“Puoi dirmi quello che vuoi, non farò come la RAI”, la stoccata canora di Ghali

Nel giorno dello sciopero generale indetto dal sindacato Usigrai, il rapper milanese ha postato sui propri canali social un estratto del nuovo singolo “Paprika”, in uscita nei prossimi giorni, nel quale non manca una provocazione alla televisione pubblica

di MARCO PILI -
6 maggio 2024
GHALI

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La coda lunga dei dissidi tra il cantante milanese e il servizio pubblico radiotelevisivo italiano continua a far discutere. Allo sciopero indetto dalla cifra sindacale Usigrai, valido per l’intera giornata di oggi, lunedì 6 maggio, sono seguite le parole di Ghali, affidate ad uno spoiler del suo nuovo pezzo, "Paprika", in uscita tra pochi giorni.

Un video di pochi secondi che, in un contesto caratterizzato da un fermento sempre più evidente, alimenta un clima di scontro ben radicato nel panorama televisivo nazionale. Il dissidio, nato durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo, ha visto i vertici del servizio pubblico e Ghali su posizioni in netta contrapposizione rispetto alla guerra in Medio Oriente, al punto di scambiarsi in diretta dichiarazioni al fulmicotone.

’Casa mia’ di Ghali. Per abbattere le barriere
’Casa mia’ di Ghali. Per abbattere le barriere

Un conflitto armato che, dal 7 ottobre scorso, sta provocando enorme devastazione e decine di migliaia di morti nei territori interessati dal conflitto. Uno scenario, come espresso più volte da Ghali, talmente grave da obbligarlo a prendere una posizione e ad esporsi su uno dei palchi più influenti d’Italia. Un messaggio forte esplicitato dal suo amico alieno Rich Ciolino, tramite il quale ha chiesto di “interrompere il genocidio” che sta avvenendo in Palestina.

Una presa di posizione netta che ha scomodato l’amministratore delegato Roberto Sergio, autore di un messaggio rimbalzato sui telegiornali e nei programmi televisivi pubblici nei giorni successivi al Festival: “Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta”. Un commento unidirezionale, nonostante i drammi che la popolazione civile palestinese sta vivendo a causa degli attacchi perpetrati dall’esercito israeliano, tale da non permettere a Ghali di continuare a rimanere in silenzio.

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L’estratto musicale pubblicato oggi, dunque, si inserisce sulla lunga scia di uno scontro verbale ancora in piena corsa. Il testo dell’ultima canzone di Ghali, trascritto dal cantante nella descrizione stessa del post, può essere interpretato, infatti, in riferimento alle polemiche che hanno seguito il Festival, ma anche allo sciopero proclamato dal sindacato Unirai in seguito al caso scoppiato intorno al monologo di Antonio Scurati in occasione del 25 aprile. Una sola riga nel testo della canzone che denuncia in modo chiaro ciò che, secondo molti, sta accadendo in Rai in seguito al cambio di governo dopo le elezioni dello scorso settembre.

“Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”. Queste sono solo alcune delle parole incriminate del discorso di Antonio Scurati, che ha costituito una delle motivazioni dello sciopero verificatosi oggi. Lo stesso legame con la mancata libertà di stampa e di comunicazione, per tornare a Ghali, che avrebbe impedito agli artisti di esprimersi liberamente dal palco dell’Ariston.

Un insieme di eventi che hanno conquistato l’attenzione di molte persone, tra le quali spicca quella del cantante italo-tunisino, volenteroso di sfruttare la sua arte per uno degli scopi per i quali è sempre stata utilizzata: il dare voce a tematiche che spesso rimangono sottotraccia.