmi a questo personaggio, di non tradire la sua verità. Giuliana Sgrena è stata generosa con me, mi ha raccontato la sua esperienza, che non è parte del suo passato, ma continua a vivere in lei. Mi ha raccontato la storia di un doppio paradosso. Lei, giornalista da sempre solidale con i mediorientali, con i musulmani che venivano demonizzati, ha subito un sequestro proprio da loro. E poi, quando era praticamente salva, si è vista sparare addosso dai soldati americani, che hanno ucciso il suo liberatore, Nicola Calipari. Sgrena è una donna che ha dovuto subire una doppia ingiustizia. Per questo la sua storia è terribilmente drammatica”.

Un altro personaggio fondamentale che interpreterà è Elettra, la protagonista della tragedia di Sofocle che porterà in scena il 9 maggio al teatro greco di Siracusa. Qual è l’attualità di Elettra?

“Elettra è un personaggio contro. Un personaggio coraggioso. Elettra salva il fratello Oreste, che stava per essere ucciso dalla madre Clitemnestra; e vendica il padre, che era stato ucciso sempre da Clitemnestra. L’Elettra di Sofocle è una donna determinata, che non si piega neppure quando vive in casa propria come una schiava, e neppure quando le dicono che il fratello amatissimo è morto. È una donna che incarna il coraggio”.

Oggi per una donna quando è importante il coraggio?

“Enormemente! Il coraggio di non farsi andare bene l’ingiustizia, la prevaricazione, la dittatura del potere. E il coraggio di affrontare le conseguenze dell’essere contro. Mi sembra che Elettra sia un personaggio perfettamente contemporaneo”.

Oggi per chi è contro non c’è vita facile.

“Oggi come allora, se sei contro il potere corri il rischio di venire azzerato, di venire cancellato”.

C’è coraggio nei personaggi femminili che cinema e televisione propongono?

“C’è bisogno di personaggi veri. E c’è bisogno di personaggi femminili che non siano funzione di quelli maschili, che non siano proiezioni dei loro obiettivi, ma che vengano raccontate per quello che sono, per quello che vogliono. E vorrei dire anche che non è che essere donna sia, di per sé, essere migliori. Non siamo migliori ‘a prescindere’, dobbiamo conquistarci quanto di buono siamo o non siamo, giorno per giorno”.