Beatrice Fiorentino, alla Settimana della critica di Venezia "Ci sarà una visione queer"

La delegata generale della Sic annuncia la presenza di molte registe donne e film "accomunati dalla necessità di dire delle cose importanti" con uno sguardo nuovo e senza pregiudizio

di GIOVANNI BOGANI
28 luglio 2023

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Non ci sono molte registe donne in concorso alla prossima Mostra del cinema di Venezia: ma c’è una sezione parallela – la Sic, Settimana internazionale della critica – che propone, al contrario, un ampio panorama al femminile dietro la macchina da presa e uno sguardo molto attento a tematiche Lgbtq+.

La visione queer alla Sic a Venezia

Su sette film in concorso, quattro sono diretti da donne. Il corto di apertura, "Incontro di notte", è firmato da una leggenda del cinema come Liliana Cavani. Ne parliamo con Beatrice Fiorentino, delegata generale della Settimana della critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal sindacato dei critici cinematografici.
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La delegata generale della Settimana della critica internazionale alla Mostra del Cinema di Venezia

"Ci sarà una visione queer oltre le convenzioni, le etichette e le categorie" dice Fiorentino. Ci sarà anche un documentario girato (illegalmente) con i telefoni cellulari all’interno di una prigione. "Ma ci saranno anche pellicole di genere, noir, fantascienza, ragni infestanti: insomma film di intrattenimento popolare. Ma sarà sempre cinema che sa cosa dire, e come dirlo". "Dopo la pandemia volevamo uscire dal guscio, volevamo cercare film che raccontassero il mondo con sguardi insoliti, spigolosi, precisi. Attenti. Sono film accomunati dalla necessità di dire delle cose importanti", sottolinea. "Abbiamo visto più di cinquecento film, e abbiamo scelto solo ciò che ci entusiasmava".

L'intervista a Beatrice Fiorentino

Il film italiano in concorso è "About Last Year". Di che cosa si tratta? "È un film diretto da tre registe donne – Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova – su tre giovani donne cisgender che vivono alla periferia di Torino. Il film le segue lungo un anno della loro vita: le tre donne si definiscono attraverso amicizie, corpi, la frequentazione delle ballroom, e le scelte di fronte al futuro. Tre donne che guardano tre donne, senza il filtro del desiderio fisico".
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"About Last Year" è il film italiano in concorso alla Sic: tre registe raccontano tre donne cisgender

Invece la pellicola di apertura si chiama "God Is A Woman" (Dio è una donna). Di che cosa parla? "Nel 1975 un regista francese, Pierre-Dominique Gaisseau, approdò a Panama per girare un documentario sul popolo Kuna, per il quale le donne sono sacre. Visse con loro per un anno, filmò i loro riti più segreti, ma poi finì i soldi, e una banca sequestrò il girato del film. Il regista Andres Peyrot ricostruisce la leggenda di questo film, di cui si è sempre parlato senza che nessuno potesse vederlo. Adesso le immagini scomparse sono rispuntate fuori…". C’è poi "Life is Not a Competition, But I’m Winning" (La vita non è una gara, ma io vinco)... "È il film della tedesca Julia Fuhr Mann. Parla dei Giochi olimpici come fabbrica di eroi maschili: è un film che riscopre le vicende di atlete emarginate perché non corrispondevano all’ideale 'femminile'. Le Olimpiadi hanno perpetuato le forme di discriminazione nella società. Ma il film racconta l’incontro fra un collettivo di atleti queer, una maratoneta trans gender e un’atleta sottoposta a chirurgia ormonale".
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Una scena di "Life Is Not a Competition, But I'm Winning"

"Malqueridas" di Tana Gilbert che cosa è?  "È un racconto corale, un film che nasce dalle immagini registrate dai telefonini delle detenute in un carcere cileno. Sono storie di sorellanza, di maternità negata, perché la vicinanza con i loro figli è consentita per tempi minimi, storie di amore. Il formato verticale del cellulare come gesto politico. Una storia corale, anche se è firmata da un regista. Ma le vere autrici sono queste donne, con i loro telefonini nascosti nelle loro parti intime".