Ha compiuto ottant'anni appena pochi giorni fa, ma lo spirito che anima
Cristina Bozzolini è lo stesso di quando era una ragazzina. Per l'esattezza è lo stesso di quando, appena 15enne, si presentò all'audizione del
Maggio Musicale Fiorentino per diventare una
ballerina classica professionista. "All'epoca le ragazze della mia età non pensavano alla
danza come ad un
mestiere - racconta a
Luce! -. Erano tutte di buona famiglia e frequentavano le lezioni più che altro per migliorare il proprio portamento. Ma io ero la figlia di due artisti che la pensavano in modo diverso. Mio padre faceva il pittore, viveva a Parigi ma a quel tempo non era ancora affermato. Mia madre impartiva lezioni di piano. Alla fine di soldi in casa ce n'erano pochi e se desideravo continuare a ballare dovevo diventare una professionista".
Cristina Bozzolini, la cultura della danza
Cristina Bozzolini in una foto del passato mentre balla
Inizia così la lunga e stellare carriera di Cristina, nata a Firenze ma da tre anni residente a Reggio Emilia, che l'ha portata ad esibirsi nei maggiori teatri italiani e non solo. Al
Maggio Fiorentino, fin da subito, interpreta ruoli da solista e dal 1971 è prima ballerina stabile. Nel corso della sua carriera Cristina ha ballato con interpreti come
Nureyev, Barishnikov, Godunov, Bortoluzzi, Vassiliev, Russillo ed Amodio "grandi professionisti dai quali - spiega - ho imparato tantissimo", senza mai però rinunciare al ruolo di
insegnante nei confronti prima dei bambini, poi delle giovani generazioni. "Ero ancora una ragazza, da poco diventata solista al Maggio Musicale Fiorentino, quando del tutto casualmente mi capitò l'occasione di insegnare. Ma per raccontare questa storia curiosa ho bisogno di fare una piccola premessa: ho sempre adorato circondarmi di persone di cultura, perché amo imparare da chi ne sa più di me. Il padre di mia figlia ne è stato un esempio, al tempo frequentavamo le riunioni del Partito Comunista, che erano assai diverse da quelle di adesso. Una volta non si parlava solo di politica, ma
di cultura, di musica, di arte. Alle riunioni partecipavano musicisti, danzatori, artisti di ogni genere.
Bozzolini ha sempre affiancato la carriera di ballerina a quella di insegnante di danza (Arturo Marescalchi)
Proprio in una di quelle bellissime occasioni conobbi un violinista che mi propose di aprire un corso di danza per bambine che non avevano mezzi economici per permettersi lo studio della danza classica. Accettai, ma non potevo immaginare la
passione folle che l'insegnamento avrebbe fin da subito suscitato in me, tanto che da quel momento in poi ho sempre continuato ad insegnare, per tutta la mia vita, affiancando
l'insegnamento alla carriera di ballerina. Poteva dunque capitare che la mattina danzassi in teatro con Nureyev e il pomeriggio corressi alla scuola di danza per incontrare le mie allieve”.
Signora Bozzolini, lei è stata protagonista di esperienze professionali di tale rilievo da rendere impossibile elencarle tutte. Ma quale è stata quella che le ha dato le maggiori soddisfazioni? "Indubbiamente il Balletto di Toscana, una realtà che io stessa ho fondato nel 1985, dopo essere andata in pensione perché ormai quarantenne. Ne ho sempre curato la direzione artistica, costruendo un organico di danzatori solisti ai massimi livelli in quanto a capacità tecniche ed espressive, con un repertorio di alto profilo internazionale che vanta le coreografie di Hans Van Manen, Nils Christe, Ed Wubbe, Cristopher Bruce, Angelin Preljocaj, Cesc Gelabert. A fianco le creazioni dei migliori talenti della nuova generazione di autori italiani: Fabrizio Monteverde, Mauro Bigonzetti, Virgilio Sieni, Eugenio Scigliano. Ricordo ancora che nel 1998 facemmo un tour di 30 date negli Stati Uniti, ricevendo ogni sera una standing ovation. Il Times definì i danzatori del Balletto di Toscana tra i migliori al mondo. Purtroppo però, per fare le cose per bene, è necessario investire molto denaro, per cui spesso e volentieri io e il mio compagno abbiamo dovuto provvedere con i nostri risparmi. Ma è stata un'esperienza meravigliosa". Gli sforzi di Cristina vengono premiati con un grande
successo di pubblico e di critica, ma anche con prestigiosi riconoscimenti. Nell’aprile 2013 la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto di Reggio Emilia e la Fondazione Nazionale delle Scuole di Danza le conferiscono il
Premio alla Carriera, e nel settembre 2017 le viene consegnato lo stesso riconoscimento in un galà al Teatro Carignano di Torino, dalla commissione composta da numerosi critici incaricati dalla prestigiosa rivista "Danza&Danza".
Cristina Bozzolini è co-direttrice artistica del Festival Nutida
Dal 2020 dirige con Saverio Cona il Festival Nutida, attualmente in corso al Castello dell'Acciaiolo di Scandicci fino al prossimo 9 luglio. Perché questo festival è così speciale? "Mi sento di dire che Nutida sia unico nel suo genere. Un'autentica commistione di stili e di esperienze, in cui l'eccellenza artistica di ballerini rinomati si fonde con il talento emergente di danzatori appena quindicenni, per dare vita quasi ogni sera a spettacoli magici, in un rapporto costante tra pubblico ed artisti. Il nome 'Nutida' deriva da una parola svedese che significa contemporaneo, e che in sé contiene NU di nuovi, UT di utopia, DA di danzatori. Ed è proprio sul contemporaneo che è incentrato questo progetto inaugurato il 17 giugno scorso. 'Nutida Nuovə danzatrici/ori' è un festival che offre percorsi intrecciati. Incrocia l’ospitalità di artisti internazionali come Mario Bermudez Gil, Philippe Kratz, Pablo Girolami, Joy Alpuerto Ritter, la presenza di compagnie italiane quali Aterballetto, Spellbound Contemporary Ballet, Nuovo Balletto di Toscana, Compagnia Simona Bucci/Compagnia degli Istanti, Artemis Danza, Compagnia Opus Ballet, e con nomi come Rosario Guerra, un protagonista della scena europea, a cui si affiancano giovani talenti. Un’occasione coraggiosa che ha portato in questi anni sempre grandi risultati, perché Nutida è spettacolo e scuola insieme: è scuola per gli artisti, soprattutto i più giovani, che possono sperimentare se stessi con l’aiuto di persone che, come me, sono da tanti anni in questo meraviglioso mondo. E lo è per il pubblico che ha l’opportunità di conoscere la danza tramite tanti linguaggi diversi. Ma è anche un luogo di incontro tra artisti, e tra artisti e pubblico. Infine lavorare all’imbrunire, con la luce che cambia, in mezzo alla natura, con la giornata che scorre davanti a chi guarda, ha un fascino tutto suo, non replicabile in un teatro al chiuso".
Il Festival Nutida
Al Festival Nutida è andato in scena anche "Open Drift" di Philippe Kratz
Il
prossimo spettacolo in programma nel festival è quello del
30 giugno, che prevede due eventi: alle 19 Caterina Cescotti della Compagnia Codeduomo porta all’attenzione del pubblico un primo studio di Orizzonti verticali. La coreografa, interprete insieme a Francesca Santamaria, indaga il rapporto tra due entità, servendosi di alcuni principi cardine della fisica. La forza di gravità, la spinta e le leve sono il motore che dà il via alla costruzione di un mondo. A seguire in replica de "La dodicesima notte", coreografata da Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini, i quali ispirandosi alla commedia shakespeariana, danno vita a una creazione dall’omonimo titolo. Il tema al centro del lavoro è l’universalità dell’amore come sentimento puro, svincolato da identità di genere, sesso o forma. Con la drammaturgia di Luca Orsini e l’interpretazione di 6 danzatrici: Sofia Bonetti, Rita Carrara, Francesca Chiesa, Enrica Cornacchia, Rebecca Intermite, Beatrice Ranieri, Marta Terranova. Lo spettacolo è una coproduzione di NBDT/Stazione Utupia - Nutida. Info e programma completo degli spettacoli:
www.stazioneutopia.com cristina-bozzolini-danza-nutida