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Domee Shi rompe il tetto di cristallo della Pixar: prima regista donna in 36 anni di storia

di MARIANNA GRAZI -
18 marzo 2022
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Turning Red è il nuovo lungometraggio Pixar, il primo con una regista donna

È la prima donna alla regia di un lungometraggio Pixar in 36 di storia dello studio. È di origini cinesi e parla, nel suo film Turning Red, di argomenti che trovano pochissimo spazio nel mondo del cinema, men che meno in quello di animazione. Domee Shi firma un divertente film-metafora su tutto ciò che comporta l'arrivo, prepotente e improvviso, della pubertà in una giovane ragazzina: il primo ciclo mestruale, le prime cotte, l'umore impazzito e le emozioni altalenanti; insomma tutte le varie 'seccature' tipiche del passaggio tra l'infanzia e l'adolescenza. Persino nel 2022 si tratta di qualcosa di innovativo per un film d'animazione, specialmente per uno della Walt Disney Company.

Rotto il tetto di cristallo: una donna alla regia di un lungometraggio Pixar

Red è il primo film di animazione della Pixar diretto da una donna. La compagnia, che con il decennale – 36 anni di storia – vizio di far realizzare i suoi portentosi prodotti solo a uomini, si era infatti attirata più di una critica ed era stata soprannominata "Boys Club". Domee Shi è arrivata alla compagnia come stagista allo storyboarding nel 2011, quando aveva appena 22 anni. È diventata poi assistente, collaborando a film come Inside Out, Toy Story 4 e Gli Incredibili 2. Nel 2018, è diventata la prima donna a dirigere un corto dello studio, il film di otto minuti Bao, una storia tanto breve quanto emozionante, una metafora che esprime gli aspetti più difficili della maternità. Si racconta infatti di quello che, noi italiani, siamo noti conoscere come un "raviolo al vapore", un baozi che prende vita nel piatto della signora che lo ha cucinato. Il raviolo, adottato dalla donna, cresce come se fosse un bambino andando incontro a tutti i riti di passaggio che spaventano ogni genitore, dalla ribellione adolescenziale all'abbandono del nido materno per formare un'altra famiglia, finché si scopre che un figlio in carne e ossa esiste davvero. Questa prima produzione d'autore era valsa a Shi l'Oscar, permettendole di infrangere un soffitto di cristallo ben più grande della Pixar.

Una divertente metafora del rapporto madre-figlia al momento del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, in cui la regista ha messo un bel po' della sua esperienza personale.

Turning Red:cosa significa diventare 'grandi'?

Turning Red, uscito in italiano su Disney + semplicemente come Red l'11 marzo scorso, parla delle avventure di una 13enne cino-canadese, Meilin Lee, che viene letteralmente travolta dal sopraggiungere della pubertà. "È un lato delle ragazze adolescenti che non si vede mai", ha detto Shi. "Siamo goffe, sudate, eccitate e sensuali come tutti i ragazzi". L'emozione è talmente forte che la ragazzina si trasforma in un enorme Panda Minore (detto anche Panda Rosso, ed ecco spiegato il titolo). Al centro della trama c'è la relazione burrascosa di Mei e la madre Ming. Domee Shi racconta che, per renderla veritiera sul grande schermo, ha seguito un modello ben preciso: “L’idea alla base di Red era la più personale per me, perché ho preso ispirazione dal mio rapporto con mia madre". La stessa Mei condivide con la sua creatrice (e le sue memorie di timida ragazzina cinese a Toronto)  tutta una serie di aspetti. Ad esempio il fatto che tutte le convinzioni, a un certo punto della gioventù, iniziano a crollare, e lei, come Shi, si sente divisa tra l’essere la figlia rispettosa e il diventare se stessa. "Come Mei, sono figlia unica. Sono sempre stata molto legata ai miei genitori, in particolare a mia madre, dal momento che mio padre era spesso fuori per lavoro – spiega la regista –. Il più delle volte eravamo solo noi due, abbiamo davvero fatto molte cose insieme: facevamo il tragitto per andare lei a lavoro e io a scuola nel centro di Toronto, che era lunghissimo, sia all’andata che al ritorno, e tanti viaggi e vacanze dove mio padre non c’era. Ma poi, come tutti i bambini, ho iniziato a crescere, a cambiare, ad appassionarmi ad anime e fumetti e a preferire uscire con i miei amici. Ricordo che anche la mia passione per l’animazione le sembrò strana all’inizio, non capiva perché fossi ossessionata da questi personaggi immaginari con gli occhi enormi e i capelli colorati", ricorda la Shi ridendo. "Era come se provassi ad andare in una direzione ma il mio dovere e la mia lealtà verso mia madre mi trascinassero da un’altra parte".
 
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Certo per la protagonista di Red c'è un piccolo inconveniente in più: la trasformazione in un gigante panda rosso, metafora di un momento di transizione che però avviene un po' per tutti. "Per Mei, il panda rosso è come una scintilla magica che innesca un conflitto. Fino a quella trasformazione, pensa di sapere tutto, di aver capito come sia e come vada il mondo – continua Domee Shi –. E tutti lo abbiamo pensato, in un momento della nostra vita, prima di svegliarci un giorno e realizzare che all’improvviso non sappiamo più chi siamo e cosa vogliamo. Abbiamo usato il panda rosso come una metafora di tutti quei cambiamenti spaventosi, imbarazzanti e inquietanti che subiamo tra infanzia e adolescenza.

Bao, corto Pixar di Domee Shi, ha vinto l'Oscar nel 2018

Più specificamente, volevamo esplorare le varie sfumature delle relazioni tra genitori e figli, in particolare asiatici, per affrontare anche come il cambiamento sia influenzato dai conflitti intergenerazionali. Red è un film divertente e surreale, ma in fondo è la storia di una madre e una figlia che finalmente abbracciano il cambiamento in tutte le sue forme, anche se significa dire addio alla relazione che avevano una volta". La storia raccontata da Domee Shi è, quindi, personale ma anche universale. La regista ci tiene a sottolineare quanto sia stata grata per aver avuto l’opportunità di raccontare una storia come quella e che, all'età di Mei-Red, avrebbe desiderato moltissimo un film che "diceva che quella parte della mia vita che stavo vivendo poteva essere disordinata, spaventosa o imbarazzante, ma che comunque sarebbe andato tutto bene, che non ero sola e che sarei sopravvissuta".

Chi è Domee Shi

Domee Shi, la regista di "Turning Red"

Nata in Cina ma trasferitasi coi genitori a Toronto, in Canada, quando aveva due anni, Domee Shi da perfetta asiatica è molto brava a proteggere la sua vita privata. Profondamente legata alla cultura orientale d'origine, è cresciuta imparando il gusto estetico dal padre, professore universitario di belle arti e pittore di paesaggi. Ma la sua vera musa e spirito guida, come emerge anche dal lungometraggio della Pixar che ha rivelato essere ispirato alla sua esperienza personale, è la madre. Perfetta casalinga orientale disegnata in Bao, quella che taglia l'impasto e fa il ripieno dei baozi, mentre in Red si ritrova nella mamma di Meilin Lee, Ming "che si assicura sempre che non ti allontani troppo", quasi ossessionata nel tenere i figli al sicuro. Nella sua formazione cinematografica si ritrovano, perfettamente bilanciati, i film dello Studio Ghibli (il suo preferito è La città incantata di Hayao Miyazaki) e – inevitabilmente – quelli della Disney. Anime, manga e primi tentativi di disegni (pubblicati su DeviantArt) hanno fatto il resto. Allo Sheridan College di Oakville, in Ontario, si è diplomata in Animazione. E quando nel 2011 è entrata come stagista alla Pixar Animation Studios in California il puzzle è stato completo.