Billie Eilish parla di depressione ai Golden Globes

La superstar ha vinto, con il fratello Finneas, il premio per la migliore canzone originale con "What Was I Made For?" per il film "Barbie"

di CHIARA CARAVELLI -
8 gennaio 2024
81st Golden Globe Awards - Arrivals

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Ha battuto Bruce Springsteen, Dua Lipa e Lenny Kravitz. È salita sul palco e nel discorso di ringraziamento ha parlato di un tema molto importante come la depressione. È la fotografia di quanto accaduto ieri sera durante la cerimonia dei Golden Globe 2024: la popstar ventiduenne Billie Eilish e il fratello Finneas hanno trionfato nella categoria Migliore canzone originale per il cinema con What Was I Made For?, la ballata tratta dal film "Barbie".
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Finneas O'Connell con la sorella minore, Billie Eilish

Billie Eilish racconta la depressione

La cantante di No time to Die è salita sul palco con il sorriso, ritirando un altro importantissimo premio che si aggiunge a una bacheca già ricca di successi nonostante la sua giovane età: "Non me lo aspettavo in questo momento. Grazie a mio fratello Finneas. È grazie a te che sono ciò che sono", ha detto emozionata mentre stringeva la statuetta. Ha poi ringraziato la registra e sceneggiatrice del film, Greta Gerwig, l’attrice protagonista Margot Robbie e altri ancora. Ma il contributo della cantante originaria di Los Angeles non si è fermato all’aver prodotto un altro brano di successo mondiale: Billie Eilish ha infatti portato sul palco dei Golden Globe anche il tema della depressione. "Esattamente un anno fa abbiamo visto il film in anteprima e in quel periodo ero molto infelice e depressa. Scrivere quella canzone mi ha salvato un po’. Un anno dopo, eccoci qui. È davvero surreale. Mi sento incredibilmente fortunata e grata. Voi ragazzi mi spaventate a morte, tutti in questa stanza! Grazie mille! Questo significa tantissimo per me!".
 
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Se a parlarne sono le star: sdoganare il tabù

È importante, anzi fondamentale, che di una malattia come la depressione, difficile da combattere e ancor di più da comprendere, se ne parli. È importante che a farlo sia una delle più grandi popstar del nuovo millennio, seguita da milioni e milioni di persone, soprattutto giovani. Perché la depressione è da sempre vista come un tabù, tra chi pensa che non sia nemmeno una malattia e chi invece non riesce a parlare per paura del giudizio degli altri. L’icona della Generazione Z, però, non è nuova a esternazioni sul tema: nel 2019 decise di partecipare a un’iniziativa in favore della salute mentale di Seize the Awkward, in collaborazione con Ad Council. "Credo – aveva detto nel video di promozione della campagna – che quando la gente sente ‘ricorda di prenderti cura della tua salute mentale’, pensa che tutti lo facciano, ma in realtà non è così. Per esempio, io sto ancora cercando di imparare a prendermene cura e assicurarmi di star bene. Chiedere aiuto non ci rende deboli, non lo fa.
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Billie Eilish sul palco de Coacella 2022

Non ci rende più deboli rivolgerci a un amico o andare dallo psicologo. Nessuno dovrebbe sentirsi debole perché chiede aiuto e dovremmo tutti essere in grado di farlo se ne abbiamo bisogno. Va bene anche solo iniziare a parlarne. Non deve essere una cosa super seria da subito. Basta solo un ‘Come ti senti? Stai bene?’". Eilish, del resto, non ha mai nascosto di aver sofferto nella sua vita di depressione e autolesionismo, soprattutto nella fase che va dai 13 ai 16 anni. Ed è questo che l’ha sempre fatta sentire, come per sua stessa ammissione in un’intervista rilasciata qualche anno fa a Rolling Stone, molto vicina a tantissimi giovani che vede ai suoi concerti: "Ogni tanto dal palco vedo delle ragazze con cicatrici sulle braccia e mi si spezza il cuore. Io non ho più cicatrici perché è stato tanto tempo fa, ma ogni tanto ho detto ad alcune di loro ‘sii buona con te stessa. Perché lo so. Ci sono passata anche io’". Parole che non guariscono, non curano, ma sicuramente fanno sentire meno soli. E soprattutto non diversi.