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Home » Spettacolo » Alcol, fama e sesso: James Franco mette a nudo le sue dipendenze di ieri e di oggi

Alcol, fama e sesso: James Franco mette a nudo le sue dipendenze di ieri e di oggi

L'attore, dopo 4 anni di silenzio, ha rilasciato una lunga intervista-confessione ai microfoni di The Jess Cagle Podcast, ammettendo anche i rapporti con le studentesse che lo hanno denunciato

Marianna Grazi
23 Dicembre 2021
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James Franco

La confessione arriva dopo quattro anni di silenzio: l’attore e playboy James Franco ammette di aver avuto rapporti sessuali con le studentesse della sua scuola di recitazione, che nel 2018 lo avevano accusato di molestie. La confessione si lega ad una problematica che svela lo stesso Franco, ma che certo non diminuisce la gravità delle sue azioni: “L’ho fatto, ma non ero lucido. Pensavo ‘se sono d’accordo, allora va bene’. Ho una dipendenza dal sesso che ho sviluppato dopo un periodo di alcolismo”.
Nel 2018 quello scandalo lo aveva letteralmente travolto ad un passo dal sogno: era stato infatti candidato agli Oscar come miglior attore, dopo aver già vinto il Golden Globe. Poi, in un attimo, come accaduto a molti suoi colleghi coinvolti in casi simili, era sparito dai radar. Alle accuse delle ragazze, l’allora 39enne non aveva mai replicato, fino ad oggi, quando ha deciso di aprire finalmente il suo cuore ed ammettere ai microfoni del The Jess Cagle Podcast le proprie colpe: “Volevo farlo sempre e ovunque. Ho tradito tutte le mie fidanzate, non sarei mai potuto essere fedele”. Fedeltà che invece sembra riservare a Isabel Pakzad, con la quale ha una storia che va avanti da novembre del 2017 e per la quale ha finalmente deciso di uscire allo scoperto.

Quattro anni fa cinque donne (di cui quattro studentesse delle sue classi di cinema) lo avevano denunciato per molestie e comportamenti aggressivi durante le lezioni. Da quel momento Franco si è ritirato dalla scena pubblica e di lui non si è saputo più nulla. Pare però che abbia raggiunto un patteggiamento con cui ha risarcito due di loro (People parla di una cifra di oltre due milioni di dollari, ratificata lo scorso febbraio). Ma l’attore non è nuovo alle dipendenze. Durante l’intervista ha raccontato che in adolescenza lo era dall’alcol, mentre nei primi anni di carriera cinematografica non riusciva a fare a meno di fama e successo: “Lungo il cammino verso il raggiungimento del successo per scalare quella montagna (della gloria, ndr), l’attenzione da parte delle donne, insomma il successo con le donne, è diventata una fonte enorme di gratificazione. Il problema con questo, com’è facile intuire, è che non ne hai mai abbastanza. Sto ancora cercando di riempire quel vuoto e non si riempie mai”. Insomma la strada, nonostante la confessione al grande pubblico del problema, sembra ancora in salita.

Nel frattempo in tanti hanno provato a dargli una mano, incluso il suo sponsor agli alcolisti anonimi, ma senza successo: “Mi ha detto: Tradire è disonesto, non ti fa bene per restare sobrio. Però se non esci con nessuna e vuoi solo sesso, allora quello che accade tra due adulti è consensuale’. Il problema è che ho usato questa cosa come alibi per fare sesso sempre e dovunque”. E nei confronti delle studentesse, continua l’attore, “Ci ho fatto sesso ma era sbagliato. Non era certo la ragione con cui ho iniziato la docenza e non ero certo io ad aver selezionato le alunne, questo non faceva parte di un mio piano a monte. E in alcune circostanze il sesso è stato consensuale, ora so che invece non sarebbe dovuto accadere”.

Una dichiarazione che non è passata inosservata. Una delle accusatrici, Sarah Tither-Kaplan, ha infatti voluto ribadire su Twitter: “Le scuse sono prive di significato fino a quando non si prendono provvedimenti concreti a favore dei sopravvissuti. Fare un’ammenda generale con un ‘mi dispiace’ o ‘ho sbagliato’ o ‘amo le donne’ e via dicendo non serve ad aiutare le persone che sono state ferite. Quando coloro che abusano escludono dai loro discorsi le vittime causano dolore persino maggiore. Cancellare dal processo la sopravvissuta è ancora un problema concreto”.

James Franco

Tra i motivi che hanno spinto il 43enne a rilasciare questa intervista è anche il tentativo di riavvicinarsi a quello che lungo tempo era stato un suo caro amico. A maggio scorso infatti, Seth Rogen, aveva dichiarato di non aver lavorato per anni con Franco e di non aver intenzione di ricominciare. All’epoca l’attore non aveva voluto commentare, ma ora sì: “Quello che ha detto è vero, non abbiamo più collaborato e non ci sono piani perché accada in futuro”. Poi ha aggiuto: “Seth ha dovuto rispondere anche per me, visto che non dicevo una parola. Ha dovuto farlo, non che io lo abbia voluto. E questa è una delle ragioni principali dell’intervista odierna, perché non voglio che lui o mio fratello (Dave) o chiunque altro debba rispondere di me ancora e ancora”.

 

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
James Franco
La confessione arriva dopo quattro anni di silenzio: l'attore e playboy James Franco ammette di aver avuto rapporti sessuali con le studentesse della sua scuola di recitazione, che nel 2018 lo avevano accusato di molestie. La confessione si lega ad una problematica che svela lo stesso Franco, ma che certo non diminuisce la gravità delle sue azioni: "L'ho fatto, ma non ero lucido. Pensavo 'se sono d'accordo, allora va bene'. Ho una dipendenza dal sesso che ho sviluppato dopo un periodo di alcolismo". Nel 2018 quello scandalo lo aveva letteralmente travolto ad un passo dal sogno: era stato infatti candidato agli Oscar come miglior attore, dopo aver già vinto il Golden Globe. Poi, in un attimo, come accaduto a molti suoi colleghi coinvolti in casi simili, era sparito dai radar. Alle accuse delle ragazze, l'allora 39enne non aveva mai replicato, fino ad oggi, quando ha deciso di aprire finalmente il suo cuore ed ammettere ai microfoni del The Jess Cagle Podcast le proprie colpe: "Volevo farlo sempre e ovunque. Ho tradito tutte le mie fidanzate, non sarei mai potuto essere fedele". Fedeltà che invece sembra riservare a Isabel Pakzad, con la quale ha una storia che va avanti da novembre del 2017 e per la quale ha finalmente deciso di uscire allo scoperto.

Quattro anni fa cinque donne (di cui quattro studentesse delle sue classi di cinema) lo avevano denunciato per molestie e comportamenti aggressivi durante le lezioni. Da quel momento Franco si è ritirato dalla scena pubblica e di lui non si è saputo più nulla. Pare però che abbia raggiunto un patteggiamento con cui ha risarcito due di loro (People parla di una cifra di oltre due milioni di dollari, ratificata lo scorso febbraio). Ma l'attore non è nuovo alle dipendenze. Durante l'intervista ha raccontato che in adolescenza lo era dall'alcol, mentre nei primi anni di carriera cinematografica non riusciva a fare a meno di fama e successo: "Lungo il cammino verso il raggiungimento del successo per scalare quella montagna (della gloria, ndr), l’attenzione da parte delle donne, insomma il successo con le donne, è diventata una fonte enorme di gratificazione. Il problema con questo, com’è facile intuire, è che non ne hai mai abbastanza. Sto ancora cercando di riempire quel vuoto e non si riempie mai". Insomma la strada, nonostante la confessione al grande pubblico del problema, sembra ancora in salita.

Nel frattempo in tanti hanno provato a dargli una mano, incluso il suo sponsor agli alcolisti anonimi, ma senza successo: "Mi ha detto: Tradire è disonesto, non ti fa bene per restare sobrio. Però se non esci con nessuna e vuoi solo sesso, allora quello che accade tra due adulti è consensuale'. Il problema è che ho usato questa cosa come alibi per fare sesso sempre e dovunque". E nei confronti delle studentesse, continua l'attore, "Ci ho fatto sesso ma era sbagliato. Non era certo la ragione con cui ho iniziato la docenza e non ero certo io ad aver selezionato le alunne, questo non faceva parte di un mio piano a monte. E in alcune circostanze il sesso è stato consensuale, ora so che invece non sarebbe dovuto accadere". Una dichiarazione che non è passata inosservata. Una delle accusatrici, Sarah Tither-Kaplan, ha infatti voluto ribadire su Twitter: "Le scuse sono prive di significato fino a quando non si prendono provvedimenti concreti a favore dei sopravvissuti. Fare un’ammenda generale con un ‘mi dispiace’ o ‘ho sbagliato’ o ‘amo le donne’ e via dicendo non serve ad aiutare le persone che sono state ferite. Quando coloro che abusano escludono dai loro discorsi le vittime causano dolore persino maggiore. Cancellare dal processo la sopravvissuta è ancora un problema concreto".
James Franco
Tra i motivi che hanno spinto il 43enne a rilasciare questa intervista è anche il tentativo di riavvicinarsi a quello che lungo tempo era stato un suo caro amico. A maggio scorso infatti, Seth Rogen, aveva dichiarato di non aver lavorato per anni con Franco e di non aver intenzione di ricominciare. All’epoca l'attore non aveva voluto commentare, ma ora sì: "Quello che ha detto è vero, non abbiamo più collaborato e non ci sono piani perché accada in futuro". Poi ha aggiuto: "Seth ha dovuto rispondere anche per me, visto che non dicevo una parola. Ha dovuto farlo, non che io lo abbia voluto. E questa è una delle ragioni principali dell’intervista odierna, perché non voglio che lui o mio fratello (Dave) o chiunque altro debba rispondere di me ancora e ancora".  
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