"Posso dire solo una cosa?". La frase di Dargen è una di quelle che quando le senti pensi “eccoci, ci siamo”. Il tono sembra innocuo e innocente, ma invece...c'è quella punta polemica quanto basta da farti capire che non è “solo” una cosa.
E' questo che abbiamo provato nel sentire quel “posso?”. Se puoi Dargen, tu puoi. Anche se poi significa che ci tocca scrivere un pezzo ad ogni virgola che metti, ma ben vengono queste tue virgole così eleganti e puntuali.
"Ieri per addormentarmi ho letto qualche parere rispetto a quello che ho detto - continua a spiegare il cantante, riferendosi all'appello sul cessate il fuoco fatto ieri, nella prima serata di Sanremo - non volevo essere politico.
Mi sono preoccupato quando ho visto il termine accostato a me. Nella vita ho commesso tanti peccati, anche gravi, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica” .
Ironia pungente, come piace a noi. Se qualcuno avesse seguito il tuo esempio Dargen, forse ci saremmo risparmiati qualche “peccatore politico”. Ma va beh.
In ogni caso, forse non deciderai di candidarti (non saresti il primo né l’ultimo a cambiare palco e pubblico), ma la canzone e le tue parole sono la conferma che tutto è politica – come diceva qualcuno più esperto di noi – anche se su livelli e con strumenti diversi.
L’arte, come il giornalismo, possono e devono punzecchiare la politica praticata, professionista (nel senso di svolta come professione), tirare la giacca per mostrare quello che dai gradini più alti, dai piedistalli, si fa fatica a scorgere. Il lato umano, come ha fatto giustamente notare Diodato.
E infatti, per finire, Dargen regala anche stasera uno spunto su cui riflettere: "Ero semplicemente guidato dall’amore e dalla sensazione che siano sempre di più le cose che abbiamo in comune ed è su quello che mi voglio concentrare”.